La diminuzione del sangue che passa attraverso le arterie coronarie e arriva al cuore, provoca l’ischemia miocardica. Questo perché diminuisce anche la quantità di ossigeno. Si può verificare lentamente oppure rapidamente, in questo caso vuol dire che è improvviso il blocco dell’arteria.
Esistono comunque diversi fattori di rischio. Espone a un rischio superiore di ischemia miocardica il tabacco, quello attivo, certo, ma anche il fumo passivo danneggia le arterie. Le placche di colesterolo si depositano e lo stesso altre sostanze che rallentano il flusso sanguigno. Il fumo aumenta il rischio di coaguli nel sangue. Anche l’alta pressione nel tempo può danneggiare le arterie, così come chi soffre di diabete è più a rischio di soffrire di disfunzioni cardiache.
Altro fattore di rischio dell’ischemia miocardica è l’elevato colesterolo. I suoi depositi possono portare arterie. Spesso la causa è una dieta molto ricca di cibi che contengono grassi saturi e colesterolo. C’è poi la scarsa attività fisica, così come l’obesità e i fattori ereditari.
Le complicazioni dell’ischemia miocardica sono varie e possono essere molto gravi. Può provocare aritmia, cioè un ritmo cardiaco irregolare. Se il cuore non riceve la giusta quantità di ossigeno, potrebbe non funzionare correttamente e provocare aritmie. L’aritmia può rivelarsi fatale.
L’ischemia miocardica può danneggiare il musco cardiaco riducendone la capacità di pompare nel modo giusto il sangue. C’è poi l’attacco cardiaco, il quale può provocare gravi danni e anche il decesso. Può distruggere anche parte del muscolo cardiaco.
Per trattare l’ischemia miocardica possono essere utilizzati invece vari tipi di farmaci. Lo scopo è quello di migliorare il flusso di sangue al muscolo cardiaco. Alcuni farmaci sono l’aspirina (riduce il rischio di coagulo), la nitroglicerina (apre i vasi sanguigni arteriosi), i beta-bloccanti (rilassano il muscolo cardiaco e lo rallentano, diminuendo anche la pressione sanguigna), farmaci che abbassano il colesterolo, i calcio-antagonisti, la ranolazina (rilassa le arterie del cuore) e altri.
Altre volte può essere necessario un intervento chirurgico come l’angioplastica, dove viene inserito un catetere nella parte stretta dell’arteria, oppure l’intervento di bypass coronarico.