Tessera del supermercato, un oggetto che tutti noi abbiamo e che sfruttiamo ogni volta che facciamo la spesa: i rischi che comporta sulla nostra privacy.
Ogni volta che facciamo la spesa la tiriamo fuori: la tessera del supermercato la teniamo sempre con noi, a portata di mano, all’interno del portafogli. Una volta recuperati i prodotti, svuotiamo il carrello sulla pedana della cassa, ed ecco che estraiamo la nostra tessera per sfruttare i vantaggi della fedeltà. La tessera del supermercato è sempre conveniente, almeno dal punto di vista economico, tanto che permette di accumulare punti, buoni sconto e avere altre agevolazioni.
La carta fedeltà è un simbolo: testimonia il rapporto tra cliente e negozio. Ma questo rapporto viene sottoscritto schedando il cliente, prendendo da questi tutti i dati personali. Spesso si tratta di sconti sulla merce acquistata, o ancora di buoni punti per ricevere premi o vantaggi economici. Ma quando si richiede bisogna compilare un modulo nel quale inserire i propri dati personali. Quali rischi si corrono una volta firmato il modulo di richiesta della tessera del supermercato?
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Tessera del supermercato: la nostra privacy è davvero tutelata?
Risparmio al costo di una schedatura personale, conviene? Il Garante della privacy si è interessato a questo fenomeno, ponendosi proprio questa domanda. Ci sono dei rischi a possedere la tessera del supermercato? La tessera è studiata in modo tale da convincere il cliente ad acquistare sempre nello stesso negozio, in cambio questo riceve sconti e premi.
La convenienza c’è, è innegabile, sia per il cliente che per il negoziante. L’equazione è: più spendi soldi e più premi ricevi. Ma il consumatore deve schedarsi, fornendo tutti i suoi dati personali. Nome, cognome, domicilio, professione, numero di telefono ed email, codice fiscale. Questi sono i dati da fornire quando si compila il modulo per la tessera.
Tutto questo serve al negozio per monitorare i clienti, ogni volta che si fa la spesa e si passa la carta alla casa, il negozio viene a sapere tutto di noi. Quante volte siamo andati a fare la spesa, la nostra professione, quanto spendiamo di media, che prodotti acquistiamo di più e molto altro. Tutto questo serve non solo per fidelizzare i clienti, ma anche per fornire statistiche sui prodotti da esporre e a chi destinarli.
In questo modo il negozio può agire di conseguenza, magari applicando sconti su determinata merce, oppure non prendendo alcuni prodotti dai fornitori. Il Garante della privacy infatti lamenta il fatto che i clienti non siano messi al corrente delle loro scelte. Ciò è eticamente scorretto, ma questo è uno dei mali dell’epoca contemporanea. Per contrastare tutto ciò, le Autorità hanno costretto i supermercati a informare i clienti nel momento stesso in cui questi richiedono la tessera.
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Una volta informato, il consumatore può scegliere se compilare il modulo o no. Oppure se questo vuole comunque la tessera ma non vuole fornire il consenso al trattamento dei dati ai fini di marketing. Inoltre, il garante ha stabilito che i dati dei clienti debbano essere conservati in archivio solo per due anni. Poi vanno cestinati. Prima di firmare qualsiasi modulo, informatevi bene.