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White Chestnut: un rimedio naturale per chi è tormentato dai propri pensieri

Pubblicato da
Francesca Rotondo

L’omeopata inglese Edward Bach indicò per ogni stato mentale il rimedio floreale più adatto. Capì essenzialmente che non tutte le persone possono essere curate allo stesso modo; ad esempio, un individuo con la paura di perdere il controllo non può seguire lo stesso percorso di chi è depresso.

Benessere fisico e mentale non sono da considerarsi come entità a sé stanti, ma come due componenti di uno stesso organismo, interdipendenti e capaci di influenzarsi reciprocamente. In questo modo ogni fiore, a seconda delle diverse personalità e degli stati d’animo, agisce in maniera singolare sull’emotività dei soggetti.

Il White Chestnut è un fiore di Bach; deriva dall’Ippocastano, un albero maestoso che appartiene alla famiglia delle Ippocastanacee. È una pianta sempre verde, le foglie sono divise in gruppi di cinque o sette e i frutti avvolti da uno strato talvolta aculeato che li protegge.  I fiori si presentano di colori che vanno dal bianco-giallo fino al rosa-rosso. Tra   questi, i superiori sono maschili e quelli inferiori invece sono femminili.

Il tipo di pianta in questione è originaria della Turchia ed è stata introdotta in Europa nel  corso del XVI secolo. La sua coltivazione avviene nelle zone più calde dell’emisfero settentrionale a esclusione delle aree situate a nord e caratterizzate da temperature fredde e alture elevate.

Quali sono le proprietà

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Il fiore di Bach White Chestnut è adatto a tutte quelle persone che non riescono a evitare  che i pensieri opprimano la loro mente. Idee e ragionamenti spesso non desiderati, ma che si presentano in maniera ossessiva fino a sfinire il soggetto. Un fenomeno che si ripete soprattutto quando il presente in cui si vive non è di reale interesse. Succede, quindi, che i pensieri anche se respinti ritornino involontariamente come in un vortice. La loro presenza costante toglie la pace fino a impedire di concentrarsi a lavoro, nello studio e di godere dei propri momenti di svago. Inoltre, in alcune circostanze, questa condizione può provocare insonnia, ma anche tic nervosi, stress, mal di testa, ansia e atteggiamenti di tipo ossessivo compulsivo.

Con l’assunzione di White Chestnut la mente ritrova una condizione di pace e di silenzio, in modo da consentire al pensiero una sua funzione naturale. Un equilibrio che si muove a servizio della persona e non scinde corpo e testa.

Il tipo White Chestnut

Il tipo White Chestnut è un soggetto non lucido e neanche obiettivo; anzi in molte occasioni è assente e poco concentrato, non trova la soluzione ai suoi problemi e rimugina pensieri che gli sottraggono energie. Spesso ha le labbra in movimento: discute con se stesso di continuo, ha tensione al volto, alla fronte e un’andatura instabile e muscolatura tesa.

Durante un dialogo si ripete e mostra stanchezza perché imprigionato nel suo ciclone. La sua testa è simile a una stanza in preda al disordine, dove l’eco delle sue parole si ripete infinitamente, tra dialoghi con se stesso e ragionamenti confusi.

Chi è Edward Bach

Il dott. Edward Bach nacque il 24 settembre 1886, nel Galles, di cui la sua famiglia era originaria. Già durante la sua giovinezza amava interessarsi alla natura e mostrava una forte sensibilità di fronte alla sofferenza di tutti gli esseri, motivo per cui decise di diventare medico.

Nel 1912 si laurea presso l’Università di Birmingham e poco dopo inizia a lavorare nella città di Londra. Mentre svolgeva il suo lavoro si rese conto che la medicina “ufficiale” allopatica non riusciva ad andare oltre i sintomi del problema, si limitava alla malattia, escludendo del tutto il malato. Notò che ognuno reagiva emotivamente al problema, nonostante alcuni sintomi potessero essere uguali. Così decise di avvicinarsi alla medicina omeopatica.

Nel 1917 un evento cambiò il radicale corso della sua vita. A causa di un’emorragia, fu operato d’urgenza e gli fu detto che gli rimanevano solamente pochi mesi di vita. Si buttò allora completamente nel suo lavoro, senza pensare ad altro, convinto che un interesse e un ideale nella vita siano migliori di qualunque cura. L’obiettivo era quello di trovare un metodo basato sul singolo individuo, semplice, naturale e alla portata di tutti. Così scoprì i sette nosodi, dei tipi di vaccini omeopatici. Capì che a ogni gruppo di nosodi si poteva ricollegare un tipo di personalità; a quel punto iniziò a prescriverli in base a questa sua osservazione e ottenne un buon successo. Ma la sua ricerca andò oltre, cominciò a cercare dei rimedi sempre più naturali, convinto che alcune piante potevano sostituirsi ai nosodi.

Di lì a poco, dopo questa sua intuizione decise di chiudere lo studio a Londra e dedicarsi unicamente alla sua missione. Nel 1929 fece ritorno in Galles, iniziò a girare tantissimo per le campagne alla ricerca di piante che avevano delle formidabili virtù terapeutiche, adatte esclusivamente allo stato d’animo degli uomini. Morì il 27 novembre 1936.

Francesca Rotondo