La dieta Dukan è un regime alimentare che nel corso degli ultimi anni ha subito una radicale diffusione in tutto il mondo.
Lo scopo di tale dieta, al pari di tutte le altre, è quello di perdere peso sino al raggiungimento del peso forma, ma soprattutto stabilizzarlo a vita, senza più l’ossessione dei chili di troppo … ripresi strada facendo. Quello che nuoce a tante diete è infatti il meccanismo vizioso che conduce le persone a compiere grandi sacrifici per perdere peso velocemente e, in un secondo momento, assistere impotenti alla ripresa di tutti i chili precedentemente persi per strada. Quello che si viene a creare è dunque un contesto di particolare scoraggiamento, che porta i protagonisti di questa strada di dimagrimento ad abbandonare qualsiasi velleità di dieta.
Detto ciò, ricordiamo che la Dieta Dukan è strutturata come una dieta iperproteica che contempla ben 100 alimenti “autorizzati” e assumibili senza (quasi!) limite, che garantisce l’assenza dei così detti morsi della fame.
Secondo Dukan, il segreto del perdere peso, regolando l’alimentazione e soprattutto non riprendendo chili di troppo, sta nel puntare sulle proteine, coadiuvate dalla crusca d’avena. Una dieta semplice che, oltre a ridurre la pancia e ritrovare una forma perfetta, garantisce il non doversi privare di cibo e non dover più stare con la bilancia e calcolatrice alla mano a contare le calorie. Una comodità dunque non solamente legata alla possibilità di assumere alimenti senza dover sostenere eventuali limiti di fruizione, quanto anche una comodità legata alla semplificazione determinata dal poter abbandonare rigidi strumenti di conteggio delle calorie ingerite.
A questo punto, può giovare il ricordare che la dieta dukan si struttura in quattro fasi totali. Due iniziali: una di attacco, per perdere velocemente peso, e l’altra di mantenimento o crociera. A queste prime due fasi ne seguono altre due: il consolidamento e la stabilizzazione.
Prima di vedere nel dettaglio le caratteristiche delle varie fasi, giova anche ricordare che, come peraltro avviene in tutte le cose, anche il metodo Dukan, oltre ai pareri eccitati dei fautori e le tante parole spese su libri, riviste e web da parte degli estimatori, allo stesso modo raccoglie critiche da parte di altri studiosi. I punti maggiormente contestati del metodo Dukan , sono: la veloce perdita di peso della fase di attacco (si parla anche di tre chili a settimana), considerata eccessivamente stressante per l’organismo e l’eccessiva quantità di proteine assunte così come la carenza o addirittura l’assenza di fibre e carboidrati nelle prime due fasi. Situazioni che creano scompensi nell’organismo e che hanno alimentato negli anni feroci critiche da parte degli oppositori di questo regime dietetico che, nonostante ciò, continua comunque ad attrarre folte schiere di appassionati e di sostenitori.
Nella prima fase della dieta Dukan, chiamata fase di attacco, si possono assumere solo proteine. Questa fase ha lo scopo di obbligare l’organismo a ricavare energie dalle scorte di grasso in deposito. Ed è questa la fase dove è più evidente la perdita di peso. Non va infatti dimenticato che il fallimento di molte diete è la NON immediata visibilità dei risultati a fronte di privazioni e cibi razionati. Dunque, la fase di attacco è spesso anche quella che genera il maggior entusiasmo nelle persone, che approcciando alla dieta Dukan – secondo le intuizioni del suo fondatore e ideatore – possono toccare con mano tutti i benefici di questo regime dietetico e poter alimentare la propria motivazione sulla base dei chili persi nei primi step.
Per quanto concerne la sua temporalità, la fase di attacco varia da 3 a 10 giorni massimo, a seconda dei chili che si intendono perdere , ed ovviamente varia da persona a persona in base al peso. La fase è anche chiamata “PP”, delle Proteine Pure. In questa fase sono concessi solo un lungo elenco di cibi ricchi di proteine e null’altro. Ma, cosa confortante, per l’assunzione dei cibi compresi nella lista, NON è posto alcun limite, sia per le quantità, che per il numero di assunzione ne’ tantomeno per gli orari o il metodo di cottura. Della serie… mangiatene quanto volete, quando volete, alla maniera che volete e all’ora che volete…purché sia solo e solamente questo!
