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Il primo incarto commestibile: che sia la strada per il futuro?

Pubblicato da
Serena Garofalo

Sul mercato il primo incarto commestibile: che sia questa la strada per il futuro e per combattere il crescente inquinamento da plastica?

inquinamento da plastica (pixabay)

E’ stato rilasciato sul mercato il primo incarto commestibile dall’azienda britannica Gousto. Per il momento avvolge il dado da brodo: il suo uso è assai semplice. Invece di finire scartato ed andare ad accumularsi alla tanta altra plastica che lentamente avvelena il nostro ambiente, andrà sciolto assieme al dado stesso nell’acqua. Per il momento l’applicazione, come detto, è ad un singolo prodotto. Ma non sfuggono al lettore gli effetti che questo dovrà avere se le cose si facessero su più ampia scala: che sia questo il modo di purificare il nostro ambiente, combattendo il crescente inquinamento?

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Il primo incarto commestibile: un uso rivoluzionario

brodo (pixabay)

L’incarto è realizzato con una pellicola a base di piselli che ha praticamente i vantaggi della plastica, essendo però biodegradabile e commestibile. In più è anche una pellicola vegana e senza glutine. Insomma: cosa vogliamo di più?

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E’ la prima volta per un imballaggio simile a questo di riuscire ad entrare sul mercato. Per ora la scelta è limitata ad uno dei kit dell’azienda britannica Gousto,  la zuppa di carote e lenticchie alle spezie indiane, ma già si lavora perché ci sia un’estensione ad altri prodotti. Noi speriamo che, le altre aziende, seguano l’esempio: è un’opportunità preziosissima che dobbiamo percorrere fino in fondo.

Il progetto è stato portato avanti in collaborazione con Xampla, spin-out commerciale dell’Università di Cambridge. Simon Hombersley, CEO di Xampla, spiega la recente scoperta “il  film è stato creato utilizzando amido e proteine ​​dei piselli. Il nostro processo di produzione include l’uso di aceto, ma non ne rimane nel prodotto finale.”  e continua “ Questo processo di controllo dell’autoassemblaggio delle proteine ​​è il modo in cui creiamo il film resistente e flessibile: la formulazione precisa del materiale è un segreto commerciale, ma tutto è naturale al 100%, non utilizziamo materiali sintetici nel nostro prodotto o processo. “

Serena Garofalo