Rimandare viene sempre vista come un’azione negativa di chi è pigro. Ma non è così. In realtà procrastinare ha molti lati positivi.
È risaputo ormai. Alcune persone tendono a rimandare ogni cosa, ogni impegno, a domani, al giorno dopo, tra una settimana o anche di più. Dalla società in generale queste persone che tendono ad avere questo tipo di atteggiamento sono considerate pigre e vengono viste in modo negativo. Ma se non fosse segno di negatività?
Infatti, alcuni studiosi hanno ritenuto opportuno sfatare questo mito. Pare che rimandare le cose ad un altro momento non sia soltanto negativo ma includa una serie di elementi del tutto positivi. Grandi geni anche del nostro tempo erano abituati a rimandare le cose, ma sono rimasti comunque dei geni.
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Rimandare è anche non perdere tempo in attività che non sono adatte alla persona, ma non solo. Ma ecco qui di seguito nell’articolo che cosa è emerso da alcuni studi e da alcune ricerche di importanti studiosi.
Rimandare non è un segno negativo: i lati positivi della procrastinazione
Adam Grant, docente di Management è partito con il suo interessante ragionamento dal fatto che, appunto, alcune delle menti più innovative amavano procrastinare impegni, idee, appuntamenti. Una di queste è il famosissimo Steve Jobs. Con il tempo questo tipo di comportamento è stato definito come pigro e inaffidabile, un qualcosa che crea fastidio negli altri.
Ma invece, procrastinare non ha un’accezione soltanto negativa. C’è la procrastinazione strategica, ad esempio, cioè rimandare ad un momento più opportuno. Del resto, era proprio questo il significato antico del termine “procrastinare”, andare alla ricerca del “momento giusto”. Ed ecco, quindi, che rimandare un qualcosa è un modo per prendersi del tempo per vedere il quadro generale, per vedere se si è lasciato da parte qualcosa di utile. Rimandare significa correggere, significa anche migliorare.
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Un altro studio dal titolo The Structural and Fuctional Signature of Action Control dice che chi rimanda spesso le sue attività è perchè ha l’amigdala più grande e l’amigdala è alla base delle emozioni, come l’ansia. Non è colpa sua, dunque, se ha questa propensione a rimandare. Ma, lo ripetiamo, non è per forza qualcosa di negativo. Chi rimanda può essere, in realtà, un grande creativo.