Trattenere la pipì può essere un vero e proprio danno: un calcolo preciso svela una profonda verità. E anche farla in fretta non è una gran cosa.
Bisogni giornalieri, a cui tutti noi non possiamo sottrarci. Per molti di noi, un momento di intimità in bagno è molto di più di un semplice ristoro quotidiano. Esistono persone che in bagno si perdono nei pensieri più profondi. Sembra l’inizio di una presa in giro? Dispiace per chi la percepisce come tale, ma è un vero e proprio dato di fatto, che molti di noi fanno fatica ad esternare in pubblico.
A ognuno il suo, o la sua, di espressione. In altri momenti, invece, un calcolo preciso, senza stare lì a pensare troppo, potrebbe svelarci moltissime cose non percepite o conosciute in precedenza. Aspetti che potrebbero migliorare il nostro metabolismo, la nostra conoscenza e altro ancora.
Come, ad esempio, capire in quanti secondi è giusto fare la consueta e quotidiana pipì. L’aspetto urinario, molto conosciuto nel panorama della società moderna anche in ambito medico, non è da sottovalutare in nessun modo. Soprattutto se parliamo in termini di secondi. Quali? Quelli da passare in bagno. Ma entriamo nel vivo della faccenda.
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In quanti secondi fare la pipì? Mai trattenere, mai velocizzare i tempi!
Tutto parte dalla ricerca e della scienza. L’argomento era già stato trattato a livello animale. Un calcolo sul loro mondo. Oggi, invece, prendiamo in esame la materia concentrandoci sulla nostra specie, quella umana. Con le parole di Nicole Eisenbrown, un’urologa che è tornata sulla questione già affrontata qualche tempo fa, grazie a una recente intervista uscita su Well and Good.
Il tempo di calcolo, preciso, è pari a 21 secondi. Nel caso qualcuno di noi dovesse impiegare molto più tempo nell’attività urinaria di tutti i giorni, ma anche molto meno, questo potrebbe comportare dei problemi. Non per forza di cose molto gravi. Ma comunque dei problemi.
Ad esempio. Alcune persone, per il lavoro che svolgono tutti i giorni, sono più portate a trattenere la pipì durante le ore lavorative stesse. Tutto questo può comportare un dilatarsi della vescica, causando problemi funzionali lungo la linea. Tempi più lunghi, invece, nel momento dell’emissione dell’urina, potrebbero comportare anche problemi alla prostata negli uomini.
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Ma, come detto in precedenza, potrebbero capitare anche intervalli di tempo più bassi dei 21 secondi stabiliti. In questo caso si potrebbe avere una vescica iperattiva. A questo punto il rischio è quelli di avere una presenza di calcoli o di cistite. Appuntare questo intervallo di tempo, e cioè i 21 secondi sopracitati, potrebbe essere un buon modo per capire se abbiamo un normale svolgimento, o meno, delle vie urinarie a livello quotidiano.