Nostalgia canaglia, ci impedisce di buttare le cose vecchie anche se è chiaro che non le useremmo più. Ma perché ci comportiamo così?
Avete presente quel vestito, quello lungo da sera verde, che non mettete più da oltre dieci anni. L’ultima volta è stato alla festa dei trent’anni della vostra migliore amica, poi non l’avete più toccato. Si sa, l’età che avanza e un po’ di trascuratezza, vi ha fatto prendere qualche chilo e ora l’adorato vestito fa difetto. Dovreste buttarlo, ma non lo fate. Lo stesso vale per quell’ adorabile soprammobile che la zia vi ha regalato a Natale di due anni fa: bruttissimo e occupa spazio, in casa non piace a nessuno eppure voi lo tenete ancora lì.
Insomma, fate fatica a liberarvi delle cose che oggettivamente non vi servono più e tendete ad accumulare, accumulare, accumulare. Non siete strani: questo è una sorta di problema universale. Investighiamone le cause.
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Nostalgia: e diventiamo tutti degli accumulatori seriali
Se si tratta di un vestito o comunque di un capo da indossare, possiamo nutrire la speranza che, presto o tardi, quel vestito tornerà a starci. Un vestito che abbiamo usato durante un periodo nella nostra vita può essere legato a noi anche da un valore emotivo. Se butterò quel vestito, pensiamo, sarò costretta ad ammettere che io non sono più la stessa persona e che quel periodo è finito.
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Per quanto riguarda gli oggetti, quelli che abbiano uno scopo pratico, o meglio quelli che in potenza dovrebbero avere uno scopo pratico, non li buttiamo perché in potenza ci potrebbero servire. Ed il problema è che in potenza ci serve sempre tutto.