Pensioni febbraio 2022, perché saranno più basse: la spiegazione

La situazione pensioni febbraio 2022 continua a mostrarsi penalizzante e c’è un motivo, descritto dall’INPS, assieme ad una ulteriore grossa novità.

Pensioni febbraio 2022 perché sono più basse
Pensioni febbraio 2022 perché sono più basse Foto dal web

Pensioni febbraio 2022, anche stavolta non ci saranno gli aumenti annunciati a loro tempo da parte di INPS e Ministero dell’Economia e decise per contrastare il caro vita. L’inflazione è salita all’1,7% ed un livello simile non si vedeva sin dalla crisi economica del 2008. Poi sono aumentati anche bollette, carburanti e prezzo di diversi beni di prima necessità.

Per cui, per difendere il potere di acquisto, si è deciso di alzare le pensioni per circa 23 milioni di persone. Ma a causa di un errore di calcolo da parte dell’INPS, la situazione pensioni febbraio 2022 non vedrà alcun aumento. Anzi, alcuni dovrebbero percepire anche di meno.

La cosa è già avvenuta per le pensioni di gennaio, ma comunque c’è anche una buona notizia. A marzo infatti avverrà una sorta di conguaglio e tutti quanti riceveranno quel che non hanno avuto nei primi due mesi dell’anno nuovo. L’INPS in realtà non parla di errore ma di sistema differente utilizzato per il calcolo delle pensioni, basato però su una perequazione all’1,6% anziché all’1,7% come sarebbe dovuto essere.

Pensioni febbraio 2022, c’è comunque una buona notizia

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Poco male comunque, perché le pensioni febbraio 2022 saranno seguite da quelle più consistenti di marzo, con il recupero di quanto non incassato in un primo momento e con al contempo anche gli annunciati aumenti. Di seguito ci sono tutti i nuovi importi calcolati:

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40% per importi superiori a nove volte il trattamento minimo;

45% per importi compresi tra otto e nove volte il trattamento minimo;

47% per importi compresi tra sei e otto volte il trattamento minimo;

52% per importi compresi tra cinque e sei volte il trattamento minimo;

77% per importi compresi tra quattro e cinque volte il trattamento minimo;

100% per importi fino a quattro volte il trattamento minimo;

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Il nuovo sistema prevede le seguenti rivalutazioni:

75% per assegni oltre cinque volte il minimo (importi lordi oltre 2.577,90 euro);

90% per pensioni fra tre e cinque volte il minimo (fino a 2577,90 euro);

100% per pensioni fino a tre volte il minimo (fino a 2062 euro lordi);

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