In arrivo, tra 2-3 anni, un test del sangue che rivela in anticipo la data del parto e del travaglio. Di cosa si tratta.
Entro 2-3 anni, i ginecologi potranno utilizzare un test del sangue che rivela in anticipo la data del parto di una donna incinta. Grazie a questo sistema innovativo si eviteranno parti prematuri o tecniche di induzione non necessarie. Vediamo di cosa si tratta.
Lo studio sul test del sangue rivoluzionario che svela la data del parto
Uno studio promosso dai ricercatori della Stanford University in California ha identificato, nel sangue di donne incinte, alcune sostanze che rivelano il passaggio dalla gravidanza a un periodo di pre-travaglio, con uno scarto di 2-4 settimane dal parto definitivo. Ina Stelzer, capo ricercatore, sostiene che si tratti di un modo del tutto innovativo di utilizzare il sangue delle gestanti per predire, con relativa certezza, quando entreranno in travaglio indipendentemente dalla durata della gravidanza.
Cosa succede nel sangue di una donna incinta da 2 a 4 settimane prima del parto?
Lo studio californiano, esaminando i test, ha notato come nel sangue delle donne incinte si mostra un rapido cambiamento del profilo ormonale, un aumento delle molecole che aiutano la coagulazione del sangue e un calo dell’attività infiammatoria. Da questa scoperta gli scienziati hanno ideato un modello, basato sulla misura della concentrazione plasmatica di 45 marcatori, in grado di predire la data del parto. Attualmente il test è in fase di sperimentazione e rientra in un range di 17 giorni prima e dopo il giorno reale della nascita.
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I benefici di questo test innovativo
Attualmente, la data del parto è molto approssimativa perché si conta 40 settimane dall’inizio dell’ultimo ciclo. Spesso infatti donne partoriscono molto prima o in ritardo rispetto alla data predetta. E’ considerato normale partorire fino a due settimane dopo dalla data stabilita e fino a tre settimane prima. Grazie a questo test, non solo si scongiureranno tanti parti prematuri, consentendo ai ginecologi di mettere in atto delle misure preventive con largo anticipo, ma anche di migliorare le tecniche di induzione del parto. Secondo gli scienziati alcuni marcatori plasmatici sono coinvolti nelle nascite premature e potrebbero divenire oggetto di studi e terapie preventive.
Sophia Melfi