Sindrome della fase del sonno ritardata: cosa è e come affrontarla

Se sei un nottambulo cronico, probabilmente soffri della sindrome della fase del sonno ritardata. Vediamo quindi a cosa è dovuta e come trattarla.

Sindrome della fase del sonno ritardata
Insonnia (AdobeStock)

Quando si soffre di insonnia, le cause possono essere molteplici. Ma se ad un certo punto l’essere nottambulo diventa cronico, potresti soffrire della sindrome della fase del sonno ritardata (DSPS, Delayed Sleep Phase Syndrome). Questa sindrome infatti, è un disturbo del comportamento del sonno, e in questo caso il programma del sonno è ritardato o rimandato a più tardi, rispetto alla maggior parte delle persone. Il ciclo è che ci si addormenta più tardi e ci si sveglia più tardi, una situazione nel quale non si è sincronizzati con il mondo esterno.

Questa sindrome sfocia soprattutto durante l’età adolescenziale poiché è in questa fascia d’età che si inizia a stare svegli fino a tardi. Tuttavia sembra che sia anche collegata ad un fattore genetico, al gene dell’orologio circadiano. Quindi cosa è la DSPS? È una sindrome legata al sonno che si verifica quando il programma di sonno naturale inizia e si conclude in un momento successivo rispetto a quello considerato normale. Per esempio se la maggio parte delle persone si mette a dormire alle 23:00 e poi si sveglia alle 7:00, è meglio di andare a letto alle 3:00 e svegliarsi alle 11:00. A differenza dell’insonnia, questa sindrome è caratterizzata dalla difficoltà ad addormentarsi, ma non a rimanere addormentati.

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Come trattare la sindrome della fase del sonno ritardata

sindrome della fase del sonno ritardata
Dormire bene (Pexels)

Le persone che sono predisposte a manifestare la DSPS, possono tornare in sintonia con il resto del mondo attraverso alcuni accorgimenti. Infatti è curabile ma bisogna essere motivati a cambiare le proprie abitudini.

  • Scegli un incentivo per svegliarti prima. Crea una regola per te stesso, decidi quindi di fare una determinata attività appena sveglio purché ti svegli a quell’ora. E se non ci si svegli a quell’ora, quell’attività è rimandata al giorno dopo. Il senso è trovare la motivazione giusta per iniziare a cambiare le proprie abitudini.
  • Blocca l’ora della sveglia. Una volta trovato l’incentivo giusto, decidi l’orario della sveglia più giusto per te. Difatti, risulta più facile cambiare l’ora in cui ci si sveglia che quella in cui si va a dormire da momento che non si può controllare quest’ultima.
  • Esposizione alla luce intensa appena svegli. Guardare una luce intensa non appena si è svegli, questo comunica al nostro corpo che è mattina e che quindi è ora di alzarsi. Quindi appena ti svegli, tira su la persiana, accendi la luce oppure guarda il telefono un paio di minuti.
  • Provare i farmaci per dormire. Se necessario, come ultima spiaggia, prova ad utilizzare farmaci o integratori per aiutare la DSPS.

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Ma qual è la differenza tra DSPS e insonnia normale? Semplicemente, le persone che preferiscono andare a dormire tardi sono in grado di impostare un’ora per andare a letto prima, se ne hanno la necessità. Le persone con DSPS non sono in grado di fare tutto ciò. Infatti è una sindrome che compromette anche tutte le azioni diurne, influenzando le loro decisioni nella vita. La DSPS, inoltre, è stata collegata anche ad problemi di salute mentale come la depressione, disturbo ossessivo compulsivo, disturbo da deficit dell’attenzione/iperattività. Sembrerebbe anche che questi soggetti siano più propensi ad atteggiamenti autolesionisti e suicidi. Questi effetti collaterali sono un grande motivo per cui è importante identificare e trattare la sindrome della fase del sonno ritardata.

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