Iniziamo con il rammentare che la scialoadenite è un’infiammazione di una ghiandola salivare. Le ghiandole salivari sono – come probabilmente ben noto – le ghiandole a cui si deve la produzione di saliva, che a sua volta ci aiuta a deglutire e a digerire, oltre che protegge i denti dai batteri.
Nel nostro corpo ci sono tre ghiandole salivari principali:
Ebbene, la scialoadenite colpisce principalmente la ghiandola parotide e le ghiandole sottomandibolari, mentre solo più raramente può colpire le ghiandole sublinguali.
Detto ciò, è anche bene rammentare che la scialoadenite può manifestarsi come una condizione acuta (improvvisa), cronica (a lungo termine) o ricorrente. In ogni caso, la scialoadenite può essere classificata come una condizione sufficientemente rara e non comune.
La scialoadenite può potenzialmente colpire chiunque, ma è sicuramente più comune tra gli adulti anziani che soffrono già di calcoli alle ghiandole salivari, strutture calcificate che possono formarsi all’interno di una ghiandola salivare fino a bloccare il flusso di saliva nella bocca.
Ad ogni modo, la scialoadenite può ben verificarsi anche in altri gruppi di età, compresi i neonati, durante le prime settimane di vita. Statisticamente, la scialoadenite colpisce uomini e donne di tutte le razze allo stesso modo, e accade tendenzialmente più spesso in persone malate o in convalescenza chirurgica, o in persone disidratate, malnutrite o immunosoppresse (quando l’organismo non è in grado di combattere le malattie).
Generalmente, la scialoadenite è solitamente causata da un virus o da batteri. Una scarsa igiene orale può dunque contribuire ad andare incontro a questa problematica, visto e considerato che favorirà la formazione di tali agenti patogeni.
Passiamo quindi a occuparci dei principali e più sintomi della scialoadenite, che includono:
Naturalmente, se si nota uno qualsiasi di questi sintomi è necessario consultare il medico di riferimento che, dopo un primo esame, potrà o meno indirizzarvi a un otorinolaringoiatra per un consulto più specialistico.
Appare infatti evidente come molti dei sintomi tipici della scialoadenite siano in realtà comuni anche ad altre condizioni, e che solamente con qualche test diagnostico sia ben possibile arrivare alla definizione di tale scenario.
A proposito, come viene diagnosticata la scialoadenite?
La scialoadenite viene solitamente diagnosticata attraverso un esame fisico e una storia dei sintomi manifestati dal paziente. La diagnosi può essere effettuata dal proprio medico di famiglia, ma il più delle volte sarà comunque necessario ricorrere al consulto di uno specialista, come l’otorinolaringoiatra.
Questo specialista, inoltre, potrebbe voler accertarsi della propria diagnosi di scialoadenite andando a esaminare direttamente le ghiandole salivari.
E come viene trattata la scialoadenite? Sinteticamente, la scialoadenite viene solitamente trattata per la prima volta con un antibiotico, in un colloquio di piena condivisione degli altri trattamenti che vi aiuteranno ad alleviare il dolore e ad aumentare il flusso di saliva. Tra questi ultimi, includiamo bere succo di limone o succhiare caramelle non molli, usare impacchi caldi e massaggi alla ghiandola.
Se poi la vostra scialoadenite ha creato un ascesso, è probabile che possa essere drenato. In rari casi, si ricorrerà a terapia più incisive, che comprendono anche la chirurgia.
Generalmente, la scialoadenite può ricondursi in una condizione di normalità delle ghiandole salivari nel breve termine. Tuttavia, senza un trattamento adeguato, la scialoadenite può trasformarsi in una grave infezione, specialmente in persone anziane o malate. È dunque importante consultare subito un medico se si ha uno qualsiasi dei sintomi, anche al fine preliminare di accertare se effettivamente i segnali manifestati siano riconducibili alla scialoadenite, o a qualche altro pregiudizio di salute.