Possiamo definire il cuore, il muscolo più importante del nostro apparato, ed ha la funzionalità di pompare il sangue verso i polmoni ed il resto dell’organismo. Esso è diviso in due parti, ovvero la parte destra e quella sinistra, che a sua volta sono suddivise in due cavità: l’atrio ed il ventricolo.
Il sangue che proviene dall’apparato, raggiunge l’atrio destro dell’organo, attraversando le grandi vene, poi da qui, viene pompato nel ventricolo destro. Successivamente raggiunge l’arteria polmonare ed i polmoni, dove riceve ossigeno rilasciando anidride carbonica. Qui il sangue arriva nell’atrio sinistro e poi nel ventricolo sinistro, ed una volta in quest’ultimo, viene distribuito in tutto l’organismo mediante l’aorta.
A separare ogni atrio dal ventricolo corrispondente, ci sono le valvole ed i due ventricoli dell’arteria polmonare e dell’aorta, il sangue circola quindi in una sola direzione.
L’organo è rivestito da una membrana sottile, ovvero il pericardio, che gli permette di pompare con un ritmo regolare. Il cuore è un tessuto vivente, quindi per sopravvivere, ha bisogno di sangue come tutto l’organismo. Mediante vasi sanguigni, dette arterie coronarie esso pompa il sangue verso se stesso.
Il nostro cuore può essere colpito da diverse malattie, per questo le patologie cardiache, sono una tra le cause principali della morte nei paesi occidentali. Alcune di queste malattie sono causate dall’ostruzione dei vasi sanguigni che irrorano il cuore, determinando così un attacco cardiaco e vengono chiamate coronaropatie. Altre disfunzioni invece, interessano le valvole cardiache, che possono restringersi. Oppure possono non svolgere adeguatamente la loro funzionalità di sbarramento.
Una volta ristrette, il sangue trova difficoltà nell’attraversarle. Se invece si indeboliscono, esso può scorrere nella direzione sbagliata, determinando problemi cardiaci. Alcune malattie del cuore, colpiscono il muscolo, ed anche le infezioni sono in grado di danneggiare le sue valvole. Mediante la coagulazione del sangue all’interno del cuore, si può manifestare l’infarto.
Il pericardio invece può essere colpito da infezione, oppure riempirsi di liquido, per questo, l’ecocardiogramma permette al medico di visualizzare il cuore senza ricorrere a tecniche invasive.
Grazie a questo esame, il medico può avere informazioni su:
Tramite le onde sonore, si crea l’immagine del cuore, perché queste vengono fatte rimbalzare verso un dispositivo che il paziente ha sul petto, ovvero nella zona sopra il muscolo cardiaco.
Una volta che le onde hanno raggiunto il cuore, l’eco rimbalza nel dispositivo e tramite velocità ed intensità delle stesse, vengono fornite tutte le informazioni del cuore tradotte in immagini.
La tecnologia impiegata è molto simile a quella dell’ecografia, ovvero l’esame che permette al ginecologo di visualizzare ad esempio il feto all’interno della pancia della mamma. Il medico specialista, è in grado di leggere le immagini, in maniera tale da comprendere l’anatomia dei muscoli, delle valvole e le funzionalità del cuore.
Prima di fare tale esame, il paziente non necessita di alcuna preparazione. Solitamente si consiglia di indossare vestiti comodi facili da sbottonare e da togliere.
L’ecocardiogramma realizza immagini animate, che mostrano l’organo mentre si contrae, ed è anche in grado di mostrare la circolazione sanguigna interna ad esso.
Inizialmente sarà richiesto al paziente di svestirsi e di stendersi su un lettino apposito. Successivamente, l’ecografista posizionerà sul petto, polsi e caviglie gli elettrodi per effettuare contestualmente un elettrocardiogramma. Un gel speciale lubrificante verrà spalmato sul petto e sul trasduttore. Il trasduttore è l’attrezzatura che emette le onde sonore.
L’ecografista tramite una leggera pressione, muoverà il trasduttore sul petto, e potrà richiedere al paziente di respirare profondamente o di restare immobile.
