La Tachipirina è un antipiretico a base del principio attivo del Paracetamolo e si può reperire in vari formati e dosaggi:
Prevalentemente viene utilizzata per cercare di contrastare i sintomi che generano dolore al nostro organismo, ma principalmente durante gli stati febbrili che necessitano di un abbassamento rapido della temperatura.
Negli adulti e nei ragazzi di età anagrafica superiore ai 15 anni, la Tachipirina può essere utilizzata una o due volte al giorno a seconda delle indicazioni del medico. Lo stesso medico potrebbe comunque consigliare di incrementare l’assunzione fino a un massimo di 3 volte al giorno, nella sola ipotesi in cui si debbano affrontare casi più “gravi” e, comunque, per un limitato periodo di tempo.
È comunque necessario che tra una somministrazione della compressa e l’altra, siano trascorse almeno 4 ore.
Il discorso cambia nell’ipotesi in cui a beneficiare della Tachipirina siano dei bambini di età compresa tra i 6 e i 15 anni. In questo caso, infatti, il dosaggio dovrà essere notevolmente inferiore, generalmente, 250 mg.
Essendo un Paracetamolo, le controindicazioni della Tachipirina sono quelle generalmente relative al suo principio attivo. Dunque, sarebbe bene evitare la sua somministrazione in tutti quei soggetti che in passato hanno avuto modo di accertare dell’ipersensibilità nei confronti del farmaco.
La Tachipirina viene inoltre generalmente sconsigliata in tutti quei pazienti che soffrono di insufficienza epatica. Si tenga altresì conto che la Tachipirina contiene del Sorbitolo, ed è pertanto sconsigliato il suo utilizzo da parte di tutte quelle persone che soffrono di intolleranza al fruttosio.
La Tachipirina, contrariamente ad altri prodotti farmacologici della categoria degli analgesici quali l’ibuprofene (ricordiamo il Buscofen, il Brufen ed il Moment), non spicca per proprietà antinfiammatorie, per cui, sotto il profilo dell’effetto terapeutico, non viene considerata un prodotto farmacologico con proprietà antifiammatorie non steroideo (FANS).
Se si osserva il dosaggio consigliato si può affermare senz’altro che la Tachipirina non produce irritazione alle pareti gastriche interne. Non ha alcuna influenza negativa sulle funzioni dei reni.
Talune ricerche hanno evidenziato che i sovradosaggi possono influire negativamente sui rischi di complicanze a carico dell’apparato gastrointestinale nella sua parte superiore. Ad esempio potrebbero verificarsi sanguinamenti gastrici.
Alcuni ricercatori sostengono che la Tachipirina può essere utilizzata anche durante una gravidanza, anche se se ne consiglia, ovviamente, l’utilizzo solo dopo una consultazione con il proprio ginecologo.
Diversamente dai prodotti farmacologici della categoria degli antinfiammatori e da qualsiasi altro antidolorifico, la Tachipirina non influisce in nessun modo con l’umore di chi lo assuma, e non sarebbe quindi responsabile di stati euforici o depressivi.
Di norma la Tachipirina non determina alcun effetto indesiderato nell’organismo del soggetto che assume la compressa di Paracetamolo. Tuttavia, sono stati segnalati dei casi di reazioni cutanee di vario tipo e di diversa entità. Gli altri effetti indesiderati sorgono esclusivamente nell’ipotesi in cui il soggetto mostri dell’ipersensibilità nei confronti del farmaco.
Per quanto intuibile, nell’ipotesi in cui vi siano delle reazioni di qualsiasi tipo, è suggeribile sospendere immediatamente il trattamento medico con la Tachiprina, e contattare con il proprio medico di riferimento. Si rende altresì necessario, al fine di evitare dei sovradosaggi, controllare che altri eventuali farmaci contemporaneamente assunti non contengano lo stesso principio attivo: dosi elevate di Paracetamolo possono creare delle reazioni negative su reni e sangue.
