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Allarme pasta: cosa cambia nell’economia dei cibi farinacei

Pubblicato da
Andrea

Allarme pasta, nei prossimi mesi cambierà notevolmente l’economia legata ai cibi farinacei. Cosa significa e che conseguenze ci saranno sul mercato.

Mangiare pasta di sera fa bene Foto dal web

Crisi della pasta. Termine in voga nell’ultimo periodo che richiama a diversi campanelli d’allarme non solo di natura economica: l’Italia sta cercando di ripartire e lo fa attraverso i suoi beni primari. L’importazione e l’esportazione sono alla base di qualunque tipo di economia, con l’avvento delle risorse sostenibili i piani sono cambiati, ma la sostanza resta.

Lo Stivale incamera guadagno soprattutto da un regime economico circolare che permette anche di avere ottimi rapporti con gli altri Paesi: import-export, principio base di nuovi e vecchi mercati. Domanda e offerta cambiano a seconda del periodo e ultimamente la pastasciutta sta vivendo un momento difficile: a causa della Brexit e dei controlli nel Regno Unito le esportazioni del prodotto sono calate di circa il 20% sulla disponibilità complessiva.

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Allarme pasta: come cambia l’economia alimentare dei farinacei

(Foto Pexels)

Dato che implica diverse situazioni poco piacevoli, soprattutto in merito alla produzione. Il fattore da tener presente è anche la crisi pandemica che si è abbattuta sull‘Inghilterra e l’Europa – economia al collasso – in generale. Il virus ha cambiato le abitudini di molti e la dieta mediterranea ha subìto una frenata non indifferente. Persino le materie prime come passata di pomodoro e sughi stanno avendo difficoltà nello smercio. In Italia diminuiscono i consumi, all’estero calano le richieste.

Questione di priorità. Attualmente si punta al risparmio: meno quantità, più qualità. Congiuntura che porterà, inevitabilmente, all’aumento dei prezzi. 30% in più sulle prossime produzioni, almeno fino a Natale questo sarà il trend con conseguenze particolarmente delicate. Gli italiani andranno sempre più verso una spesa oculata e consapevole, il problema sarà come gestire questo cambiamento di prospettiva con il mercato estero.

Andrea