L’ecocardiogramma è un esame indolore che non comporta alcun rischio al paziente, ma vi consigliamo di comunicare al medico se si avverte ansia o disagio. La cosa migliora da fare in queste situazioni, è di rilassarsi, o magari dare una occhiata al vostro cuore.
Attualmente, con gli ecocardiogrammi che la medicina ha a disposizione, si possono eseguire quattro modalità:
Grazie all’effetto del Doppler, che sfrutta la variazione della frequenza negli ultrasuoni di ritorno, è possibile conoscere informazioni sulla direzione e velocità del sangue nel cuore.
Attualmente si può considerare la più importante e diffusa metodica diagnostica nell’ambito cardiologico. È un esame assolutamente non invasivo, che si può ripetere e viene eseguito in breve tempo. Le informazioni che si possono ottenere sono fondamentali per giungere ad una diagnosi differenziale corretta.
Si tratta della metodica più diffusa per i pazienti che soffrono di insufficienza valvolare. E hanno la necessità di capire se devono o meno ricorrere all’intervento chirurgico.
L’impiego di questo esame è suggerito nei pazienti che non hanno sintomi e un’insufficienza grave. Oppure hanno una dilatazione ventricolare sinistra. È consigliata anche a coloro che notano alterazioni dei sintomi, oppure in caso di gravidanza. In fin dei conti, l’esame si svolge esattamente al pari di una normalissima ecografia. I vasi maggiormente oggetto di analisi con questo esame sono le vertebrali e le carotidi. Non solo, ma anche i vasi arteriosi e venosi dell’addome, così come cuore e relative arterie.
In alcuni casi può succedere che l’ecocardiogramma Color Doppler transtoracico non basti per giungere ad una diagnosi corretta. Può capitare, infatti, che gli ultrasuoni non siano in grado di penetrare delle spesse masse muscolari.
In altri casi, non riescono ad attraversare il polmone che può avere dimensioni superiori per colpa di una malattia. Oppure ci sono casi in cui la struttura da analizzare è collocata in profondità nel corpo. O, ancora, si trova esattamente dietro un osso o una valvola artificiale.
In questi casi non è sufficiente solo l’ecocardiografia normale che permette di esaminare il cuore da una collocazione anteriore.
In tutte queste occasioni, lo specialista può preferire lo svolgimento dell’ecocardiogramma per via transesofagea. Dal punto di vista del paziente, si tratta del medesimo procedimento che caratterizza una gastroscopia. Quindi, si procede con l’introduzione di una sonda mediante l’esofago. Quest’ultimo organo si snoda esattamente dietro al cuore.
La posizione è all’opposto rispetto a quella che caratterizza l’esame transtoracico. È la soluzione perfetta per integrare il primo esame e risolvere le problematiche diagnostiche del soggetto sofferente.
I pazienti che devono affrontare questo specifico esame devono rispettare alcune linee guida, che sono simili alla gastroscopia. Quindi, bisogna evitare di bere e mangiare a partire dalla mezzanotte del giorno in cui è previsto l’esame.
L’assunzione delle medicine è permessa a patto di bere solo il quantitativo di acqua sufficiente per la deglutizione.
Le persone che soffrono di diabete riceveranno adeguate indicazioni sul dosaggio di insulina da assumere. Chiaramente, il quantitativo di insulina verrà abbassato in ragione del digiuno previsto per effettuare l’esame. La durata di questo esame si aggira intorno ai 10-15 minuti circa.
L’ecocardiogramma sotto sforzo non è altro che una delle varie alternative della diagnostica non invasiva delle patologie cardiovascolari. In questa variante delll’ecocardiogramma c’è la possibilità di visualizzare il cuore da un punto di vista ecografico in due situazioni diverse. Ovvero prima e in seguito all’esercizio fisico.
In questo modo, c’è la possibilità di prevenire l’eventuale insorgere di ischemie del miocardio. Anche nel caso in cui queste ultime non si siano ancora manifestate attraverso sintomi e segnali vari.
Un test che consente di capire con maggiore precisione se la gittata di sangue verso il cuore sia sufficiente E se basti sia quando il soggetto è a riposo che quando affronta uno stress fisico.