Caviglie e ginocchia doloranti, i rimedi naturali per avere sollievo senza l’uso di pomate e antiinfiammatori. Scopriamo in che modo.
Molto spesso capita di andar a dormire stanchi e risvegliarsi come se non avessimo riposato. Ciò accade non perché non si sia dormito bene ma perché il risveglio del proprio corpo non avviene nel modo adeguato.
A cosa è dovuta questa rigidità muscolare? Cosa possiamo fare per un risveglio totale più energico? A cosa sono dovute le caviglie e ginocchia doloranti? Cosa possiamo utilizzare al posto delle pomate? Scopriamolo insieme.
Siamo onesti, superati i 40 anni gli acciacchi cominciano a farsi sentire e tra le varie problematiche si fa avanti anche l’artrite reumatoide.
Si tratta di una malattia infiammatoria autoimmune permanente (cronica) che provoca dolore, gonfiore, rigidità e perdita delle funzioni delle articolazioni.
La malattia può colpire giovani e anziani ma fondamentalmente nel 70% dei casi la malattia compare tra i 40 e i 60 anni di età.
Le articolazioni maggiormente coinvolte sono quelle delle dita delle mani, dei polsi, dei piedi, delle caviglie e delle ginocchia.
Altre cause oltre all’artrite in cui si manifestano le caviglie e le ginocchia doloranti possono essere:
Ecco perché nel prossimo paragrafo andremo a capire come possiamo fare per dare sollievo a caviglie e ginocchia doloranti a prescindere dalle cause che determinano questa condizione, senza usare pomate e antinfiammatori.
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Naturalmente di fronte ad una patologia come l’artrite reumatoide occorre rivolgersi ad un reumatologo, il quale oltre a prescrivere vari esami per diagnosticare con certezza la patologia.
Inoltre potrà stabilire il tipo di terapia idonea ad alleviare il dolore. In molti, però, non sanno che per caviglia e ginocchia doloranti è possibile evitare l’uso di pomate ed antinfiammatori ma semplicemente si può intervenire mettendo in atto degli accorgimenti quali:
Il movimento come l’allenamento con i pesi stimola in modo significativo i tessuti (muscolare e connettivo) che vengono rigenerati e irrobustiti, mentre l’inattività li rende sempre più deboli, atrofici edipotonici favorendo anche l’osteopenia oltre all’inevitabile calo di massa muscolare.
Molto importante è la frequenza di allenamento che per essere ottimale dovrà essere di 3/4 allenamenti settimanali da 60/75 minuti.
Concludere sempre con una sessione di stretching per preservare la mobilità articolare e l’estensibilità muscolare.
Ovviamente l’attività andrà adattata all’utente in base alle caratteristiche soggettive quali: stadio della patologia, livello di allenamento, capacità motorie.
Dopo una sessione di attività fisica, è consigliato un bel massaggio rilassante, che avrà un effetto benefico per il corpo e anche alla mente.
Raffaella Lauretta