Il dado da brodo lo utilizziamo molto spesso in cucina, ma è bene sapere da cosa è composto per evitare che risulti dannoso per la nostra salute.
Diffusi in moltissime culture, i dadi da brodo sono diventati un ingrediente base della cucina per insaporire i piatti quali, tra gli altri, zuppe, risotti, insalate, pasta o snack. Nonostante sia sicuramente molto utile, bisogna anche tenerne in considerazione il contenuto, per evitare di farne largo utilizzo.
La storia del dado è davvero avvincente e risale ai primi anni dell’Ottocento. Fu ideato da un farmacista francese, Antoine-Auguste Parmentier, per sfamare l’esercito impegnato nella battaglia per reintrodurre la monarchia in alcuni Stati europei. La sua nascita si deve in seguito alla richiesta di inventare un estratto di carne da accompagnare con le patate.
Si tratta senz’altro di una piccola rivoluzione culinaria, poiché è versatile e in grado di insaporire le pietanze più ispide, ma non solo. Ma non per questo non bisogna chiedersi che cosa ci sia al suo interno.
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Questi piccoli cubetti quadrati e duri sono in realtà realizzati con brodo di verdure, ma anche di carne disidratate. Una volta sciolti in acqua generano infatti un brodo istantaneo. Ma non sono tutti uguali e il loro sapore dipende, oltre alla marca, anche dalle spezie aggiunte che possono includere aglio, curcuma, rosmarino e molto altro.
Detto ciò veniamo ora ai motivi per i quali è bene evitare di utilizzare i dadi se non strettamente necessari.
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Dovremmo quindi rinunciare al sapore? Certo che no, ma vogliamo insaporire il brodo o altre pietanze forse è il caso di farlo seguendo delle ricette più salutari. (Serena Ponso)