In che modo la carenza di vitamina D risulta correlata ad una maggiore probabilità di contrarre il coronavirus? Ecco il risultato delle ultime ricerche.
Gli studi condotti dal professor José Hernández dimostrano l’importante connessione tra carenza di vitamina D e infiammazione da coronavirus. Tale correlazione è stata avvalorata dall’Università di Cantabria, in Spagna, la quale ha condotto dei test su pazienti ricoverati riscontrando come circa l’80% di essi avessero un’insufficienza di vitamina D.
La vitamina D è fondamentale per prevenire osteoporosi, in quanto ha la funzione di fissare il calcio nelle ossa. Essa inoltre difende il cuore da ipertensione e arteriosclerosi.
Se in presenza standard e regolare, la vitamina D è un importante alleata del sistema immunitario. Si elencano di seguito i valori di riferimento:
Regolando la produzione di insulina, la vitamina D previene anche il diabete e malattie reumatiche autoimmuni.
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I ricercatori spagnoli hanno preso a campione dei pazienti ricoverati per covid-19 in un ospedale a Santander. Effettuando dei test ed analizzandone i valori, hanno determinato come circa l’80% di essi mostrasse un’importante carenza di vitamina D. Più bassi erano i valori di vitamina D e maggiore era il tasso d’infezione causato dal coronavirus.
Molti medici e ricercatori ne suggeriscono infatti una previa somministrazione. La percentuale risultava particolarmente alta nei pazienti di genere maschile, nei quali si è registrata un’insufficienza vitaminica rilevante.
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Dall’Università di Chicago, alcuni ricercatori hanno confermato come la carenza di vitamina D raddoppi la possibilità di contagio. Su un campione di 500 persone, chi mostrava ipovitaminosi aveva un rischio sensibilmente più alto di contrarre il coronavirus.
Da uno studio portato avanti dalla Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica è emerso come la vitamina D aiuti a prevenire alcune malattie respiratorie, soprattutto durante l’infanzia.
In questo articolo intitolato Coronavirus, perché i bambini si ammalano di meno, abbiamo affrontato il tema della resistenza delle difese immunitarie dei bambini, soggetti a forme meno gravi di coronavirus.
Una corretta somministrazione potrebbe dunque alleviare i sintomi causati dall’infezione di coronavirus. Febbre, tosse e infezioni polmonari sono solo alcuni degli effetti del virus il quale, a causa di insufficienza d’ossigeno, porta a gravi problemi respiratori. Non a caso, questa tipologia di virus è annoverata tra le malattie respiratorie e vascolari più tedianti.
Sophia Melfi