Tra i cibi “autorizzati”, compresi nella lista troviamo infatti:
Resta poi obbligatorio in questa fase di attacco il consumo di crusca di avena, per velocizzare il metabolismo e combattere eventuali stitichezze. Mentre restano VIETATI in modo assoluto i carboidrati: pane e pasta. I grassi, idem vietati salvo olio di oliva giusto per ungere la padella se necessario. Resta inoltre vietato lo zucchero. E questo elemento rimane vietato per tutte e quattro le fasi della dieta.
Ancora tra i cibi vietati in questa prima fase della Dieta Dukan troviamo: le carni grasse come agnello e maiale, affettati ricchi di grassi come salame e mortadella, i latticini e i formaggi a base di latte intero, maionese, burro, olive ed i sottoli, compreso il pesce.
Dunque, prima di iniziare con la fase d’attacco, potrebbe essere consigliabile cercare di analizzare bene quali sono gli alimenti ammessi e quali sono gli alimenti vietati e, in seconda battuta, procedere con il progettare qualche delizioso menu che possa accompagnarvi, giorno per giorno, nel rispetto di questa prima fase. Siamo certi che non farete certamente fatica a individuare una serie di piatti in grado di diventare i vostri “nuovi” preferiti.
Dopo la fase di attacco – che, ricordiamolo, può’ durare dai 3 ai 10 giorni massimo – inizia la fase due della Dieta Dukan, detta “di crociera”. Una fase che dura sino al raggiungimento del peso forma, e la cui estensione – come peraltro avviene con la prima fase – non può che essere variabile a seconda delle caratteristiche della singola persona che approccia alla modalità dietetica. In questa fase, dopo le sole PP (proteine pure) della fase precedente, abbiamo l’alternanza PP (proteine pure) con PV (proteine e verdure).
In altri termini, fin dall’inizio della seconda fase è possibile aggiungere verdure sia crude che cotte, senza limiti di quantità e/o di abbinamenti. Ancora in aggiunta alle verdure, prese senza limiti, in questa seconda fase è possibile aggiungere alla lista dei cibi tollerati, nuovi alimenti, anche se razionati, in quanto piu’ ricchi di zuccheri e grassi, da cui la necessità di pesarli.
Tra le new entry, da razionare, di questa fase troviamo infatti:
Come avete già visto, è in questa fase della Dieta Dukan che fanno il loro ingresso anche le verdure. Nei giorni consentiti è possibile mangiarne senza limiti. Parliamo di giorni consentiti perchè questa seconda fase è caratterizzata dall’alternanza PP e PV, vale a dire che un giorno si continuano a mangiare solo proteine, l’altro Proteine e Verdure sino al raggiungimento del peso forma, stabilito col dietologo in fase di inizio dieta ed in rapporto al proprio fisico. Mentre le verdure, quasi tutte, crude o cotte fanno il loro ingresso in questa fase, restano in essere dei divieti per altri cibi come i legumi ed i farinacei.
Arriviamo dunque alla terza fase della Dieta Dukan, quella del consolidamento. Una fase che troverà maggiore gradimento ulteriore nei seguaci di questo regime alimentare, visto e considerato che in questo step si aggiungono alla dieta nuovi alimenti: legumi, farinacei e frutta.
E’ questa anche la fase della Dieta Dukan dove la perdita di peso è evidente ed il risultato ottenuto con le due fasi precedenti va consolidato. E’ insomma la fase dove si aggiungono sempre più liberamente nuovi cibi anche se, come l’assunto tipico della prima fase, solo PP – Proteine Pure, ritorna con l’obbligo di un giorno alla settimana in cui si assumono solo proteine. La durata di questa fase viene stabilita in base al numero di chilogrammi persi dall’inizio della dieta, ed ha la durata di 10 giorni per ogni chilo perso. Se per esempio nel corso della dieta abbiamo perso 6 chili, questa fase durerà per noi 60 giorni, due mesi, vale a dire 10 giorni per ogni chilogrammo perso. Se avessimo perso 10 Kg. Il consolidamento durerà 100 giorni, e così via. Insomma, un pratico sistema di calcolo per poter ponderare la struttura del proprio nuovo regime alimentare.
Inoltre, una volta stabiliti i chili persi e quindi la durata complessiva di questa terza fase, il consolidamento va diviso in due parti uguali. Se nell’esempio di prima abbiamo visto che perdendo 6 chili il consolidamento durerà 60 giorni, il periodo di consolidamento andrà diviso in due fasi uguali per durata, vale a dire di 30 giorni ognuna. Nella prima fase del consolidamento della Dieta Dukan si aggiungono nuovi cibi a quanto già previsto dalle liste delle fasi precedenti (rimane obbligatorio un giorno a settimana tornare al menu PP-Proteine Pure della prima fase, quella di attacco).
