Ritiro alimentare per un noto prodotto preconfezionato, l’allerta riguarda la presenza di ossido di etilene. Tutti i dettagli.
Quest’estate 2021 è costellata di ritiri alimentari di ogni tipo. Questa volta è toccato a dei gelati confezionati di marchi molto noti e l’allerta riguarda la presenza di una sostanza cancerogena per l’uomo: l’ossido di etilene. A rischio i prodotti che contengono farina di carrube, come i centinaia di gelati che sono già stati ritirati in Francia. Tutti i dettagli.
Ritorna in Europa l’allerta per ossido di etilene contenuto in alcuni prodotti noti confezionati. Questa volta tocca ad alcuni marchi molto noti di gelati, contenenti farina di carrube contaminata da ossido di etilene. La Commissione europea ha dichiarato il richiamo di centinaia di prodotti come gelati e dolciumi per rischio chimico elevato. La farina contaminata viene infatti utilizzata in pasticceria come addensante naturale nella preparazione di prodotti da forno, yogurt, gelati, formaggi cremosi ecc. Il suo numero di etichetta è E410.
Qualsiasi livello di ossido di etilene è assolutamente bandito dal commercio dei prodotti nei supermercati. La sostanza infatti è altamente nociva per l’uomo e cancerogena e tutti i prodotti che la contengono devono essere rimossi dal mercato.
In concorrenza al Belgio, anche la Francia ha ritirato circa 7000 prodotti per la presenza rischiosa di ossido di etilene presente in caffè, gelati confezionati e creme. I livelli della sostanza chimica sono nettamente superiori a quelli consentiti e riguardano alcune delle marche più note e vendute sul mercato. Tra queste figurano Laitière, Extrême, Adélie, Twix, Smarties, Snickers, ma anche prodotti Auchan, Picard, Carrefour.
L’ossido di etilene è una sostanza cancerogena, utilizzata nell’industria alimentare come disinfettante naturale per il suo effetto killer su muffe e batteri. Il rischio è dovuto ad un consumo abituale di cibi che contengono questa sostanza solubile nel sangue. Le conseguenze più problematiche sono causate dalla dispersione di questa sostanza nell’ambiente che può causare tumori, leucemie e altre forme tumorali gravi. Inoltre se in contatto con il sistema respiratorio, la sostanza provoca nausea, vomito, diarrea, tosse.
Sophia Melfi