Gli integratori con aloe banditi dal mercato. Un provvedimento europeo ne vieta la vendita. Tutti i motivi dello stop
È una di quelle piante che negli ultimi anni sta riscuotendo più successo per via delle sue tante proprietà curative. Parliamo dell’aloe vera, pianta considerata una delle migliori tra i rimedi naturali e più efficaci di sempre. È ottima per tantissimi aspetti, anche contro le scottature, basta tagliarne un po’ e spalmare la parte morbida che si trova al suo interno sulla pelle.
Lenitiva ed emolliente, l’aloe viene usata anche per creare degli integratori alimentari. Quest’ultimi però sono stati banditi dall’Unione Europea per diversi motivi. I produttori non ci stanno ma la Commissione Europea ha disposto un divieto totale secondo il principio di precauzione. Dallo scorso 8 aprile è in vigore il nuovo Regolamento che vieta la vendita di prodotti con aloe-emodina. Vediamo tutte le specifiche del caso e a cosa è dovuto questo provvediamento.
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Integratori con aloe banditi, ecco cosa succede
Gli integratori alimentari a base di aloe vera sono stati banditi dall’Unione Europea per via di una sostanza, l’idrossiantracene che è contenuta naturalmente nell’aloe. La pianta rientra, infatti, nelle specie botaniche contenenti o derivati dell’idrossiantracene. Ecco perché è vietata la vendita di tutti quei prodotti che contengono aloe-emodina, l’emodina, il dantrone e anche le preparazioni a base di aloe che contengono i derivati dell’idrossiantracene.
Ma cosa sono nello specifico gli idrossiantraceni? Si tratta di molecole chimiche di origine naturale che sono presenti nella pianta ma anche in altri elementi come la senna, il rabarbaro, la cassia e la frangula.
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Questi elementi, come ha spiegato la Commissione Ue, “si sono dimostrati genotossici in vitro. Anche gli estratti di aloe si sono dimostrati genotossici in vitro, molto probabilmente a causa della presenza di derivati dell’idrossiantracene. L’aloe-emodina si è inoltre dimostrata genotossica in vivo. L’estratto totale di aloe e l’analogo strutturale dantrone si sono rivelati cancerogeni”.
I produttori non ci stanno e tramite la Ehpm, l’European Federation of Associations of Health Product Manufacturers, la Federazione delle associazioni europee dei produttori di integratori alimentari protestano definendo il provvedimento con “evidenti carenze scientifiche”, mettendo deliberatamente in dubbio le affermazioni fatte. Ecco perché hanno lanciato la campagna #WeFightForNaturalHealth chiedendo “di avere più tempo per valutare i problemi di sicurezza”.