Essere stitico, o soffrire di stipsi, significa vivere una condizione in cui i movimenti intestinali sono difficili o si verificano meno frequentemente del normale. Come abbiamo già avuto modo di ricordare qualche riga fa, è una condizione estremamente diffusa, tanto che quasi tutti la percepiscono ad un certo punto della propria vita, in misura più o meno ricorrente.
Sebbene non si tratti quasi mai di un problema serio, è intuibile che il paziente si sentirà molto meglio quando il corpo inizierà a reagire naturalmente agli ordinari movimenti intestinali.
In tal senso, si tenga anche conto che il normale periodo di tempo tra i movimenti intestinali varia ampiamente da persona a persona. Alcune persone li hanno tre volte al giorno, mentre altri li hanno solo poche volte alla settimana. È pertanto difficile poter stimare con generalità quando si possa parlare di stipsi, e quando invece si possa ritenere normale questa condizione di ritardo tra un movimento intestinale e l’altro.
In linea di massima, può essere però utile ricordare che lasciar passare più di 3 giorni senza un movimento intestinale viene considerato come un periodo di tempo troppo lungo. Dopo 3 giorni, inoltre, il movimento intestinale è generalmente più doloroso e difficile, poiché le feci saranno di quantità superiore alla norma e probabilmente più dure.
Quali sono i sintomi
Tradizionalmente riconoscibili sono i sintomi della stipsi. Generalmente, infatti, la stitichezza si può riconoscere quando un paziente avverte:
- pochi movimenti intestinali;
- problemi nella realizzazione di un coerente movimento intestinale (sforzo per andare in bagno);
- feci dure o piccole;
- sensazione di non aver svuotato completamente l’intestino;
- gonfiore della pancia.
In aggiunta a ciò, alcuni pazienti lamentano l’impressione di sentire come se avessero bisogno di aiuto per svuotare l’intestino, ad esempio premendo sulla pancia.
In ogni caso, non esistono dei sintomi comuni e generali che possano essere riscontrati in tutti. Provate pertanto a parlare con il vostro medico di qualsiasi malessere o condizione di difficile gestione dei movimenti intestinali.
Quali sono le cause della stipsi
Alcune cause tra le più ricorrenti includono:
- cambiamenti in ciò che si mangia o nelle proprie attività quotidiane;
- scarsa assunzione di acqua o di fibra nella propria dieta;
- eccessiva assunzione di prodotti lattiero-caseari;
- scarsa attività fisica;
- resistenza agli stimoli intestinali;
- stress;
- uso eccessivo di lassativi;
- alcuni farmaci (specialmente farmaci per il dolore come i narcotici, o ancora gli antidepressivi e gli integratori di ferro);
- farmaci antiacidi che contengono calcio o alluminio;
- problemi alimentari;
- sindrome dell’intestino irritabile;
- gravidanza;
- problemi nervosi o ai muscoli del sistema digestivo;
- cancro al colon;
- condizioni neurologiche come il morbo di Parkinson o la sclerosi multipla;
Intuibilmente, l’elenco delle cause che possono potenzialmente scatenare una condizione di stipsi più o meno accentuate non sono terminate qui. Cercate pertanto di indagare in maniera specifica con il vostro medico le determinanti dl vostro malessere.
Cosa fare in caso di stipsi
Se si avverte un periodo di particolare difficoltà nell’effettuazione di regolari movimenti intestinali, e si avverte una stipsi, è bene innanzitutto cercare di correggere alcune cattive prassi.
In particolare, è bene bere due o quattro bicchieri di acqua in più al giorno rispetto alle proprie abitudini, a meno che il medico non vi abbia detto di limitare i liquidi per un altro motivo non legato certamente ai movimenti intestinali.
Provate inoltre ad assumere liquidi caldi, specialmente al mattino, e aggiungere frutta e verdura alla propria dieta. Mangiate prugne e cereali di crusca, fate esercizio fisico nella maggior parte dei giorni della settimana: quando il corpo si muove, anche i muscoli intestinali finiscono con l’essere più attivi.
Ulteriormente, è consigliabile non ignorare lo stimolo ad “andare in bagno” , poiché resistere all’effettuazione di coerenti movimenti intestinali può favorire proprio una condizione di stitichezza.
Nel caso in cui questi semplici accorgimenti non fossero sufficienti, è inoltre possibile provare a prendere un lassativo. Esistono diversi tipi di lassativi e potete acquistarne molti da banco: ognuno di loro – come il farmacista vi potrà confermare – lavora in un modo diverso per alleviare la costipazione.
In ogni caso, è consigliabile domandare al proprio medico quale tipologia potrebbe funzionare al meglio per voi e per quanto tempo dovreste prendere il lassativo.
Quando è il caso di chiamare il dottore?
Generalmente la stipsi non richiede un intervento medico, e la maggior parte dei casi si risolve autonomamente o con l’aiuto dei consigli che nello scorso paragrafo abbiamo avuto modo di condividere con tutti voi.
Tuttavia, è opportuno contattare in maniera tempestiva il proprio medico se si notano improvvisamente condizioni di stitichezza con dolori addominali o crampi, e se non si è in grado di agevolare i movimenti intestinali.
Inoltre, è bene parlare con il proprio medico se:
- la stitichezza è un problema “nuovo”, e non ci sono stati particolari cambiamenti dello stile di vita;
- c’è del sangue nelle feci;
- state perdendo peso anche se non ci state provando per motivi di dieta;
- avete un forte dolore durante i movimenti intestinali;
- la stitichezza dura da più di 2 settimane;
- le dimensioni, la forma e la consistenza delle feci sono cambiate radicalmente rispetto alle precedenti abitudini.
Il medico esaminerà il vostro caso e potrà eventualmente raccomandare alcuni test per trovare in maniera più precisa la causa della costipazione. Ad esempio:
- esami del sangue per controllare i livelli ormonali;
- analisi intestinali per comprendere come le feci si muovono attraverso e fuori dal colon;
- colonscopia per cercare eventuali blocchi.
Come si previene la stitichezza?
Ma è possibile prevenire la stipsi? Ovviamente non del tutto ma, in molti casi è possibile. Può ad esempio aiutare assumere una dieta equilibrata e ricca di fibre. Le buone fonti di fibre sono frutta, verdura, legumi, pane integrale e cereali (specialmente la crusca).
È inoltre consigliabile bere almeno un litro e mezzo o 2 litri di acqua al giorno, salvo il caso succitato che il medico non abbia consigliato una dieta a ridotto contenuto di liquidi.
La fibra e l’acqua possono lavorare insieme per mantenere regolari transiti intestinali.
È invece opportuno evitare la caffeina (può essere disidratante) e ridurre il latte (i latticini possono costipare alcune persone). È consigliabile allenarsi regolarmente, facendo qualcosa di attivo per almeno 30 minuti al giorno, quasi tutti i giorni della settimana, e andare in bagno quando se ne sente il bisogno, senza “trattenersi”.