Gli alimenti per diabetici sono quegli alimenti il cui indice glicemico rientra in quei parametri utili per non compromettere il livello globale di zuccheri nel sangue in chi soffra di questa malattia.
Come già detto, il diabete è una malattia che rientra tra quelle che cronicizzano. Chi ne soffre patisce un incremento al di sopra dei valori standard di zuccheri nel sangue (glicemia) che, in genere, dipende dalla riduzione della sintesi di insulina, quella sostanza, cioè, che trasforma gli zuccheri che vengono introdotti nell’organismo con l’alimentazione, in energia. A volte non è la sintesi dell’insulina ad essere insufficiente, ma la capacità dell’organismo umano di farne il giusto utilizzo.
Il diabete porta con se, purtroppo, diverse complicazioni (danni al sistema cardiocircolatorio, al rene, agli organi visivi ed anche all’apparato nervoso periferico) e, se il valore della glicemia non viene adeguatamente controllato, ad esempio inserendo nella propria dieta alimenti per diabetici, tutte queste complicazioni possono cronicizzare.
La convivenza con il diabete non è estremamente penalizzante (certo, meglio non averlo!), la cosa fondamentale da ricordare è che occorre assolutamente tenere sotto controllo la glicemia affinché il suo valore rientri sempre nel “range” fisiologico, non di più, ma anche non di meno. E quali rimedi dobbiamo adottare perché non si alteri questo valore? Per saperlo occorre prima sapere quali comportamenti possono indurre queste alterazioni.
L’alimentazione innanzitutto. Individuiamo, ad esempio, gli alimenti per valore glicemico, suddividendoli in tre grandi categorie: da venti a quaranta, da quarantuno a cento e oltre i cento.
Nella seguente tabella, alcuni degli alimenti suddivisi per valore glicemico nelle tre categorie sopra nominate
Ebbene: gli alimenti per diabetici sono gli stessi alimenti che TUTTI dovrebbero inserire in una dieta equilibrata, a prescindere dal fatto che abbiamo o meno problemi con la glicemia, perché introdurre cibi con troppi zuccheri nel proprio organismo NON E’ MAI COSA TROPPO SALUTARE. Se accompagniamo una dieta equilibrata (soprattutto, appunto, sotto il profilo dell’apporto in zuccheri) anche ad una attività fisica regolare, evitando la vita sedentaria o, se ci siamo costretti per lavoro, almeno praticando la corsa regolarmente o un qualche sport che impegni in modo equilibrato tutto il corpo (l’attività fisica aiuta a trasformare gli zuccheri in energia), aiuteremo il nostro organismo a riportare il valore di glicemia nel “range” fisiologico.
Per quanto concerne l’alimentazione, sicuramente dovremo eliminare l’eccesso di carboidrati dalla nostra dieta, scomporre la nostra alimentazione quotidiana in più dei canonici tre pasti al giorno, calibrare l’apporto calorico rispetto all’attività fisica, aumentare il consumo dell’ortaggio crudo e di altri cibi che contengono antiossidanti ed aumentano l’apporto di fibre. Quindi oltre a ridurre, ad esempio, il consumo della pasta e del pane (carboidrati), provvederemo a suddividere in 5 pasti al giorno i 3 che probabilmente avremo adottato finora, a dormire il giusto (il sonno riduce molto il consumo di energie, e quindi la trasformazione degli zuccheri in energia), ad aumentare il consumo di frutta e verdura, ma soprattutto gli ortaggi crudi, associandoli al consumo dei carboidrati per bilanciarne l’effetto negativo. L’alcool andrà eliminato totalmente perché agisce negativamente sul controllo della produzione dell’insulina.
Sui circa sessanta milioni di abitanti il nostro Paese, circa quattro milioni soffrono di diabete. Se poi restringiamo l’area agli ultrasessantacinquenni, la percentuale sale ad oltre il venti percento (nella popolazione più giovane, invece, la percentuale scende al cinque percento).
La conoscenza della malattia e delle cure o, meglio, dei rimedi a sintomi e complicazioni, è un impegno di carattere sociale. Chi ne soffre raramente se ne accorge da subito perché nei primi periodi la malattia è quasi del tutto asintomatica, per poi, con il passare del tempo, cronicizzare e, ahimè, provocare le complicazioni che tutti conosciamo. Imparare a riconoscerne i primi sintomi, appena percettibili, conoscere i meccanismi con cui la malattia agisce e, quindi, imparare a contrastarla, a combatterne le complicazioni, è importante per l’individuo ed anche per la società in cui vive l’individuo, dato che il diabete è anche una malattia dai costi sociali “importanti”.