Proprio per i motivi di cui sopra viene sconsigliato un utilizzo prolungato di Tachipirina, e in ogni caso l’impiego per oltre 10 giorni senza che venga consultato il proprio medico. Il contatto con il proprio medico di famiglia è inoltre suggerito anche nelle ipotesi preventive (ovvero, prima di assumere la compressa).
E se si è assunta troppa Tachipirina? Nell’ipotesi in cui ci si renda conto di aver accidentalmente assunto troppo Paracetamolo, è possibile andare incontro a un rischio di intossicazione, che di norma si manifesta con nausea, vomito, pallore, dolore addominale, malessere complessivo. I sintomi compaiono abbastanza presto (intorno alle prime 24 ore dall’assunzione del farmaco).
Nel caso in cui ci si renda conto di aver assunto troppa Tachipirina, è bene recarsi presso una struttura di riferimento per poter procedere alla valutazione dello svuotamento gastrico precoce.
Disponibile in compresse e in bustine di granulato da Angelini. Il prezzo indicativo per una confezione da 16 bustine è di 7,30 euro.
Naturalmente, ricordiamo che – non trattandosi di informazioni e di consulenza medica – prima di procedere all’assunzione di questo e altri farmaci è sempre opportuno condividere sintomi e terapia con il proprio medico di famiglia, o con altri esperti che potranno fornirvi un supporto qualificato.
Il suo utilizzo deve essere attentamente ponderato e valutato, soprattutto avendo come riferimento le precauzioni e le controindicazioni più tipiche.
In particolar modo, rammentiamo come non dovrebbe essere utilizzato nei casi di ipersensibilità al paracematolo o a uno qualsiasi degli eccipienti, e nei pazienti che risultano essere affetti da una grave anemia emolitica e da grave insufficiente epatocellulare.
Anche in virtù di quanto sopra, i medici consigliamo di monitorare con attenzione le condizioni di fegato e reni in caso di un utilizzo prolungato.
Il medicinale andrebbe altresì usato con particolare cautela nei casi di alcolismo cronico, eccessiva assunzione di alcolici, anoressia, bulimia, cachessia malnutrizione cronica, disidratazione, ipovolemia.
Rammentiamo come l’assorbimento per via orale della Tachipirina dipenda dalla velocità dello svuotamento gastrico.
Ne deriva che la somministrazione concomitante di quei farmaci che rallentano o incrementano la velocità dello svuotamento gastrico, può determinare un calo o una crescita della biodisponibilità del prodotto.
Altresì, il foglietto illustrativo si sofferma nel ribadire come l’utilizzo concomitante del paracetamolo (per un quantitativo di almeno 4g al giorno per 4 giorni) con gli anticoagulanti orali, può indurre variazioni lievi nei valori di INR, e che il medicinale dovrebbe essere attentamente assunto, sotto controllo medico, durante il trattamento di farmaci che possono determinare l’induzione delle monossigenasi epatiche, o in caso di esposizione a sostanze che possono avere tale effetto.
L’uso di Tachipirina non dovrebbe mai essere agito senza aver contattato il proprio medico per una condivisione sulla convenienza alla somministrazione di tale medicinale.
In ogni caso, è bene non assumerla per più di 3 giorni consecutivi senza aver nuovamente informato il proprio medico.
Anche prima di tale termine, è bene sospendere il trattamento nell’ipotesi in cui si manifestino delle reazioni allergiche.
Altresì, è importante controllare che non si stia assumendo qualche altro farmaco con lo stesso principio attivo, visto e considerato che tale principio, se assunto in dosi elevate, potrebbe condurre a gravi reazioni avverse.
Come già rammentato, meglio evitare di assumere il paracetamolo in gravidanza e in allattamento, sebbene non vi siano esperienze cliniche sufficienti per poter dimostrare quali siano i danni per la madre e per il neonato.
Un’eccessiva assunzione di Tachipirina potrebbe avere effetti anche gravi.
In particolar modo, esiste il rischio di concreta intossicazione, con diversi livelli di gravità. In caso di sovradosaggio, occorre recarsi in una struttura medica ospedaliera, dove sottoporsi a un trattamento condiviso con il medico.