Le cause della comparsa dell’affaticamento muscolare non sono esattamente definite, anche se si suole generalmente ricondulo a microlesioni a livello muscolare, a una risposta infiammatoria ai microtraumi stessi, a eccessive contrazioni e spasmi muscolari e all’accumulo di metaboliti nei muscoli. È proprio per questo motivo che, ricollegandoci a quanto già affermato, diviene importante un “buon” allenamento: uno sforzo molto intenso prodotto su soggetti non ben allenati può infatti provocare numerose microlesioni, con conseguenze negative. A sua volta, il dolore ai muscoli, con il conseguente irrigidimento, può durare anche per diversi giorni, ed è dipendente dalla durata, dal tipo e dall’intensità dell’esercizio.
Un tipico affaticamento muscolare è ad esempio avvertito quando si va in palestra dopo un lungo periodo di inattività. In questi casi, infatti, il sistema nervoso centrale non è (o non è più) perfettamente in grado di coordinare la contrazione muscolare durante i movimenti a cui non si è abituati: il muscolo che si allunga sviluppa in un soggetto che non è adeguatamente allenato una resistenza maggiore che viene vinta dal muscolo che si contrae. Si tratta di un fenomeno che può determinare delle microlesioni a livello muscolare, la cui sommatoria può poi comportare dolori muscolari e la sensazione di affaticamento. È per questo motivo, dunque, che quando si cambia drasticamente il proprio programma di allenamento in palestra, si avverte un dolore e una sensazione di irrigidimento muscolare, che ben conosceranno i soggetti particolarmente sedentari che per la prima volta si avvicinano ad un’attività fisica impegnativa e intensa.
Un’altra motivazione per cui possiamo soffrire di affaticamento muscolare e di conseguenti dolori è legato al c.d. “spasmo da esercizio”. Si tratta, in questo caso, di una circostanza in cui alcune fibre muscolari mantengono la contrazione anche dopo il termine del movimento, determinando così uno stress che riconduce all’oggetto del nostro approfondimento.
Prevenzione
L’affaticamento muscolare deriva dalle tensioni e dallo stress sofferto da muscoli e tendini, spesso coinvolti in sforzi eccessivi. Per questo motivo, se si devono caricare muscoli e tendini di particolari “pesi”, è bene iniziare gradualmente e progredire lentamente, evitando dunque di cominciare con carichi pesanti. Di contro, è bene anche ricordare che la stessa cautela dovrebbe essere assunta dopo lo sforzo, quando lo stretching dovrebbe rappresentare una costante abitudine. Se poi è ritenuto utile, d’accordo con il proprio medico, potrebbe essere utile procedere con la somministrazione di vitamina E, un aiuto importante nella diminuzione del dolore e dell’infiammazione: si può comunque evitare il ricorso a integratori attraverso una buona dieta a base di frutta e di verdura.
Durata e intensità
Quando si instaurano gli eventi traumatici di cui abbiamo avuto modo di parlare in questo approfondimento, l’entità della sintomatologia dolorosa tende ad aumentare fino a raggiungere il picco 24-48 ore dopo lo sforzo. Successivamente, prende il via una fase di riassorbimento, che può risolversi positivamente e autonomamente nel giro di 3-6 giorni, a seconda della durata e dell’intensità dello sforzo effettuato. Le cellule danneggiate sono infatti in grado di cicatrizzarsi, e il nostro organismo da il via a un processo di riorganizzazione e di adattamento funzionale che aumenta la resistenza del muscolo.
Come ben sapranno tutti coloro che seguono specifici programmi di training, nei due o tre allenamenti successivi al primo (che ha determinato dolore) la percezione del dolore diminuisce fino a scomparire del tutto dopo tre o quattro allenamenti.