Già sai che i prodotti trasformati non sono la scelta. Ma forse non sapevi che alcuni ingredienti rendono il formaggio fuso a fette cancerogeno. E non solo.
È colpa dei cosiddetti sali di fusione se molti prodotti lattiero-caseari presenti In Italia sono nocivi per la salute. Perché sono il risultato della trasformazione di scarti industriali in prodotto finito. Gli additivi responsabili, di cui il Perù si è interrogato già nel lontano 2017, fanno, infatti, la loro comparsa nella lista degli ingredienti di formaggio fuso a fette, creme di formaggio spalmabili e nei formaggi per bambini. E non sono nemmeno poi così necessari. Se non all’economia. In alcuni casi, questi falsi alimenti possono contenere anche nitriti, gli stessi presenti negli insaccati confezionati. Entrambi sono legati ad un aumentato rischio di cancro, e ora a pagare il conto sarà, forse, l’Unione Europea.
Formaggio fuso a fette: l’amara verità
Già molti anni prima, una delle più note multinazionali di formaggio fuso a fette era stata messa sotto osservazione, negli Stati Uniti, per pubblicità ingannevole.
A quanto pare, il suo prodotto non era affatto ricco di latte. Una mossa che ha ritentato pochi anni orsono, con un altro noto “formaggio”: la crema spalmabile. Che in realtà è a base di crema di latte.
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Formaggio fuso a fette: i danni di additivi e conservanti
In sostanza: i formaggi fusi confezionati e quelli per bambini contengono additivi e conservanti nocivi, tra cui l’E250. E ora la Commissione Europea si sta interrogando sulla sua effettiva utilità.
Ovviamente, tutto ciò che arriva sulle nostre tavole viene ampiamente controllato e soltanto dopo immesso sul mercato. Ma in alcuni casi stiamo ancora scoprendone gli effetti sull’organismo.
1. I sali di fusione
È il caso anche dei sali di fusione, come l’E399, che causerebbero iperattività e problemi digestivi. Discorso simile per la carragenina, ovvero l’E407, che è vietata solo negli alimenti per bambini di età inferiore ai 3 anni. E appena dal 1992.
Vengono più spesso definiti correttori di acidità e sono, più precisamente 4 (fosfato di sodio, mono-ortofosfato di sodio, di-ortofosfato di sodio e tri-ortofosfato di sodio).
2. Il sodio
Ma non è finita qui, le fette di formaggio fuso presentano anche un’elevata presenza di sale, ben 3 grammi per 100, contro gli 0,8 del formaggio svizzero. Con conseguenze per il sistema cardiovascolare e i reni.
Un problema sollevato anche dall’OMS, che ha stabilito a 5 grammi la razione giornaliera di sodio per gli adulti, dato che un suo eccesso sembrerebbe essere responsabile anche di alcuni tipi di cancro.
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3. I nitriti
Per il momento, la Commissione Europea ha avviato una discussione e di certo si sa che i nitriti possono portare alla formazione di nitrosammine, che avrebbero effetto cancerogeno.
Dall’altra parte si trova l’EFSA, ovvero l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che tiene a sottolineare che gli additivi artificiali presenti nei formaggi fusi a fette e simili rappresentano solo il 17% della Dose Giornaliera Raccomandata.
Le conseguenze di questa storia sono presto dette: dal momento che i nitriti, nei prodotti a base di carne, hanno anche funzione antibatterica e antifungina, forse difficilmente verranno mai eliminati o sostituiti.
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La soluzione
In mezzo si trovano, però, i ricercatori, che hanno dichiarato come per risolvere l’annoso problema, basterebbe solo cambiare abitudini.
All’Universidad de León, in Spagna, è stata creata una crema di formaggio spalmabile priva di coloranti, stabilizzanti, conservanti e sali di fusione.
Merito della razza bovina del Jersey, che produce un latte privo naturalmente di betacaseine A1, una proteina ormai legata ad alcune intolleranze.
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La Ica