Violenza sulle donne, con la pandemia le ritorsioni sulle partner sono aumentate notevolmente: “Telefono Rosa” al fianco delle vittime.
La crisi post pandemica presenta problemi economici, ma anche e soprattutto sociali. Sempre più persone rasentano la soglia di povertà: l’economia – anche se in ripresa – non riesce a soddisfare la domanda crescente di occupazione. La chiusura reiterata di attività non garantisce un futuro a una grossa fetta di comunità falcidiata da scadenze e mancati introiti. Frustrazione collettiva che spesso sfocia in situazioni limite in grado di indurre a diverse forme di violenza. Anche dentro le mura domestiche: la piaga dei femminicidi ha scandito le annate pre-Covid e nell’epoca post Coronavirus continua a marcare la quotidianità di molte donne.
Le uccisioni e le violenze arrivano dal partner che, spesso, dà sfogo ai suoi istinti più beceri in preda a un’ira incontrollabile: troppe compagne, ignare delle conseguenze, hanno pagato la metamorfosi di un amore malato. Questo meccanismo perverso ha trovato, successivamente, nuova linfa durante i periodi di chiusura forzata. Lockdown e misure preventive hanno accentuato livori e angherie negli ambienti domestici, fino a esiti deplorevoli e irreparabili.
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Le percentuali parlano chiaro: nell’ultimo anno, l’81% dei femminicidi è avvenuto all’interno della famiglia. Campanello d’allarme che ha portato i centri antiviolenza a prendere provvedimenti e tutele da adottare: in tal senso è nato il numero 1522 che offre protezione e soccorso alle donne che hanno subìto violenza e scelleratezze di qualunque tipo.
Il “Telefono Rosa” ha garantito una via d’uscita a molte donne in difficoltà. Le situazioni scabrose, nell’ultimo periodo, sembrano essere diminuite (mai abbastanza, ma è già un primo e importante passo). Il 1522 – raggiungibile anche attraverso app – ha debellato molteplici realtà malate e altrettanti rapporti tossici che avrebbero potuto avere ben altri esiti. Violenze interrotte sul nascere grazie alla forza di donne che hanno avuto il coraggio e la prontezza di denunciare in maniera immediata certi atteggiamenti ancora inammissibili.
I centri antiviolenza collaborano con “Telefono Rosa” e – data la crescente richiesta di aiuto – sono diramati sul territorio per offrire un’alternativa a chi sembrava non averne più: una collaborazione imprescindibile e in via di sviluppo che prova a mettere una toppa ad alcuni problemi che, purtroppo, si sono rivelati il male di questi tempi: il virus del possesso ha travolto sempre più persone, per arginarlo – spesso – non basta il dialogo. Serve un intervento mirato e capillare da parte di istituzioni e attività correlate.