Passando a qualcosa di più concreto, possiamo ricordare ancora che per quanto riguarda invece il menù è possibile aggiungere:
Nella seconda fase del consolidamento della Dieta Dukan troveremo sempre nuove aggiunte nella tipologia degli alimenti come nelle quantità. In particolare:
Anche in questa fase del consolidamento persistono alcuni divieti. Prosciutto crudo, formaggio di capra, patate fritte, gorgonzola, pane bianco, frutta secca, banane, ciliegie e uva… restano ancora vietati.
Arriviamo infine all’ultima tappa della Dieta Dukan. Si ritorna alla libertà alimentare ed al libero arbitrio, sebbene il percorso svolto abbia lasciato sedimentare una diversa cultura del cibo e del suo utilizzo. Restano da osservare alcune regole basilari.
Ad esempio, bisogna sempre ricordarsi di abbinare ad ogni dieta ed a ogni regime alimentare la giusta attività fisica. Se non si praticano sport in modo regolare, concedersi quotidianamente almeno 20 minuti di camminata. Mangiare responsabilmente basando le nuove abitudini anche su quanto acquisito nelle fasi precedenti. E, continuare con l’assunzione giornaliero di Crusca d’Avena che è stata una costante di questa dieta.
Nelle varie fasi della Dieta Dukan abbiamo visto la presenza costante della crusca d’avena. Un cucchiaino e mezzo giornaliero nella fase di attacco. Due cucchiaini nella fase da crociera. Due e mezzo, la quantità richiesta nelle due fasi di consolidamento per arrivare a tre cucchiaini da caffè al giorno, per la fase di stabilizzazione e per i giorni che verranno!
Infine, ci venga concessa un’ultima riflessione. Sebbene la Dieta Dukan contenga interessanti spunti valutativi per poter rielaborare il proprio approccio nei confronti delle proprie abitudini alimentari, è anche vero che questa dieta – così come TUTTE le modifiche del proprio comportamento alimentare – provoca un impatto più o meno significativo sul nostro organismo. Pertanto, val la pena ricordare che tutte le decisioni in merito alla variazione di abitudini alimentari devono essere naturalmente concordate con il proprio medico di fiducia, che saprà certamente consigliarvi sul da farsi. Guai pertanto ad approcciare a una dieta fai-da-te, poiché il rischio di subire delle conseguenze negative è più che certo.
Ci sembra corretto, dopo avervi descritto così minuziosamente la Dieta Dukan nelle sua varie fasi ed avervi proposto i benefici che essa PUO’ apportare in termini estetici e di perdita di peso al vostro organismo, anche se già vi abbiamo consigliato in ogni caso di ascoltare il parere di un medico, sottoporvi anche il parere di chi è contrario a questa dieta, proponendovi le sue deduzioni che, da medico, sono evidentemente sempre basate su conoscenze scientifiche: il prof. Spisni.
Questa dieta si fonda un’alimentazione iperproteica con predilezione delle proteine di origine animale, tipicamente quelle delle carni, naturalmente preferendo solo il taglio magro, con esclusione della carne suina. Si trovano “sul mercato” molte diete di questo tipo che, però, utilizzano le proteine vegetali, ad esempio, ricordiamo la dieta Tisanoreica. Il problema nasce dalla indicazione di alimentarsi preferenzialmente con le proteine, esattamente in un momento in cui le scienze mediche ci dicono che un eccesso proteico può generare problemi di salute, almeno nel lungo periodo.
Gli eccessi di carni e proteine aumentano i rischi di trovarsi dinnanzi a malattie di tipo cardiovascolare ed a forme tumorali. Oggi si tende a pensare, sbagliando, che i nostri avi siano stati mangiatori di carne molto più di noi. I raccoglitori ed i cacciatori. La verità è un’altra ed è dimostrato dal fatto che i popoli che allo stato attuale vivono di caccia e raccolte di cibi, hanno una dieta anche ricchissima di fibre e di vegetali in genere, le quali, da sole, sarebbero in grado di soddisfare un’altissima percentuale del loro fabbisogno calorico.
