Nella fase di veglia, sono i muscoli del collo che sostengono le vie respiratorie, mantenendole aperte, in maniera tale che l’aria possa raggiungere i polmoni senza problema.
Durante il sonno profondo invece, tali muscoli si rilassano, e le vie respiratorie tendono a restringersi. In condizioni di salute normali, questo restringimento non blocca l’entrata dell’aria e la sua uscita dai polmoni, ma in presenza di apnea notturna, le vie respiratorie sono ostruite.
L’ostruzione totale o parziale deriva da questi motivi:
A causa di un restringimento totale o parziale delle vie respiratorie nella fase del sonno, i polmoni non ricevono aria. Tutto questo, determina manifestazioni di russamento forte, ed abbassamento improvviso dei livelli di ossigeno nel sangue.
Quando tali livelli si abbassano troppo, il nostro cervello manda impulsi nervosi per far irrigidire il collo ed i muscoli delle vie respiratorie superiori.
La respirazione successivamente rientra nella normalità, ma gli abbassamenti frequenti di ossigeno nel sangue, possono provocare il rilascio degli ormoni dello stress. Tutto questo si traduce in aumento della frequenza cardiaca, rischio di ipertensione arteriosa, ictus, infarto del miocardio.
Tali ormoni inoltre, possono determinare anche insufficienza cardiaca, oppure aggravare questa condizione se già esistente.
L’apnea notturna deve essere curata, altrimenti si rischiano alterazioni metaboliche, che comportano diabete ed obesità.
L’apnea notturna, è una disfunzione molto diffusa, e la metà dei soggetti che ne soffrono sono in sovrappeso. Tendenzialmente sono più a rischio gli uomini rispetto alle donne, e può colpire a qualsiasi età, ma il rischio aumenta con il passare degli anni. Il rischio può aumentare anche, se in famiglia ci sono casi di apnea notturna.
Se le vie respiratorie superiori, ovvero naso, gola e bocca sono di piccole dimensioni, questo potrebbe determinare la comparsa di apnea notturna. Le dimensioni ridotte possono essere un fattore anatomico, oppure causato da allergie o patologie che provocano congestione. I bambini molto piccoli, possono soffrire di tonsille ingrandite, quindi possono manifestare apnea notturna. Anche i giovani in sovrappeso, sono a rischio di tale problema. Circa la metà dei soggetti che soffrono di apnea notturna, hanno problemi di ipertensione arteriosa.
Inoltre vi è una connessione tra l’apnea notturna ed il fumo, la sindrome metabolica ed il diabete. Tutte queste caratteristiche possono determinare ictus ed insufficienza cardiaca anche grave. Anche l’etnia e la razza possono essere fattori a rischio, anche se a tale proposito sono in corso ancora delle ricerche.
In presenza di apnea notturna, il soggetto che ne soffre tende a russare durante la notte, in maniera molto forte e continua. Tale manifestazione può essere interrotta da varie pause, ed il paziente può boccheggiare ed ansimare. In posizione supina, il russamente è più forte, mentre può essere lieve e meno rumoroso stando poggiati su un fianco.
Il paziente inizialmente manifesta il russamento solo in casi sporadici, ma con il passare del tempo, inizia a russare con maggiore frequenza. Quando egli russa o boccheggia, continua a dormire e non si sveglia. Con moltissime probabilità, il soggetto non si rendo conto di soffrire di apnea notturna e dunque non è in grado di stabilire la gravità della sindrome.
Se l’apnea notturna non viene trattata tempestivamente e nella maniera adeguata, essa può aumentare il rischio di:
L’apnea notturna è una patologia cronica, per questo necessita di cure a lungo termine. In gran parte dei pazienti affetti, può essere trattata modificando il proprio stile di vita, in altri invece con intervento chirurgico ed ausili per la respirazione.