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Richiamo alimentare Coop: non mangiate questo cibo, cosa hanno trovato al suo interno

Pubblicato da
Sophia Melfi

Richiamo alimentare Coop: un prodotto diffuso in questa catena di supermercati è stato ritirato per elevato rischio chimico. Di cosa si tratta.

(Getty Images)

Parametri oltre i limiti consentiti: un altro richiamo alimentare per la catena di supermercati Coop. La catena ha ritirato dal mercato un noto prodotto, diffusissimo soprattutto d’estate, per un elevato rischio chimico. Negli ultimi mesi, i controlli dei supermercati sono sempre più serrati, viste le molteplici contaminazioni di agenti nocivi per l’organismo umano. Capita spesso di imbattersi in alimenti non proprio genuini che, durante il processo di produzione o conservazione, si alterano nella loro forma chimica.

Richiamo alimentare: il prodotto Coop incriminato

Si tratta di un alimento estivo molto gettonato, segnalato dalla clientela della catena di supermercati Coop. E’ il caso di alcuni lotti di calamari indopacifici puliti e surgelati a marchio Albatros. Il motivo del richiamo è una concentrazione di cadmio superiore ai limiti consentiti. E’ una sostanza altamente nociva per l’uomo e vietata nell’utilizzo alimentare. I lotti incriminati hanno il numero 0006MF e data di scadenza al 08/2022. I calamari si vendono in confezioni di tipo skin da 400 grammi ciascuna e sono prodotti dall’azienda MARR Spa di Rimini, in via Spagna 20. Si specifica che i lotti si trovano solo in alcuni supermercati in Toscana e la loro vendita non si estende in tutto il territorio italiano.

(Getty Images)

Per la presenza eccessiva di cadmio, superiore ai massimi livelli consentiti, si vieta il consumo dell’alimento da riportare il prima possibile al punto vendita in cui l’acquisto è stato effettuato. Si procederà alla sostituzione con un alimento sano o al rimborso.

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Cadmio negli alimenti, i principali effetti avversi

Il cadmio è un agente contaminante ambientale che si trova nell’aria e può contaminare intere coltivazioni, arrivando fino alle nostre tavole attraverso frutta e verdura che lo trasportano. La dose massima di cadmio negli alimenti non deve superare il 2,5 microgrammi per chilogrammo. L’agente nocivo può trovarsi anche nell’acqua o nel suolo contaminando anche gli animali. Un eccesso di questa sostanza può causare effetti avversi all’organismo umano come: diarrea, vomito, nausea, una demineralizzazione delle ossa che comporta a sua volta fratture, danni al sistema nervoso e problemi di fertilità.

Sophia Melfi

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