In Italia c’è un progetto che viene chiamato la “Foresta Condivisa”. Un qualcosa che si fa spazio tra il verde, a cui tutti sono chiamati a partecipare.
Abbiamo capito qualcosa da questi due anni di pandemia? Forse sì, forse no. Ma se alla fine lo abbiamo capito, abbiamo anche intercettato quella voglia di essere comunità, di fare comunità, di pensare come comunità. E non come singolo individuo. Tutto questo non si palesa, però, solo dinanzi ai nostri occhi da esseri umani. Abbiamo bisogno di essere un tutt’uno anche con l’ambiente circostante. Che, anche a nostra insaputa, ci abbraccia in tutto il suo essere.
Per questo motivo, e altri ancora, dobbiamo abbracciare dei progetti che rimettano al centro di tutto l’essere umano e l’ambiente che lo circonda. Andando a toccare, sfiorare, osservare e abbracciare quelle aree verdi. Solo così potremmo dare vita a dei progetti i quali vale la pena di definire rivoluzionari e innovativi. Proprio uno di questi è nato negli ultimi tempi.
Si chiama la Foresta Condivisa. E già il nome dà una prospettiva di cosa può inglobare. Ma se la prospettiva è importante, è ancora più significativo entrare nel nocciolo della situazione e identificarla in tutto il suo essere. Perché ove c’è natura, curata, c’è anche speranza. Non per niente i due termini sono accomunati dallo stesso colore: il verde.
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Un parco, che è un bene comune, un bene di tutti. Il Parco Naturale del Po piemontese. Comprende un insieme di fiumi, di boschi, di pianure e una vastità di verde che pone bellezza dinanzi gli occhi umani solamente nell’osservarla. Aree naturalistiche si estendono fino a 200 chilometri, andando a toccare i confini della Lombardia.
Il Piemonte, dunque, si è reso noto per questo importante progetto. E perché, all’interno di esso, c’è anche la cosiddetta Foresta Condivisa. Cosa rappresenta nel senso stretto termine che la riguarda? È un progetto appena nato, in divenire, ma che è già “esploso” in tutto il suo splendore. Un percorso che si preoccupa di rigenerare l’area coinvolgendo più persone possibili. Enti privati, pubblici, cittadini e associazioni. Nessuno escluso.
Proprio per questo, accanto al termine Foresta, si è deciso di metterne un altro: Condivisa. Perché chiunque vuole, può prendere parte alla realizzazione di un progetto ambizioso, che tende a prendersi cura della biodiversità. Ognuno con le proprie competenze e le proprie abilità.
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L’obiettivo finale è quello di riuscire a piantare un albero per ogni cittadino residente nei Comuni interessati dalle aree protette del Po piemontese entro i prossimi dieci anni. Il tempo c’è, l’impegno pure. E dopo la Foresta Condivisa, se si continua di questo passo, si potrà costruire la Foresta Di Vicinato, raggiungibile dagli stessi cittadini che abitano nelle zone fluviali con mezzi di trasporto sostenibili. A volte, per essere ambiziosi e cercare di volare alto, bisogna prima accorgersi di chi ci vive accanto, sia esso un essere umano, un animale o una pianta. Da rispettare e accudire come se lo facessimo con noi stessi.