La mesalazina viene usata per trattare le malattie infiammatorie dell’intestino. In particolare è adatta in presenza di colite ulcerosa e del morbo di Crohn. Il suo uso non è indicato solamente per il trattamento della malattia in corso, ma anche per prevenire una sua eventuale ricaduta.
Prima di cominciare il trattamento a base di mesalazina è opportuno leggere con molta attenzione il foglio illustrativo presente all’interno della confezione del medicinale. In caso di dubbi o perplessità il consiglio è di contattare il proprio farmacista di fiducia o il medico che ha prescritto il farmaco.
La dose raccomandata di mesalazina è di 1-2 compresse al giorno da 400 mg. Sarà comunque compito dello specialista decidere la dose specifica da prendere, in base alle necessità del paziente.
È importante deglutire le compresse intere senza masticarle o romperle, aiutandosi con un bicchiere d’acqua. Inoltre, è opportuno assumere la mesalazina lontano dai pasti.
La cura in fase di malattia in corso dura mediamente dalle 6 alle 10 settimane. Il medico può variare la durata del trattamento se dovesse ritenerlo necessario.
Come qualsiasi altro medicinale, anche le compresse a base di mesalazina, potrebbero provocare degli eventuali effetti indesiderati da non sottovalutare e in presenza dei quali è meglio rivolgersi al medico, al farmacista o recarsi al pronto soccorso quando sono particolarmente preoccupanti.
È preferibile non rischiare un peggioramento delle condizioni di salute e interrompere l’assunzione di questo farmaco in caso di:
Altri possibili effetti indesiderati che si verificano raramente e molto raramente sono:
È bene informare il medico o il farmacista se si sta assumendo qualsiasi altro medicinale, compresi quelli senza prescrizione medica.
Si raccomanda cautela nell’uso concomitante di mesalazina e sulfaniluree di cui può essere potenziato l’effetto ipoglicemizzante. Raccomandazione valida anche in presenza di cumarinici, metotressato, probenecid, sulfinpirazone, spironolattone, furosemide e rifampicina, in quanto si corre il rischio di una possibile interazione dagli effetti rischiosi.
Inoltre, bisogna tenere presente che l’uso parallelo di mesalazina ed agenti di cui è nota la tossicità renale, inclusi i farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) ed azatioprina, è indicato poiché questi farmaci possono aumentare il rischio di reazioni avverse a scapito del regolare funzionamento dei reni.
La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino. Colpisce maggiormente la zona del retto e tratti più o meno estesi del colon. Le cause di questa patologia sono ancora sconosciute ai medici.
I sintomi della colite ulcerosa sono soprattutto diarrea e in alcuni casi perdite di sangue dal retto durante l’evacuazione (proctoraggia). In fase acuta invece comporta dolori addominali, possibile perdita di peso, anemia e febbre.
Il morbo di Crohn è un’infiammazione cronica dell’intestino che può ammalare tutto il tratto gastrointestinale. Questa malattia, dalle cause ancora sconosciute, è caratterizzata da ulcere intestinali, spesso alternate a tratti di intestino sano; se non curata adeguatamente può portare ulteriori complicazioni, quali stenosi o fistole che possono richiedere un intervento chirurgico.
I sintomi si manifestano con forti dolori addominali, fino alla diarrea cronica e, in stati avanzati, si corre il rischio di consistenti perdite di peso.