SARS-CoV-2 è il virus che causa la malattia COVID-19. Ebbene, come dimostra un recente studio americano, il genoma del virus sta effettivamente mutando. Niente di strano: le mutazioni virali sono una parte normale dell’evoluzione di un virus e possono alterare la gravità della malattia che determinano.
Nel caso della SARS-CoV-2, la scoperta è interessante perché la natura della mutazione suggerisce che possa avere un’associazione con una forma meno grave della malattia. E, di conseguenza, un virus meno virulento può avere un vantaggio selettivo rispetto ad altri ceppi.
La ricerca, condotta da un team di scienziati dell’Arizona State University (ASU), Stati Uniti, è in corso di pubblicazione Journal of Virology.
Sebbene alcuni ricercatori abbiano concentrato molta attenzione sul tracciamento del numero di casi di COVID-19 contro la diffusione globale della SARS-CoV-2, altri stanno tracciando il virus proprio mentre comincia a mutare, creando cambiamenti nel suo codice genetico che possono influenzare il suo funzionamento.
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Ricordiamo che le mutazioni si verificano quando un cambiamento nel materiale genetico si incorpora nel genoma virale e passa alla “generazione” successiva. Nel caso dei virus, una generazione è solitamente il ciclo di infezione di una particolare cellula.
Il team dell’ASU stava originariamente svolgendo ricerche sui virus dell’influenza, analizzando campioni di tamponi nasali prelevati dai partecipanti in Arizona. Tuttavia, una volta che le autorità sanitarie hanno iniziato a confermare i casi di COVID-19 in Arizona, il team ha deciso di cambiare la propria ricerca per concentrarsi sulla SARS-CoV-2.
Secondo il dottor Efrem Lim, professore assistente della Scuola di Scienze della Vita dell’ASU e capo del team di ricerca, la sua è stata “l’opportunità scientifica per poter contribuire a capire come questo virus si sta diffondendo nella nostra comunità”.