Olio di palma, altre cattive notizie sull’uso di questa sostanza: degli studi svolti di recente contribuiscono alla sua condanna
L’olio di palma, su cui già tanto si era discusso, torna a far parlar di sé e sempre nello stesso segno. Già nel non lontano 2015 uno studio condotto in casa dalle università di di Bari, Padova e Pisa, in collaborazione con la Società Italiana di Diabetologia aveva dimostrato in che modo l’uso dell’olio di palma andasse ad impattare sulla nostra salute: questo distruggeva le cellule del pancreas predisposte alla produzione di insulina.
Questo favoriva l’insorgenza di diabete mellito e problemi vari di natura cardiovascolare.
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Ora un nuovo studio condotto stavolta a Barcellona dimostra come l’uso dell’olio di palma favorisca la diffusione dei tumori. Nel 2017 questo collegamento tra l’acido palmitico e la diffusione delle metastasi era già stato dimostrato: non si era riusciti a capire però quale fosse il collegamento. Ora, invece, ci siamo.
Gli scienziati sotto l’egemonia del ricercatore dell’ICREA dottor Salvador Aznar-Benitah dell’IRB Barcelona hanno dimostrato come una dieta ricca di acido palmitico renda le cellule tumorali più aggressive. In particolar modo le cellule legate ai tumori della bocca e della pelle.
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La cattiva notizia è che l’acido palmitico lascia un vero e proprio marcatore di “memoria” che rende il profilo delle cellule tumorali più aggressivo. Questo fa attivare le cellule di Schwann e il proliferare del tessuto extracellulare.
Quali sono quindi i prodotti che contengono olio di palma? Questi possono essere sia alimentari che non alimentari.
Tra i non alimentari abbiamo:
Per i prodotti alimentari invece:
Serena Garofalo