A Natale c’è la consuetudine di mangiare la frutta secca, ma perchè? Si tratta di una lunga tradizione che vale la pena conoscere nel dettaglio.
Nei giorni di festa, che comprendono il Natale ma vanno fino all’Epifania, ci sono piatti tipici in abbondanza. C’è l’imbarazzo della scelta, ma ad alcune cose proprio non si può rinunciare. Infatti, il cibo ricorrente che si trova a tutti i pranzi e a tutte le cene è la frutta secca.
La frutta secca comprende pistacchi, semi di zucca, noci, nocciole, mandorle, arachidi, pinoli. A fine pranzo o cena è normale in Italia, in tutte le regioni dello stivale, mangiarne un po’. Questo ci permette di dare al nostro organismo degli elementi molto nutritivi e molto utili. Ma da che cosa nasce questa tradizione?
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Si tratta di una tradizione che ha origini molto antiche e che, forse, non tutti conoscono. Vediamo insieme perchè a Natale si mangia la frutta secca.
La tradizione del mangiare frutta secca dopo i pranzi è molto antica e risale all’epoca dei Romani. Loro lo facevano alla fine di pranzi raffinati e importanti. Tuttavia, come avrete capito, non era di certo collegata al Natale o alla religione cristiana. I Romani utilizzavano anche la frutta secca anche per augurare tanta fortuna. Poi questa usanza si è integrata perfettamente con il cristianesimo, come tante altre cose.
Pensate che era consuetudine anche regalarla tra le persone povere e questo si è mantenuto nel tempo. Se ci pensate bene nei cesti natalizi, tipici delle feste, della frutta secca non manca mai. Insomma, una consuetudine che arriva da due rami importanti, quella nobile e quella del popolo che oggi ha trovato un’unica espressione nel periodo delle festività natalizie.
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La frutta secca si può gustare da sola oppure all’interno di alcuni dolci. Tuttavia, anche se è sempre consigliata e fa molto bene, come in tutti i cibi, non bisogna assolutamente abusarne perchè contiene molte calorie. Gli esperti raccomandano circa 30 g di frutta secca a pasto e non di più.