Così cominciava la canzoncina, ma esattamente perché la befana viene a portare i dolci (o il carbone, nel peggiore dei casi) durante l’Epifania e quali sono le origini di questa festività?
Il Natale è passato, il Capodanno pure, ora non resta che attendere l’Epifania che, come si suol dire, “tutte le feste si porta via” (purtroppo). Durante questo giorno una vecchietta vestita di stracci è solita portare dolciumi e carbone ai bambini. Ma vi siete mai chiesti da dove ha origine questa tradizione?
Questo è il rito più comune che scandisce questa giornata, ma come mai, dato che il 6 gennaio è una festività religiosa? Durante questo giorno, infatti, i Re Magi giunsero a Betlemme per portare oro, incenso e mirra come doni per la nascita di Gesù? La vecchietta di certo non si rifà al Cristianesimo…cosa c’entra dunque con questa storia? Scopriamo insieme le origini che si celano dietro a questa festa.
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE –> Festività 2022, ponti e giorni in rosso sul calendario: che spreco
La befana è conosciuta in tutta Italia perché con la sua scopa vola la notte tra il 5 e il 6 gennaio per portare dolciumi ai bambini che hanno fatto i bravi e il carbone ai bambini “monelli”. Dolci e carbone li inserisce all’interno di una calza che ogni famiglia prepara in occasione del suo passaggio. Questa tradizione a quanto pare si può ricollegare a quella religiosa.
Secondo una leggenda, infatti, nel viaggio verso Betlemme Gaspare, Melchiorre e Baldassarre chiesero informazioni a una vecchietta, invitandola poi a unirsi a loro. Lei inizialmente rifiutò ma in seguito cambiò idea e così cominciò a cercare i tre Re Magi e il Bambino appena nato bussando a ogni porta e regalando dolci a tutti i bambini che incontrava. Da quel giorno la vecchietta sembra che non abbia mai smesso di riempire di dolciumi le calze dei bambini di tutto il mondo.
C’è poi un’altra leggenda secondo cui la befana non è altro che Madre Natura. Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio si celebravano alcuni riti pagani durante i quali si bruciava simbolicamente un ramo per celebrare la rinascita della Natura. E durante quella notte Madre Natura assumeva le vesti di una strega a bordo di una scopa. Questi rituali hanno degli strascichi ancora oggi, poiché in alcune parti d’Italia, per tenere lontana la sventura, viene bruciato un fantoccio che ha tutte le sembianze di una strega.
E il nome befana invece da dove nasce? La parola “befana” deriva proprio da “Epifania”, una parola greca che significa “manifestazione divina”. Tale manifestazione ha che fare con l’esibizione della luce lunare proprio la dodicesima notte dopo il Natale. Con il passare del tempo il termine è cambiato in “bifania”, “beffania”, fino ad arrivare alla befana che tutti noi conosciamo.
Si tratta dunque di un caso, ma oramai tutti noi associamo questo termine alla famosa vecchietta che “vola di notte con le scarpe tutte rotte e un cappello alla romana”. Alla romana? Ma perché? Forse non tutti sanno che secondo una leggenda la befana è romana ed è a capo di una fabbrica di giocattoli in cui lavorano dei piccoli aiutanti, in questo caso non di Babbo Natale ma della befana!
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE –> Dopo Natale, urgenza detox: i consigli dell’esperto
A quanto pare questi piccoli elfi nell’arco di 364 giorni costruirebbero i giocattoli da donare ai bambini. Il laboratorio si troverebbe in via della Padella 2. Ovviamente questa strada non esiste, ma se andassimo a fare una ricerca su una piantina di Roma di qualche secolo fa scopriremmo che il laboratorio si trovava in corrispondenza di quelle che oggi sono piazza Sant’Eustachio e piazza dei Caprettari. Non a caso, è proprio nei pressi di piazza Navona che si svolgono i festeggiamenti del 6 gennaio. (Serena Ponso)