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Salute e Benessere

Caro Diario: perché tenere un’agenda personale non è (solo) per gli adolescenti

Pubblicato da
Serena Garofalo

Caro diario: tenere un’agenda non è roba (solo) da ragazzi! ecco tutte le ragioni per cui dovresti tenerla anche da adulto

(da pixabay)

Quante volte abbiamo pensato che tenere un diario, dove giornalmente si annotano gli eventi e le preoccupazioni della giornata, sia una cosa da ragazzi di liceo che raccontano le prime cotte, i primi affari di cuore e le prime, leggere, preoccupazioni? La realtà è ben lontana dall’essere questa; chiunque abbia mai frequentato uno psicologo o uno psicoterapeuta sa bene che spesso uno dei consigli che il dottore ci può dare è quello di scrivere le nostre cose. Non a caso la scrittura è indicata come uno dei mezzi di ricerca del sé più potenti: il nero dell’inchiostro, quando siamo noi a guidare la penna, ci parla di noi e ci può aiutare- notevolmente- anche in età adulta.

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Ecco perché tenere un diario anche in età adulta

(da pixabay)

Cosa c’è da sapere prima di iniziare a tenere un diario? Poche cose. Quando scrivere? lo decidi tu. Quando ne senti il bisogno anche se sarebbe consigliabile crearsi una routine di scrittura, ritagliarsi un momento preciso che rimanga sempre quello. Ad esempio: la mattina prima del caffè, quando tutti dormono ancora. Cerca di scegliere un momento in cui puoi essere sicuro che nessuno ti venga ad interrompere. Scrivere di sé  è come aprire un rubinetto intasato da polvere e terreno: l’acqua, prima di uscire fuori, ci impiega il suo tempo e la sua fatica. Quando il getto è fuori, interromperlo è un peccato.

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Trova il modo di scrivere che ti sia più familiare, che più facilmente ti aiuta a sgorgare: a penna, al computer? Un vantaggio di scrivere a penna: l’emozioni che provi rimarranno visibili anche dalla calligrafia. Più distesa, più contorta, omogenea, dissimile. Un vantaggio di scrivere al computer: tutto è più veloce, ergo verosimilmente ti sentirai più invogliato a scrivere. Se scegli di scrivere a penna, scegli un quaderno o un’agenda che fisicamente ti piaccia. Se vuoi, puoi immaginare di star scrivendo a qualcuno: bada, però, di immaginare un lettore con cui sei in confidenza così che i pensieri non si rivestano di impalcature sociali.

Rileggere quello che sei stato o che hai provato, ti aiuterà ad avere il senso del percorso: dove sei stato, dove sei andato. Anche i momenti tristi saranno relativizzati. Ricorda poi non sentirti in colpa se per un periodo non avrai voglia di scrivere: sforzarti non farà che farti vivere male la penna e il foglio bianco, rischiando di prolungare o rendere definitivo il blocco.

 

Serena Garofalo

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Serena Garofalo