Un pensiero comune è che la dieta sia un regime proposto ad una persona piena di salute ma solo un po’ in sovrappeso. Anche qui la verità è un’altra: ci sono molte più individui che soffrono di qualche patologia e IN PIU’ (a volte causa o in dipendenza di ciò) sono anche un po’ grassottelle. E, inoltre, chi ha i chiletti di troppo in genere ha anche qualche problema infiammatorio. Naturalmente in QUESTA situazione la dieta iperproteica, ed anche la Dukan, NON è una dieta indicata. Quindi: se godi ottima salute ed hai solo tra i quattro e i cinque chili da perdere, la dieta Dukan funziona, e comunque solo per un breve tempo, e, oltretutto, entri in un regime alimentare sbagliato dal quale non è tropo semplice, poi, tirarsi fuori.
Normalmente, affinché una dieta possa definirsi realmente di tipo “protettivo” è necessario consumare cinque/sette porzioni di verdura e frutta nelle 24 ore. La dieta Dukan, invece, sembra remare contro: le verdure vengono introdotte solo dopo i primi cinque giorni, cioè quella che lui definisce “l’attacco” e la frutta è ancora scarsamente presente, anche nella nuova dieta, quella più “morbida”, dei sette giorni.
La dieta Dukan effettivamente porta al dimagrimento, però come modello alimentare induce un ciclo del tipo “ingrasso/dimagrisco/ingrasso/dimagrisco ecc.” Cioè: una rigidità simile in questa dieta (per tipo di cibi, non per le loro quantità) spinge l’organismo a recuperare del peso, un po’ perché cercheremo di mangiare ciò di cui siamo stati privati e un po’ perché il corpo umano stesso ha la predisposizione al recupero del peso perso come strumento di sopravvivenza. La specie umana infatti si adatta più facilmente alla mancanza di cibo che non ad una sovralimentazione per cui ci difendiamo per lottare contro il calo del peso, ma non contro l’aumento.
E’, al limite, come quando ti si accende la spia della riserva: il corpo ha bisogno di benzina e cala il metabolismo basale. In parole povere: questi meccanismi inducono le persone che hanno seguito la dieta Dukan a prendere nuovamente peso in poco tempo e, di conseguenza, a rieseguire la dieta ogni qualvolta si riprendano i chili persi e a proseguire con gli eccessi proteici.
E questo non è il solo tra i rischi del dopo-Dukan, chi vi si sottopone è difficile che impari qualcosa. Apporta solo temporaneamente una variazione alla sua dieta ma, quando finirà, riprenderà un’alimentazione identica a prima, sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo, insomma, non modificherà le proprie errate abitudini che lo avevano fatto ingrassare e che torneranno immancabilmente a farlo ingrassare. E quindi a ripetere la Dukan.
Ancora, ricordate come sia fondamentale abbinare a qualsiasi tentativo di dimagrimento una costante attività fisica. Cercate pertanto di ritagliarvi, giorno per giorno, almeno 20-30 minuti del vostro tempo da dedicare a camminate veloci, corsette e altro ancora. I risultati saranno garantiti, e in breve tempo riuscirete a intraprendere la strada che vi assicurerà il rispetto del vostro peso forma, e un migliore equilibrio psico-fisico.
Una volta sancito quanto precede, cerchiamo di comprendere quali siano i principali vantaggi e svantaggi della dieta Dukan, permettendovi in tal modo di arrivare a un giudizio più compiuto su questo interessante regime alimentare, non privo di punti di attenzione.
Pro
Cominciamo dai vantaggi. Il principale è soprattutto legato alla possibilità di toccare con mano una perdita di peso significativa fin dal primissimo periodo: nelle due prime fasi della Dukan si può infatti ottenere una riduzione di peso in grado di “incentivare” la prosecuzione della dieta, incoraggiando chi intraprende questo regime ad andare oltre. In altre parole ancora, si supera il problema legato all’insoddisfazione di molti regimi alimentari, che conducono buoni risultati solo sul medio – lungo termine, e che finiscono pertanto con il disaffezionare i loro seguaci.
Tra gli altri vantaggi della dieta Dukan, occorre altresì annoverare la possibilità di mantenere un costante rapporto con il cibo. Non vi sono fortissime eliminazioni di categorie di alimenti, o la loro sostituzione integrale: con la dieta Dukan si avrà sempre un’ampia possibilità di scelta, permettendo dunque di potersi auto-incoraggiare durante i pasti principali del giorno. Proprio per questo motivo, spesso l’appuntamento con la “tavola” è particolarmente appagante, e raramente ci si sente ancora affamati dopo aver ingerito quanto indicato da questa dieta.
