Nella gestazione, specialmente nell’ultimo trimestre, la muscolatura della donna tende a rilassarsi, a causa della presenza di alcuni ormoni nel circolo sanguigno, ovvero della Relaxina. Il peso del bambino che è aumentato nel corso della gravidanza e la postura durante la camminata, affaticano sia muscoli pelvici che quelle delle anche.
Quando il dolore osso sacro, si manifesta in donne in stato interessante, questo deriva dalla posizione podalica del bambino dove la sua testa spinge sull’osso, ma il dolore si può manifestare anche quando il feto cambia posizione. Il fastidio può essere anche di natura muscolare, perché questi tendono ad affaticarsi progressivamente verso la fine della gravidanza.
Nella fase del travaglio, sia i muscoli che i legamenti possono subire uno stiramento, provocando perciò in questa maniera dolore osso sacro ed anche al coccige, che può durare anche per alcuni mesi successivi al parto. Anche nelle patologia ginecologiche sono molto frequenti dolori all’osso sacro, come ad esempio in presenza di endometriosi esterna, dove il male è situato a livello dei legamenti sacro-uterini, oppure nel collo dell’utero e nel basso ventre. Tali manifestazioni di dolore causati ad endometriosi, sono ciclici, e tendono ad aumentare prima del ciclo mestruale. La zona pelvica femminile, colpita da patologie quali il prolasso dell’utero, oppure l’utero retroverso, o le vene varicose del bacino e gonfiore alle ovaie, possono provocare dolore all’osso sacro. Può capitare inoltre, che il dolore all’osso sacro lamentato da pazienti affetti da disturbi mentali, non sia diagnosticabile tramite esami di routine.
Alla base del dolore all’osso sacro, ci possono essere dei problemi alla colonna vertebrale, ed esso si manifesta improvvisamente e di forte entità, quando ad esempio si sollevano e si spostano pesi in maniera scorretta, perché così facendo, si affaticano i muscoli della spina dorsale.
Le posture scorrette comprendono:
1. Inclinazione laterale del busto
2. Movimenti di torsione frequenti
3. Mantenere la schiena posizionata in avanti
L’osso sacro può comportare dolore anche mentre si stanno svolgendo gli addominali a terra, senza l’utilizzo del materassino, ed il dolore muscolo-scheletrico, si distingue da altri tipi di fastidio perché il malato lo avverte ad esempio quando si mette seduto oppure quando si alza dalla sedia, mentre sta pedalando in bicicletta su una salita o dopo un periodo di lunghezza variabile seduto.
Tendenzialmente la sintomatologia tende ad alleviarsi per poi scomparire, mano mano, quando il soggetto cammina, oppure si sdraia al letto.
Le cause di dolore all’osso sacro di origine muscolo-scheletrico sono:
Attualmente, per alleviare tali disturbi che possono variare di entità in base alla gravità della patologia che le ha scaturite, si possono adoperare rimedi naturali come la ginnastica posturale ad esempio, oppure la pomata all’arnica, massaggio lombare ed ai glutei impacchi freddi da applicare, specialmente nei primi giorni a seguito di un trauma per poi proseguire con quelli caldi, e l’impiego di scarpe con il tacco non troppo alto, o di scarpe da ginnastica che sono le migliori in questo caso.
La frattura dell’osso sacro può essere provocata da una forte botta, o trauma che interessa la schiena, oppure da una intensa e prolungata attività motoria come la corsa di fondo, da incidenti stradali e dalla caduta accidentale dall’alto.
Una volta fratturato l’osso sacro, il malato manifesta:
La cura adeguata risolutiva nella frattura dell’osso sacro, prevede un periodo variabile di riposo e la magnetoterapia, ma in determinati casi, il medico ortopedico, potrebbe richiedere al paziente l’utilizzo di un busto, che nella maggior parte dei casi è molto difficile da tollerare.
Anche l’assunzione di alcuni farmaci potrebbe essere di aiuto per contrastare le forti manifestazioni di dolore, per esempio la somministrazione di analgesici come il paracetamolo, ovvero Tachipirina ed Efferalgan, o antinfiammatori non steroidei come la somministrazione di Dicoflenac, ovvero di Voltare, sia localizzato sotto forma di gel, che in fiale da introdurre mediante iniezione intramuscolare.