Ad una certa età, verosimilmente dopo i sessant’anni, iniziamo ad invecchiare. Questo test della matita ci rivela molto sul nostro stato neurologico
Passati i sessanta, anche se per alcuni i primi sintomi di invecchiamento si rivelano già precocemente attorno al quarantesimo anno di età, molti devono iniziare a fare i conti con i primi rallentamenti e fattori fisici che parlano di decadimento fisico. Tale decadimento, chiamiamolo così, o processo di invecchiamento per essere più corretti, non riguarda il solo corpo.
E’ in primis la materia grigia a deteriorarsi e il nostro stato neurologico si modifica lentamente, gradualmente, man mano che procediamo negli anni. Spesso, anche in ambito clinico, viene effettuato un test, il test della matita appunto, che può essere rivelatorio sul nostro stato di salute.
Andiamo ad esplorarlo nel dettaglio e capiamo perché dice molto di noi.
Test della matita, cosa ci dice di noi
Il nome, nel dettaglio, è Clock Drawing Test, il test dell’orologio, e consente di individuare alcuni disturbi della sfera psicologica e neurologica, come per esempio l’esordire di alcuni demenze. All’apparenza è molto semplice: viene chiesto al paziente di disegnare un orologio e di disegnare poi le ore undici e dieci.
Le aree toccate da tale comando sono svariate: memoria, abilità motorio-prassiche, visive, uditive, esecutive e di pianificazione. Quanto il disegno venga circolare, quanto il tratto sia preciso, la distribuzione delle lancette e dei numeri ci rivelano molto del paziente. Un paziente malato d’alzheimer fondamentalmente non riesce a eseguire il disegno richiesto e, laddove riuscisse, il risultato finale apparirebbe fortemente compromesso.
Ricordiamo che la valutazione deve avvenire sempre e comunque in ambito medico, sotto il controllo di uno specialista.
Serena Garofalo