Come se quanto sopra non bastasse, ricordiamo come la dieta Dukan possa fornire ottimi supporti anche sul fronte della preparazione dei cibi: non vi sono infatti delle ricette complicate o delle modalità di cucinazione dei cibi particolarmente complesse e lunghe. In altri termini, riuscirete a preparare i cibi che dovreste ingerire in pochi minuti.
Contro
Naturalmente, non tutto è oro quel che luccica. E, pertanto, anche la dieta Dukan non può che riservare qualche sgradita sorpresa. Per caratteristiche degli alimenti ingeriti, e per le altre specificità di cui si compone questo regime alimentare, può capitare infatti di andare incontro a qualche sgradita conseguenza con l’alito cattivo, la bocca secca e spesso impastata, il colorito grigiastro della pelle, e così via: aspetti negativi, principalmente legati all’ingestione corposa delle proteine, che andranno a manifestarsi sul vostro corpo in misura notevolmente variabile (è dunque possibile che molti di voi non soffriranno affatto di tali conseguenze).
Ulteriormente, a causa della mancanza di fibre nella prima parte della dieta, è possibile che si possa andare incontro ad altri elementi sfavorevoli, come la costipazione e la difficoltà di evacuazione. Altri effetti sgraditi della dieta possono essere il mal di testa, la sensazione di stanchezza, la perdita di capelli, l’aumento del colesterolo cattivo, l’eccessiva presenza di acido urico, danni ai reni (ricordatevi di bere almeno 2 litri di acqua al giorno), carenze vitaminiche e di sali minerali.
Ancora, così come avviene per altre diete, anche la Dukan potrebbe esporvi al rischio di riacquistare in breve tempo i chili perduti. Una conseguenza che è tanto più probabile se interromperete la dieta prima della quarta fase (quella che, per intenderci, andrebbe prolungata e consolidata a lungo nel tempo). Non si tratta, come intuibile, di un difetto esclusivo di questa dieta, ma proprio per questa dieta (che riesce a far perdere molto peso nelle primissime fasi) il riacquisto dei chili perduti potrebbe essere notevolmente celere, e creare un profondo senso di insoddisfazione per chi ha prodotto qualche sacrificio nelle primissime fasi di questo percorso di benessere.
Ricordiamo infine che è ancora molto dibattuto – nonostante le numerose rassicurazioni prodotte – il rischio che la dieta Dukan possa incrementare il rischio di contrarre delle neoplasie. I detrattori e gli antagonisti di questa dieta sollevano, a proprio supporto, i risultati di una ricerca americana condotta su un vasto campione di 85 mila donne e 45 mila uomini, per circa 20 anni, che rivelano come l’apporto elevato di proteine e di grassi di origine animale sarebbe in grado di indurre a una maggiore probabilità di decessi cardiaci (14%) e di sviluppo di cancro (28%).
Per opporsi alle facili critiche che verrebbero la Dukan favorire il rischio di comparsa di tali gravi patologie, lo stesso dottor Dukan ha affermato che lo studio punta in realtà l’indice contro i cibi che hanno un basso contenuto di zuccheri, e che all’interno della propria dieta si usano pochissimo i cibi grassi.
Un altro elemento sul quale continua a dibattersi è legato alla chetosi, che il corpo può scaturire nel momento in cui, per tanto tempo, non riesce a ottenere i carboidrati necessari. In alcuni casi la chetosi potrebbe sfociare in una chetoacidosi: si tratta di fattispecie abbastanza rare, ma comunque non escludibili. Ed è proprio per questo che sarebbe opportuno cercare di non protrarre troppo a lungo la prima fase della Dukan, e astenersi dall’intraprenderla se si è diabetici o si soffre di insufficienza renale.
Come abbiamo precedentemente accennato, la dieta Dukan potrebbe determinare la chetosi, ovvero un sintomo che si manifesta in presenza di metabolismo alterato degli acidi grassi. Tale condizione si manifesta a causa di un digiuno prolungato e durante la privazione dei carboidrati alimentari per un lungo periodo di tempo. La chetosi patologica o diabetica, si manifesta prevalentemente nei soggetti affetti da diabete, per questo è sconsigliata tale tipologia di alimentazione. Le cause in questo caso, sono da ricercare nei malati che mostrano un alterato metabolismo del glucosio, e che di conseguenza porta ad una prolungata ipoglicemia, che si va a compensare con una eccessiva gluconeogenesi che a sua volta sfrutta gli intermedi del ciclo di Krebs, bloccandone così la loro attività.
