Se invece, al contrario, si è in presenza di una situazione continua, è sicuramente più opportuno fare gli idonei controlli, recandosi dal proprio medico di fiducia per poter condividere tale scenario e, dunque, effettuare un controllo specialistico.
Pur senza pretese di esaustività, possiamo ad esempio ricordare come alcune cause siano relazionabili alla presenza di emorroidi e di ragadi dell’ano, oppure a patologie come i polipi intestinali, fino ad arrivare al tumore del colon. Insomma, come avrete avuto modo di comprendere fin da queste prime righe, le motivazioni alla base del sanguinamento sono davvero numerose, e anche se non val certo la pena preoccuparsi al primo segnale, è comunque opportuno tenere a mente come si evolve questo fenomeno, con che dimensioni e con che frequenza.
Come parzialmente già anticipato, infatti, il sanguinamento dall’ano può essere più o meno evidente, e capita talvolta che si parli per esempio di sangue nelle feci occulto solamente quando viene evidenziato in caso di analisi di laboratorio. Un primo segnale dei sangue nelle feci è quando ci si trova in presenza di feci molto scure, in caso alternativo risulterà evidente la sua presenza nel water o sulla carta igienica.
Altrettanto naturalmente, rammentiamo in queste poche righe come la presenza di feci molto scure non sia certamente e necessariamente un segnale di una presenza di sangue, ma possono anche essere determinate da un’eccessiva assunzione di integratori di ferro o degli alimenti che lo contengono come cacao e spinaci, mentre alimenti come barbabietole o liquirizia possono dare una colorazione rossa che però nulla ha a che vedere con il sangue. Insomma, nel dubbio è sempre meglio evitare di saltare a qualsiasi conclusione fai-da-te, e ricorrere invece a un consulto medico per poterne sapere di più e chiarire ogni dubbio.
Tenete infatti in considerazione come patologie più serie come il tumore al colon e i polipi intestinali sono situazioni abbastanza gravi e hanno sintomi in concomitanza con il sanguinamento abbastanza evidenti, e non certamente minimo o trascurabile. In caso di tumore al colon il soggetto si renderà dunque conto in maniera tangibile di una improvvisa e ingiustificabile perdita di peso associata ad un affaticamento importante ed anomalo.
La persona affetta da tumore al colon produrrà feci molto sottili (nastriformi) e potrà notare evidenti alterazioni di condizioni quali diarrea e stitichezza. Purtroppo c’è da dire che questi sintomi così evidenti sono verificabili in una fase piuttosto avanzata del tumore, di tanto in tanto è per questo tenersi sempre sotto controllo con un esame delle feci a scopo preventivo.
Il tumore del colon e del retto può colpire indifferentemente uomini e donne ed è uno dei più diffusi, anche se a differenza di altre tipologie avanza in maniera molto lenta ed è più facile quindi diagnosticarlo.
Considerata tale fattispecie, evidenziamo altresì come la maggioranza di questi tumori che originano in tale area ha come base quella rappresentata dagli elementi definiti generalmente polipi del colon, e si può sviluppare nel corso di diversi anni a partire da qui.
Si tenga inoltre in considerazione che se vengono rimossi preventivamente, questi polipi possono essere in grado di ridurre il rischio che il tumore si sviluppi negativamente, potendo dunque fronteggiare eventuali conseguenze peggiori in maniera proattiva e piuttosto efficace.
I polipi sono ad ogni modo una formazione piuttosto comune, e possono svilupparsi nel colon come dei tumori benigni asintomatici, ovvero che non danno particolari segnali all’ospite se non un lieve sanguinamento, talvolta impercettibile, dal cavo anale.
Quanto sopra non deve comunque indurvi in eccessive preoccupazioni, come sopra abbiamo peraltro più volte sottolineato. Per fortuna, infatti, il sangue vivo nelle feci è molto più spesso un sinonimo di patologie meno gravi di quelle di cui sopra, fortemente transitorie e, pertanto, non certo in grado di indurvi in elevate paure di dover subire conseguenze negative e definitive.
Una delle ragioni che può ben essere ascritta a tale categoria è rappresentata dalle ragadi anali. Le ragadi anali sono dei piccoli tagli che si vengono a creare nella mucosa anale dai quali fuoriesce del sangue dando luogo ad una lieve emorragia dall’ano.
Le ragadi sono causate da stitichezza quando il tessuto anale non ha un elasticità sufficiente da permettere il passaggio delle feci, e il dolore sentito dal soggetto con ragadi anali è generalmente piuttosto forte e fastidioso durante l’atto di defecazione e durante il trattamento di quell’area a scopo di igiene.
