Quando digiunare fa bene, l’ultima teoria dell’evoluzione ci potrebbe lasciare un po’ spiazzati ma potremmo anche scoprire molto su di noi
Digiunare ci farebbe bene; questa l’ipotesi dell’ultimo studio su una recente teoria evoluzionistica. Pure se non può essere considerato una vera e propria dieta o regime alimentare che dir si voglia, riguardando al massimo un solo giorno a settimana, comunque vi consigliamo di non prendere scelte autonome sul vostro stato alimentare e di consultare prima il vostro medico. Alcune patologie infatti potrebbero impedire il corretto svolgimento del digiuno.
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Digiunare una volta a settimana potrebbe farci bene. Questo è vero secondo l’ultima teoria dell’evoluzionismo secondo la quale, nel corso della storia umana, la natura ha selezionato in noi e per noi la sopravvivenza di alcuni geni, i geni della sopravvivenza, appunto. Per far fronte alle carestie che spesso sovvenivano nel corso della storia, la natura ci ha consentito, tramite questi geni, di accumulare grasso nei periodi di buona per usarlo poi quando il cibo sarebbe mancato.
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Fin qui tutto bene: dobbiamo ora considerare l’ovvio cambiamento ambientale subentrato nell’ultimo secolo. Di carestie, e abbiamo avuto la prova del nove durante il lockdown, non ce ne sono più. Questo vuol dire che noi accumuliamo, accumuliamo, accumuliamo e, sostanzialmente, non usiamo mai. Questo spiega il perché del giorno di digiuno, magari a cadenza settimanale: simuliamo la carestia.
Ovviamente il digiuno non dev’essere completo: vanno bene tisane e verdure. Così facendo non solo “assecondiamo” i nostri geni ma ristabiliamo anche il senso di fame concreto, visto che spesso mangiamo solamente per noia, per pigrizia o solitudine.