Questi eventi si manifestano durante periodo particolari, ora vedremo insieme quali:
In presenza di chetosi, i principali segni che si manifestano sono la chetogenesi, che è dovuta alla formazione dei corpi chetonici, ovvero composti derivati degli Acetil-CoA, i quali non sono in grado di proseguire il ciclo krebs di cui sopra, vista la mancanza dei suoi intermedi, quali l’ossalacetato. La formazione dei corpi chetonici vengono sintetizzati tramite la reazione di almeno 3 Acetil-CoA, e di conseguanza comporta il risparmio del Coenzima A, implicato nell’attivazione degli stessi acidi grassi. Una volta che i corpi chetonici si sono formati, circolano liberamente nel sangue. Uno di questi è proprio l’Acetone, che si libera a livello degli alveoli, conferendo alla persona affetta il caratteristico alito da chetosi.
Purtroppo a causa della bassa concentrazione insulinica, ed alla presenza di ormoni controregolatori, si possono manifestare:
Tutti questi eventi, possono condurre il malato alla iperglicemia, quindi alla glicosuria, con conseguente diuresi osmotica, e perdita di elettroliti e ipovolemia. Inoltre può manifestarsi un aumento della lipolisi, con conseguente aumento dei NEFA presenti nel sangue e dei corpi chetonici. Vista la presenza di corpi chetonici nel sangue, diminuisce in maniera elevata la riserva alcalica, che unita all’insufficienza renale determinata a causa dell’ipovolemia, porta il malato all’acidosi. Questa triade “chetosi, acidosi, iperglicemia”, viene chiamata nel paziente diabetico Chetoacidosi diabetica oppure DKA.
La chetoacidosi, ovvero l’abbasamento del pH nel sangue, si manifesta a seguito delle concentrazioni aumentate di acido acetoacetico, acetone ed acido beta-idrossibutirrico, che vengono prodotti mediante la biosintesi a livello epatico del glucosio e partire dagli acidi grassi.
I sintomi che si manifestano sono:
I segni fisici che si manifestano sono:
Il trattamento terapeutico consiste nella reidratazione del paziente e nella somministrazione dell’insulina e del potassio, oltre all’infisione del glucosio.
La diagnosi della Chetoacidosi diabetica è piuttosto immediata, visto il forte odore di aceto proveniente dall’alito. Nonostanet questo, un esame approfondito delle urine, effettuato anche su stick rapido, è in grado di rilevare la presenza della patologia, e di valutare esattamente le concentrazioni dei corpi chetonici e del glucosi presenti nell’organismo. È molto importante inoltre, far eseguire al paziente l’ECH, così da valutare lo stato generale della funzionalità cardiaca, che molto spesso è compromessa, insime ad analisi approfondite per verificare i valori dell’azotemia e della creatinina, in maniera tale da comprendere le funzionalità renali.
Anche i bambini possono soffrire di chetosi, e si manifesta attraverso l’odore di frutta del loro alito, molto spesso accompagnata da stati febbrili. Nonostante tali segnali siano sufficienti a confermare la patologia, spesso vengono svolte le strisce reattive ai corpi chetonici nelle urine, così da confermare una diagnosi più corretta.
Grazie alla ricerca, negli ultimi anni le analisi del sangue per comprendere quantitativamente la presenza di beta-hydroxybutyrate sono disponibili per individuare la presenza di questo organismo chetonico tramite campioni di sangue venosi oppure capillari. In presenza di chetocidosi diabetica, il loro rapporto è inizialmente maggiore di 3:1. Mediante il trattamento, tale rapporto cambia e vi è una conversione di beta-hydroxybutyrate ed acetoacetate. Prima di intrprendere la dieta Dukan, è molto importante dunque conoscere la fisiologia della chetosi. Nella maggior parte dei regimi alimenti ristretti, la dieta ketogenic, rappresenta un regime che induce gli organismi di chetone ad essere prodotti dal fegato, mobilitando il metabolismo a partire dal glucosio e verso l’utilizzazione dei grassi. La chewtosi indotta da tale dieta, vi è una realazione fra i chetoni trovati nelle urine ed il siero beta-hydroxybutyrate. Infine, l’acetone del respiro, serve a visualizzare i chetoni presenti nel plasma così come le analisi delle urine in tutte le persone che controllano il loro peso corporeo mediante la dieta Dukan.