In un conto cointestato non in tutte le situazioni può esserci una equa ripartizione dei beni. Sono diversi i casi che fanno da eccezione.
Conto cointestato, sapevate che non è del tutto accessibile per uno dei coniugi? Il riferimento è a chi tra i due non ha aperto il suddetto conto corrente ma risulta beneficiario. La situazione del conto cointestato è tipica di quelle coppie sposate che scelgono la comunione dei beni.
E chi apre un cc condividendolo con il coniuge è poi il solo a potere avere liberamente accesso al denaro ivi depositato. L’altro può effettuare dei prelievi soltanto se in presenza di precise disposizioni da parte del titolare.
Poi però ci sono delle eccezioni. Ad esempio se è presente una tipologia di firma disgiunta all’apertura del conto cointestato, allora tutte e due le parti in causa possono usufruire normalmente dei beni depositati sullo stesso cc. Il denaro presente va ripartito esattamente per metà ed appartiene al 50% ad uno ed al 5% all’altro.
Un’altra cosa importante da sapere è che comunque certi fondi rimangono invece totalmente appannaggio di uno solo dei due soggetti. Sono quelli che precedevano il matrimonio, così come eventuali lasciti, eredità e donazioni avvenute anche dopo le nozze.
Potrebbe interessarti anche: Bonus Patente, rimborsi fino a mille euro: come ottenerlo
Se il marito eredita da un suo parente, per la legge quei beni sono al 100% suoi. Sono anche beni individuali la pensione, i proventi per la vendita di un immobile del quale si era proprietari ed eventuali risarcimenti danni.
Potrebbe interessarti anche: Test della personalità, il colore della tua auto dice chi sei
Potrebbe interessarti anche: Nuovo Codice della Strada, inasprite multe e taglio dei punti: le novità
Con la firma disgiunta su di un conto corrente intestato sia al marito che alla moglie infine entrambi possono compiere delle operazioni sul libretto senza necessitare del permesso del coniuge. Fa eccezione soltanto il caso in cui uno dei due sia il responsabile autorizzato deputato a svolgere le operazioni di carattere bancario.