“Non usare AstraZeneca per le vaccinazioni degli under 60”, gli appelli insistenti di medici e vaccinatori dopo un caso esemplare.
“Non usare AstraZeneca per gli under 60” è l’appello di medici e vaccinatori che sono rimasti scioccati dal caso della 18enne colpita da trombosi cerebrale dopo la prima somministrazione. Anche il Ministero della Salute, dopo le due reazioni avverse al siero, ha raccomandato AstraZeneca solo per alcune categorie, tuttavia alcune regioni stanno organizzando degli Open Days per smaltire le dosi in eccesso.
Una ragazza di 18 anni è stata recentemente ricoverata all’ospedale San Martino di Genova per una trombosi venosa cerebrale. I sintomi sono apparsi subito dopo la somministrazione di AstraZeneca, ma attualmente non c’è alcuna certezza che la trombosi dipenda dal siero Vaxzevria. Nonostante i due interventi delicati per rimuovere il trombo cerebrale, la ragazza è ora in condizioni stabili. Si discute sulla reazione avversa al vaccino probabilmente incrementata dall’assunzione di potenti farmaci ormonali.
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Un’altra donna ha manifestato effetti collaterali dopo la somministrazione di AstraZeneca. La 42enne si trova all’ospedale Cisanello di Pisa, in rianimazione in seguito ad un ictus. Austria e Danimarca hanno eliminato definitivamente il vaccino, gli Stati Uniti non l’hanno mai somministrato e in Francia e Germania ci sono delle forti restrizioni. A seguito di questi eventi, l’Aifa (Agenzia del farmaco italiana) e il Ministero della Salute raccomandano l’utilizzo di AstraZeneca solo per gli over 60. L’Ema tuttavia ne ha disposto la somministrazione dai 18 anni in su.
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“Quando ci si vaccina contro il Covid, il medico deve essere informato se si assumono terapie specifiche”, sostiene Matteo Bassetti, medico dell’ospedale San Martino di Genova. Questo, in particolare, per non creare psicosi attorno ai casi di trombosi in seguito ad AstraZeneca. La pillola anticoncezionale genera 200 eventi trombotici ogni milione di donne vaccinate, ora bisognerà analizzare se il vaccino anti Covid ha agito da catalizzatore ad una trombosi imminente o se si sarebbe verificata ugualmente a prescindere da AstraZeneca.
Dato che le dosi di AstraZeneca cominciavano ad eccedere e ad occupare spazio nei frigoriferi, le regioni hanno deciso di organizzare degli Open Days su base volontaria aperti agli over 18. Questo è bastato a scatenare l’appello del consigliere ligure Ferruccio Sansa e di 24 medici vaccinatori di Genova. Si sono opposti alla somministrazione di AstraZeneca per le donne under 40. Sono questi infatti i soggetti che hanno manifestato più danni che benefici. Tra le firme emergono quella di Anna Rubartelli, insegnante di Ematologia al San Raffaele di Milano, quella dell’endocrinologo Marcello Bagnasco dell’Università di Genova e molti altri volontari.
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L’Aifa non si mostra eccessivamente preoccupata, considerata la frequenza assai bassa dei casi di trombosi venosi cerebrali o delle vene splancniche. Ad ora nessuna legge vieta la somministrazione di AstraZeneca per i soggetti più a rischio, generando incomprensioni e rischi ai pazienti più deboli e predisposti ad eventi trombotici.
Sophia Melfi