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Radioattività negli alimenti: il report di ARPA Lombardia dà l’allarme

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Redazione Inran

Dal 1988, ARPA monitora il livello di radioattività degli alimenti. Qui vi diciamo quali sono quelli più a rischio secondo il report 2020.

(Foto: Pexels)

Sono passati pochi mesi dal rapporto di ARPA Lombardia sulla radioattività. Un fenomeno naturale che, però, può anche essere artificiale. Ecco perché da dopo il disastro di Chernobyl, è stata messa a punto una struttura in grado di monitorare i livelli di cesio e radon nelle acque, nell’aria, al suolo e negli ambienti abitativi. Sì perché la più grande fonte di esposizione arriva, innanzitutto, dalle nostre case, ed è seguita a ruota da strumenti medici e diagnostici come radiografie e TAC. Ma c’è anche un’altra contaminazione, che annienta la fauna e la flora e arreca danni all’organismo apportando radioattività negli alimenti.

Dove e perché si trova la radioattività

(Foto: Pexels)

La radioattività naturale delle rocce è data da elementi come il trizio, l’uranio e il torio. Isotopi con cui veniamo a contatto da sempre, per l’estrazione di materie prime.

Queste causano il cosiddetto fondo di radioattività, insieme alla radioattività naturale chimica; dall’unione delle radiazioni esterne alla Terra e dal loro incontro con l’atmosfera si genera, ad esempio, il carbonio 14.

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La principale fonte di radiazioni, dunque, è naturale. Queste sostanze sono in grado di contaminare acqua e terreno, con gravi rischi per la salute. La loro presenza è legata fortemente al territorio, e da ultimo, alle attività umane.

Ecco perché, recentemente, ARPA Lombardia ha pubblicato un report con i risultati delle rilevazioni effettuate nel 2020.

Gli alimenti più sicuri e quelli a rischio

(Foto: Pexels)

Nel 32% dei casi è stato rilevato ancora del cesio 137 come conseguenza del disastro di Chernobyl in più di 1000 campioni prelevati tra: prodotti alimentari, acque potabili e matrici ambientali. Gli alimenti più a rischio sono risultati essere selvaggina, pesci di lago e funghi, specie se spontanei.

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Altrettanto pericolosi sono latte e latticini, nonché la carne bovina da cui arrivano. Al terzo posto ci sono cereali, ortaggi e frutta, con il 4%; mentre tra gli alimenti più sicuri si trovano: verdure a foglia verde, miele e molluschi.

Buone notizie per le acque potabili, i cui livelli di radioattività, anche artificiale, sono trascurabili. Discorso simile per l’aria, dove oltre al cesio 137 è presente lo iodio 131, anche se entro i limiti consentiti dalla UE.

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La Ica

Redazione Inran