Magari li tenete chiusi in qualche cassetto oppure in uno scatolone in ripostiglio. I gettoni telefonici hanno un buon valore e sono ambiti dai collezionisti.
Gettoni telefonici, uno dei simboli degli anni ’80 e ‘90 in particolare. In tanti tra noi che sono nati almeno da metà degli Ottanta ad andare a ritroso ricorderanno le estati soprattutto a chiamare i nonni a casa nelle cabine telefoniche e nelle postazioni dei telefoni pubblici.
Altre icone di quei decenni che sono vivi ormai solamente nella memoria e che accostiamo oggi ad una sensazione di benessere e di felicità che ci sembra di non vivere più. E non c’erano solo i gettoni telefonici ma anche le schede. Bellissime, variopinte, una vera e propria arte alternativa, tutta da collezionare.
Sia le schede che i gettoni telefonici possono assumere oggi un valore elevato. Quest’ultimi entrarono in vigore nel 1927 e la loro prima apparizione fu alla Fiera Campionaria di Milano. L’anno di dismissione invece è il 2002. A realizzarli era la Società telefonica interregionale piemontese e lombarda, abbreviata in Stipel.
Su ognuno sono tale acronimo ed un identificativo numerico che indica l’anno in cui ciascun gettone è stato coniato. Ecco di seguito la scala di valore economico a seconda della serie ed anche delle condizioni dei gettoni telefonici.
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Che ovviamente più sono ben conservati e più valgono. Oggi, un gettone può valere dai 10 ai 60 euro. Dipende tutto dall’anno in cui sono stati coniati.
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Realizzati in una lega di nichel, zinco e rame nota come “alpacca”, o direttamente in bronzo, i gettoni della Stipel vennero accostati e poi rimpiazzati da quelli della TETI, che diventerà poi SIP ed in tempi più vicini a noi Telecom.
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Il numero a quattro cifre era indicativo rispettivamente dell’anno e del mese in cui era stato coniato. Con l’avvento del telefono cellulare infine gettoni, schede e cabine telefoniche sono spariti dalla circolazione.