Vi siete mai chiesti da dove salti fuori il vostro cognome? Potrebbe essere il segno che la grande storia ha lasciato su di voi.
L’usanza del cognome nasce da quel periodo che erroneamente siamo portati a considerare buio: il Medioevo. Così come molte altre nostre usanze, anche questa del cognome si diffonde durante il Medioevo. Dapprima furono i ceti nobiliari a fregiarsi di questo secondo riconoscimento per far mostra di sé e delle proprie origini: pian piano l’usanza si diffuse nel resto della popolazione fino ad arrivare al concilio di trento: nel 1545 fu deciso che tutti i bambini venissero registrati con nome e cognome.
Un’usanza simile era d’altra parte già diffusa nel mondo classico. I romani avevano ben tre indicazioni, i famosi tria nomina. Un praenomen che sarebbe il nostro nome proprio, un nomen che indicava la famiglia d’appartenenza (la Gens) e il cognomen che individuava il nucleo più stretto al quale si apparteneva all’interno della Gens.
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Il nostro cognome può dire molto della nostra origine: vi siete mai chiesti quali radici abbia il vostro albero genealogico? La prima cosa che salta all’occhio è che i cognomi sono in primis diffusi per luoghi geografici, almeno per la maggior parte, e quindi abbiano avuto diffusione locale.
La seconda cosa che un cognome può comunicarci è la nostra appartenenza: L’italia, nel corso dell’età di mezzo, di dominazioni ne ha viste parecchie e, il più delle volte, questi domini coesistevano in diverse zone nello stesso periodo. Il nostro cognome può rivelarci barbari, longobardi, discendenti latini, imparentati con il dominio dei francesi angioini o degli spagnoli aragonesi, lontani discendenti degli austeri e illuminati imperatori austriaci, o cugini di quei pirati arabi che fecero a più riprese tremare il medioevo.
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Alcuni cognomi possono essere patronimici o essere ricalcati su un mestiere. Sul web sono disponibili svariate risorse che ci danno la possibilità di costruire il nostro albero genealogico come cognomix.
Serena Garofalo