La terapia in questo caso consiste semplicemente nella necessità di garantire un’accurata igiene intima alla zona interessata e, se la situazione lo richiede, utilizzare una crema lenitiva apposita ad uso topico, nonché in un’azione allo scopo di garantire una regolarità intestinale affinché queste ragadi all’ano possano richiudersi.
Sempre su questo filone di analisi, si può ben rammentare come un’altra causa del sangue nelle feci siano le emorroidi, altro comune problema rappresentato dalle dilatazioni delle vene della zona dell’ano sotto la mucosa. Il sangue vivo nelle feci in questo caso risulterà essere maggiore rispetto a quello che si può verificare con le ragadi e talvolta si potrà incorrere in un visibile gocciolamento dall’ano.
Le emorroidi sono insomma una patologia piuttosto fastidiosa e dolorosa e talvolta può anche essere accompagnata da una condizione di prurito e da un disagio diffuso che può condizionare la vita quotidiana. La soluzione anche in questo caso è l’uso di una crema farmacologica apposita per uso topico, che servirà a ridurre il gonfiore di queste dilatazioni venose, oltre a riposo e a un intervento per regolarizzare l’evacuazione (si consiglia di bere molto per poter rendere le feci più liquide).
In casi più gravi si procede ad un intervento chirurgico di legatura elastica delle stesse al fine di espellerle: si tratta comunque di un rimedio utilizzato nella minoranza delle ipotesi, mentre nella stragrande maggioranza dei casi sarà sufficiente un pò di riposo, una sana dieta, una corretta igiene della zona e l’uso della crema di cui sopra.
La diagnosi
In primo luogo in caso rileviate del sangue rosso nelle feci, e nel caso in cui questo problema non dovesse autonomamente risolversi entro breve tempo è opportuno condividere il problema con il proprio medico di fiducia.
Anche se siamo pienamente consapevoli quanto possa essere difficile avere a che fare con l’opportunità di condividere questo problema con una zona intima, vi consigliamo di superare i taboo e parlarne tempestivamente: il medico procederà con un’analisi della zona anale, per ispezionare se vi siano anomalie quali ragadi o emorroidi che si estendono all’esterno del cavo anale per fare successivamente una verifica all’interno con un dito isolato e lubrificato per facilitare l’ingresso e non traumatizzare ulteriormente una zona già probabilmente dolorante.
Attraverso questa ispezione tattile il medico riuscirà a fare un primo sopralluogo alla ricerca di anomalie nella zona più bassa dell’intestino retto e nell’ano. Per un maggiore approfondimento è poi possibile che si renda necessario un intervento di colonscopia, ovvero un esame ispettivo invasivo che prevede l’inserimento di un piccolo tubo flessibile attraverso la cavità anale, e che potrà essere utile per poter mostrare la zona interna grazie ad una camera e ad una luce che andrà a ispezionare l’interno del colon.
Questo processo avviene con il soggetto esaminato sotto sedativi per non incorrere in problemi e affinché questi resti tranquillo. La colonscopia, proprio per la sua invasività, è comunque un esame fatto solo in un momento successivo quando si rende proprio necessario: nella maggior parte dei casi, invece, questo esame non sarà affatto necessario.
Un’alternativa valida ma meno traumatica è per esempio la sigmoidoscopia o l’anoscopia, che consistono in un versione ridotta della colonscopia e quindi prevedono l’utilizzo di tubicini ispettivi molto più corti e l’esame della sola parte del colon o della cavità anale.
Ragadi anali
Come abbiamo ricordato qualche riga fa, una delle possibili cause del sangue rosso nelle feci può essere determinato dalla presenza di ragadi anali, ovvero di piccoli tagli della mucosa anale, che sono determinati con prevalenza da stitichezza e dall’eccessiva durezza delle feci, e saltuariamente da diarrea, da malattie infiammatorie intestinali (si pensi al morbo di Crohn), da gravidanza e parto, da alcune malattie sessualmente trasmesse (si pensi a herpes e sifilide) e infine da alcuni fattori individuali che possono generare una particolare predisposizione.
Per quanto attiene i sintomi più comuni, l’elenco è abbastanza intenso, e – purtroppo – ben noto a chi ne ha sofferto almeno una volta. I segni più chiari sono la presenza di un dolore acuto al passaggio delle feci, spesso seguito da un bruciore molto fastidioso che può durare anche diverse ore, e il sanguinamento al passaggio delle feci, che può essere notato sulle feci stesse sotto forma di sangue rosso vivo, o sulla carta igienica.
