La diagnosi spesso necessita di procedimenti abbastanza lunghi, composti da svariati test ed esami. Purtroppo, la fibrosi polmonare è una malattia dalla quale è impossibile guarire. Le uniche terapie ad oggi a disposizione possono alleviare i sintomi e rendere la migliore possibile la qualità di vita dei soggetti colpiti.
La fibrosi polmonare è una patologia che affligge i polmoni. Essa si caratterizza per indurimenti e cicatrizzazioni del tessuto che compone i polmoni stessi e che circondano e si interpongono negli interstizi fra gli alveoli.
Un polmone colpito da fibrosi polmonare è dunque un polmone che ha perso elasticità, indurito, e coperto da cicatrici di tipo retraente. Gli alveoli risultano “stretti e soffocati”, rendendo impossibili i normali atti respiratori.
Una fibrosi polmonare può affliggere un individuo anche senza che intervenga una precisa causa scatenante oppure per cause ben conosciute; nella prima situazione si parlerà di fibrosi polmonare idiopatica, nella seconda, invece, di fibrosi polmonare secondaria.
In campo medico, una patologia viene definita idiopatica allorquando attacca un soggetto senza una causa scatenante specifica.
Gli studiosi hanno sciorinato svariate teorie in relazione alla eziologia della fibrosi polmonare idiopatica, ma di tutte queste, per ora, nessuna ha avuto il beneficio della dimostrazione supportata con prove scientifiche.
La maggioranza delle teorie riguardava:
In campo medico, una patologia viene associata al termine “secondario” allorquando compaia successivamente al verificarsi di particolari condizioni. Patologiche o non patologiche che siano.
Una fibrosi polmonare secondaria ci può affliggere dopo:
Secondo talune statistiche, la fibrosi polmonare colpisce più frequentemente: le persone avanti con gli anni; i fumatori, specie quelli che fumano molto; quelli che svolgono attività lavorative in ambiente agricolo, miniera, carpenteria e/o stabilimento metallurgico; coloro che hanno subìto radioterapie per carcinomi polmonari o alla mammella; coloro che hanno fatto uso di medicinali per la chemioterapia e i soggetti con storie familiari di fibrosi polmonare.
La fibrosi polmonare è una patologia a diffusa mondiale: difatti può affliggere donne e uomini di tutte le etnie.
La variante idiopatica pare abbia un’incidenza sui 365 giorni pari a sei/sedici casi ogni centomila individui. La variante secondaria, al contrario, ha un’incidenza molto variabile tra i vari Paesi. Essa dipende da quanto gli individui si espongono alle cause che possono scatenarla.
Per tutte e due le varianti, i soggetti maggiormente afflitti sono quelli che si trovano tra il 50° ed i 70° anno d’età. Però occorre sottolineare che la patologia può insorgere a tutte le età.
La fibrosi polmonare non distingue minimamente tra femmine e maschi; infatti, attacca con frequenze molto simili sia le une che gli altri.
La sintomatologia ed i segni che tipicamente si associano alla fibrosi polmonare li ricordiamo di seguito:
La gravità di tali segni e sintomi può variare da individuo a individuo. In alcuni pazienti, i sintomi sono molto marcati fin dall’inizio. In altri sono al principio moderati e peggiorano in modo graduale con il passare del tempo (anche molti mesi e anni).
Come evolve una fibrosi polmonare parrebbe essere in dipendenza dalle cause che l’hanno scatenata.
Prolungate situazioni di fibrosi polmonare possono comportare l’insorgere di gravi complicanze, quali il cuore polmonare, la ipertensione polmonare, il tumore al polmone e l’insufficienza respiratoria.
Un soggetto con qualche problema respiratorio (ad esempio: dispnea), per cui si sospetti una fibrosi polmonare, va indirizzato all’esecuzione di diversi esami per la relativa diagnosi.
Si inizia con il classico esame obiettivo e si continua con dei test cosiddetti di diagnostica per immagini. Poi, ancora, si procede con altri test per valutare la funzionalità dei polmoni e si termina con la biopsia di tessuto prelevato dai polmoni. Questa, che si fonda su una procedura abbastanza invasiva, è l’unica che permette di effettuare una diagnosi definitiva e precisa.
Poiché i tessuti cicatriziali sono permanenti e la loro formazione quasi inarrestabile, la fibrosi polmonare di tipo cicatriziale è una malattia irreversibile ed incurabile. Purtuttavia, per l’azione di taluni farmaci, della riabilitazione respiratoria e dell’ossigenoterapia, si può alleviarne i sintomi e rallentare il suo incedere, portando così anche un netto miglioramento della qualità di vita del paziente.
Un eventuale intervento chirurgico di trapianto polmonare, operazione chirurgica molto delicata e dall’incerto esito, viene preso in considerazione esclusivamente in casi eccezionali. Solo ed esclusivamente se le cure sopraccitate si sono rivelate completamente inefficaci.