Dover modificare qualcosa della nostra vita non sempre è facile. Come possiamo affrontare i cambiamenti ed accettarli in modo da vincerne le resistenze?
A volte, quando pensiamo di aver trovato il nostro equilibrio, ecco che la vita ci mette alla prova scombussolandoci. Non sempre ci trova pronti. I cambiamenti potrebbero essere anche voluti, ma spesso il nostro organismo incontra resistenze ad accettarli. Bisogna imparare ad affrontarli.
Le resistenze ai cambiamenti
La parola “cambiamento” implica sempre qualcosa di nuovo da vivere e sperimentare, ma anche qualcosa da lasciare.
Qualcuno affermava che l’equilibrio assoluto non esiste perché tutto è instabile: sarebbe soltanto il risultato di tanti fattori che s’incastrano bene tra loro.
Spesso il nostro stato di benessere si traduce soltanto nell’adagiarsi alla nostra zona comfort: poche situazioni che sembrano funzionare alla perfezione in cui stiamo bene.
Funziona tutto davvero benissimo o forse per la paura dell’ignoto ci facciamo andare bene la condizione in cui siamo?
Il futuro ha da sempre suscitato ansia e paure nella nostra mente: non si hanno certezze e spesso ciò che crediamo programmabile non lo è.
Non è mai capitato che, apparentemente, siamo quasi felici rispetto ad una notizia che ci cambierebbe i piani ma sentiamo di non esserlo a pieno?
Sì, è la nostra mente che cerca di “resistere” e conservarsi l’apparente sicurezza in cui era prima.
Una gravidanza inaspettata, la proposta di lavoro che aspettavamo da tempo ma che ci costringerebbe a cambiare città, una relazione affettiva agli sgoccioli o una malattia ci mettono ad un bivio.
Se ci prendessimo troppo tempo per decidere il tempo deciderebbe per noi: arriva lo stress che, subdolo e silenzioso, inizia il suo sporco lavoro.
Ci convinciamo di potercela fare, che non abbiam bisogno di nessuno perché siamo forti e ne abbiamo già affrontate tante, eppure l’ansia aumenta.
Il nostro organismo funziona in base a dei meccanismi di compensazione: quando anche questi non ce la facessero più ecco che iniziano i primi sintomi fisici.
Il corpo inizia a parlarci, vuole che capiamo quanto la resistenza della nostra mente ai mutamenti ci stia facendo del male; tanti i sintomi:
- Ansia;
- Stress;
- Cefalea;
- Pelle secca;
- Problemi gastrointestinali;
- Sbalzi di pressione arteriosa;
- Aumento dei livelli di cortisolo nel sangue;
- Innesco di malattie a cui si è predisposti: quelle autoimmuni sono le più probabili, quali vitiligine o psoriasi;
- Febbricola.
Insomma, pur avendo un quadro clinico perfetto, i sintomi farebbero pensare a tutt’altro: si aggiunge ansia ad ansia.
Ma perché si è tanto resistenti a lasciarsi andare ai mutamenti della propria esistenza? Possibile che non ci si renda conto di quanto ci stiamo facendo male?
Già, quasi mai diamo ascolto in questi casi alla nostra vocina interiore che ci spinge a cambiare. Tanti sono i motivi della resistenza:
- Paura di fallire: interrompere una relazione affettiva che va avanti da anni è visto spesso come un fallimento. Subentra la convinzione di esserne quasi la causa nonché motivo di giudizio soprattutto di figli e parenti.
- Mancanza di sicurezza: fa paura riprendere in mano la propria vita e ricominciare tutto da zero; viene meno la sicurezza nelle proprie capacità di riuscita.
- Dipendenza affettiva: si verifica quando ci si annulla, convincendosi di non valere niente o poco, e si arriva a dipendere da un’altra persona, spesso complice/autore di questo stato.
- Mania di controllo: è propria di chi non può far a meno di controllare ogni cosa intorno a sé. Quando accade che, inevitabilmente, qualcosa sfugga, si cade nel panico per l’incapacità di lasciar andare gli eventi al loro corso.
- Irresponsabilità: non si ammette a se stessi di non voler assumersi le responsabilità che la vita c’impone di avere e, di conseguenza, s’individua in altro la causa del tutto.
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Come affrontare i cambiamenti
Sembra facile ma a volte non lo è: per accettare un cambiamento spesso ci vuole soprattutto coraggio e forza d’animo.
C’è anche chi trova la chiave attribuendo al Fato la causa e la risoluzione dei propri problemi, ma davvero può fare tutto il Destino?
Senza andare a spolverare Platone, che diceva che ognuno è artefice del proprio Destino, spesso affrontare i cambiamenti si traduce semplicemente nell’accettarli.
Illudersi che, rinviando una decisione, avremo più tempo per non sbagliare è soltanto confermare la paura di abbandonare il certo per l’incerto.
Se il nostro corpo arriva a parlarci con attacchi di panico, evidentemente abbiamo dentro qualcosa che va risolto.
Occorrerebbe fare un vero e proprio viaggio interiore, analizzare la propria vita usando la ragione più cruda e cercando di farsi condizionare al minimo dalle emozioni.
Spesso è proprio perché si ha dentro un groviglio di emozioni, che non riescono a trovare una strada, che la mente va in tilt.
Non lasciare le cose a metà e semplificare i problemi all’osso analizzandoli a piccoli passi è un ottimo punto di partenza.
Un atteggiamento cupo ed arrendevole viene metabolizzato in maniera negativa dal nostro organismo.
Una predisposizione camaleontica, invece, induce la produzione di endorfine e, di conseguenza, una sensazione di benessere.
Restando fermi nello stesso punto non rischieremmo un evento ignoto, e dunque pauroso, ma nemmeno vivremmo meglio di come lo stessimo facendo ora.
Tra una scelta ed una non scelta è sempre meglio la prima: ogni conseguenza sarà ben affrontata perché già messa in conto.
La notizia della menopausa per una donna può essere terrificante, ma è una fase della vita che va accettata.
Non bisogna incorrere nell’errore di accostarla ad eventuali fallimenti della nostra vita: è semplicemente un avvenimento fisiologico e va preso come tale.
Nel caso proprio ci si sentisse in un vortice vizioso in cui non si riesce a trovarne un capo, è bene chiedere aiuto ad uno specialista e farsi seguire.
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L’aver consapevolezza di dover chiedere aiuto è sicuramente un passo positivo verso la risoluzione del problema.
Ansia e depressione si combattono: niente e nessuno può toglierci il diritto di godere del nostro benessere in ogni sua forma.
Stefano A.