Fortunatamente – ne abbiamo parlato non troppi paragrafi fa – di solito le ragadi anali si risolvono in maniera spontanea nell’arco di qualche settimana di tempo, e senza che vi sia necessità di alcun trattamento. È tuttavia possibile che possano ripresentarsi ciclicamente, fino a quando la causa a monte non viene curata.
Può essere utile parlare della possibilità di fronteggiare i fastidi più ingenti mediante l’assunzione di farmaci antidolorifici come il paracetamolo o l’ibuprofene, sebbene un sollievo possa essere comunque ottenuto mediante la fruizione di impacchi con acqua tiepida dopo ogni evacuazione, e l’assunzione di blandi lassativi. Solamente nelle occasioni più gravi si procede con la chirurgia.
Fistole anali
Un’altra determinante possibile del sangue rosso vivo nelle feci è determinato dalla presenza di fistole anali. La fistola anale è un canale di piccole dimensioni che si sviluppa tra la fine del intestino e la pelle vicino all’ano. La sua presenza è di norma determinata da un’infezione che può colpisce la zona rettale, determinando un ascesso.
Anche in questo caso, il quadro dei sintomi è piuttosto chiaro. Si pensi, tra i principali segni, a una irritazione della pelle molto evidente, alla presenza di un dolore costante e fastidioso (che peggiora in posizione seduta e durante l’evacuazione), e ancora a piccole perdite, a segni di infezione locale e ad una incontinenza fecale.
Contrariamente con quanto avviene con le ragadi anali, in genere il trattamento è di natura chirurgica. Si arriva comunque a questa operazione solo dopo un’attenta condivisione delle caratteristiche della zona con il proprio medico di riferimento.
Proctite
Tra le cause c’è anche la proctite, una specifica infiammazione della mucosa rettale, che a sua volta può essere determinata da malattie infiammatorie intestinali (come il morbo di Crohn), infezioni sessualmente trasmesse, cicli di radioterapia o sottoposizione a cure antibiotiche.
Tra i principali sintomi che possono contraddistinguere una prima diagnosi di proctite, rileviamo la continua sensazione di dover evacuare, il sanguinamento rettale, una sensazione di dolore di diversa e varia entità durante l’evacuazione, la presenza di muco, la diarrea e il dolore rettale e addominale.
La terapia della proctite dipende a seconda della causa che ha scatenato la patologia.
Polipi
Non sono da escludere polipi e tumori (fortunatamente, nella maggior parte dei casi, benigni) che si sviluppano sulla parete interna del colon. Piuttosto comuni negli over 60, possono in realtà comparire anche nei soggetti più giovani.
Asintomatici nella maggior parte dei casi, se diventano più voluminosi possono determinare pregiudizi come – appunto – la presenza di sangue nelle feci, muco nelle feci, diarrea o stitichezza, dolore addominale.
Per poter diagnosticare correttamente i polipi sono generalmente prescritte indagini strumentali, incluse all’interno dello screening per il tumore del colon-retto, o per altre analisi.
Il trattamento più comune prevede la loro rimozione durante la colonscopia, volto anche a evitare che i polipi possano trasformarsi in tumori maligni.
Proprio per poter evitare tale nociva evoluzione (in circa un caso su 10 un polipo può trasformarsi in qualcosa di più grave), una volta diagnosticati sono oggetto di periodiche verifiche.
Considerata la varietà di cause che potrebbero sottostare la presenza di sangue rosso vivo nelle feci, vi suggeriamo di parlare con il vostro medico della possibilità di compiere specifici approfondimenti, arrivando in tal modo all’individuazione della determinante e, di conseguenza, della cura più efficace.
Fonti e bibliografie
- Manuale di Gastroenterologia. Unigastro. Unigastro, Mazzella, Milani, Sturniolo; Ed. Gastroenterologia Italiana; 2016
- Manuale di Chirurgia Generale. Davide F. D’Amico; Ed. Piccin; 2018
- Role of Colonoscopy in Patients with Hematochezia. Young Wook Kim, Hwang Choi, Gi Jun Kim, Seung Jee Ryu, Sung Min Park, Joon Sung Kim, Jeong-Seon Ji, Byung-Wook Kim, Bo-in Lee, and Myung-Gyu Choi; The Korean Journal of Gastroenterology; 2016
Link utili
- https://www.humanitas.it/sintomi/sangue-nelle-feci
- https://www.multimedica.it/news/sangue-rosso-feci-tumore/