Nel nostro piccolo, la mettiamo in atto tutti i giorni. Ma possiamo fare di più. Parliamo dell’economia circolare, il modo per impattare meno sull’ambiente.
L’ultimo report dell’ONU l’ha dichiarato a gran voce che il clima sta cambiando drammaticamente, ed invariabilmente, siamo vicini al punto di non ritorno. In alcuni luoghi del mondo particolarmente a rischio, la salvaguardia dell’ambiente è diventata ancor più stringente. Ecco perché vengono messi in atto già piccoli grandi gesti per annullare gli sprechi. È il caso di una distilleria in Tasmania, che utilizza sterco di pecora come carburante per i suoi whiskey. In Alaska, invece, c’è una cuoca che recupera il ghiaccio che si distacca dagli iceberg per effettuare degli ottimi cocktail. Si chiama economia circolare, ed è un modo per impattare meno sull’ambiente.
Di che cosa si tratta
Le differenze tra economia circolare e lineare sono molteplici, ma tutto parte dalla gestione dei rifiuti. Una volta riciclati, il modello circolare prevede, infatti, che vengano riutilizzati.
Un processo che anche noi a casa mettiamo in atto, quando scegliamo di usare l’umido per il compost delle piante, la bici anziché l’auto, di montare i pannelli solari sul tetto e di riparare ciò che si è rotto.
Ma per avviare un cambiamento sistemico, e quindi significativo, è anche importante andare ad agire sui consumi, che devono essere più consapevoli.
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I vantaggi dell’economia circolare
I vantaggi sono presto detti: migliorare la situazione del pianeta. Andando a riempire meno le discariche, l’inquinamento diminuisce, ma non solo.
È anche un’ottima scusa per generare innovazione e, dunque, progresso ed occupazione. Perché anche una progettazione che sia più green a monte rientra nel concetto di economia circolare.
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Ecco perché è importante preferire prodotti che siano modulabili e versatili, capaci, cioè, di adattarsi ai cambiamenti. O che durino più a lungo. E che siano riciclabili. Ne sono un esempio le fibre naturali.
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La Ica