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Emorroidi esterne ed interne, come curarle e trattarle al meglio.

Pubblicato da
Lorenzo

Per la loro specificità, le emorroidi sono un problema di cui tantissimi italiani soffrono in modo più o meno occasionale ma… che pochi italiani scelgono di condividere con il proprio medico. Eppure, tutto si dovrà fare tranne che minimizzare tale condizione, visto e considerato che le infiammazioni della regione anale possono provocare dolore, condizionare il riposo e le normali attività quotidiane. Meglio dunque rimuovere qualsiasi tabù e rapportarsi ad esse con la giusta consapevolezza. A proposito, cosa sono le emorroidi? E cosa distingue le emorroidi esterne da quelle interne? E come si trattano?

Che cosa sono le emorroidi

Le emorroidi sono dei piccoli cuscinetti vascolari, situati nella regione anale, che contribuiscono a regolarizzare correttamente il ricambio sanguigno e che ingrossandosi, possono provocare una condizione di dolore anche particolarmente ingente.

Il termine emorroidi deriva dalla lingua greca, con la composizione delle parole “Haîma”, che significa “sangue”, e rhéó, che significa “scorrere”. L’etimologia della parola fornisce quindi l’indicazione per descrivere appunto questi cuscinetti vascolari, delle vere strutture dell’anno, che hanno la funzione di regolare l’emissione delle feci, regolando la continenza. In parole povere, senza le emorroidi, rischieremmo di “farcela sotto”. Le emorroidi sono quindi una parte importante del nostro organismo, ma il problema si pone quando queste subiscono delle imfiammazioni e tendono a gonfiarsi, provocando dolore e prurito, sia quando si è sedudi, che quando si resta in piedi o sdraiati, e in particolare al momento di defecare.

Quando si hanno le emorroidi quindi, si percepisce dolore e bruciore. Il termine emorroidi è molto generico, in quanto, come abbiamo visto, le emorroidi sono una struttura fondamentale e anatomica del tutto naturale dell’ano. Ma il termine viene utilizzata anche per descrivere la patologia dell’infiammazione, che in realtà si chiama, scientificamente, malattia emorroidaria, o semplicemente emorroidi patologiche. Le emorroidi vengono formate da parti vascolari anastomizzate e da tessuti connettivi a loro volta composti da collagene e fibre elastiche, dei veri e propri cuscini in grado di trattenere le feci o di farle passare. In pratica regolano l’apertura e la chiusura del condotto anale, gonfiandosi e sgonfiandosi grazie ai vasi sanguigni in esse contenuti. Appena defecato, le emorroidi si irrorano di sangue, per gonfiarsi e chiudere lo sfintere anale.

Uno dei problemi che spesso si verifica in caso di malattia emorroidaria, è che questa viene spesso confusa, da pazienti e dottori, con altre patologie del retto, come le ragadi, le fistole e le cisti, il prurito, fino ad arrivare a confusioni con il cancro del retto.

Comunque, anche le emorroidi patologiche sono una malattia dei paesi industrializzati, in cui la sedentarietà, l’alimentazione e altri fattori, tendono a far sviluppare la patologia, in particolare nelle persone oltre i cinquanta anni di età.

Cosa sono le emorroidi esterne

Le emorroidi possono essere interne o esterne, a seconda – intuibilmente! – della loro collocazione. In particolar modo, le emorroidi interne si collocano sopra gli sfinteri anali che determinano l’apertura del retto, al di sotto della membrana mucosa. Considerata tale collocazione specifica, non possono essere visivamente apprezzate dall’esterno.

Comunque, le emorroidi interne, possono, durante la defecazione, fuoriuscire, o per usare un termine scientifico, prolassare, per poi rientrare una volta defecato. In alcuni casi però, questo prolasso non rientra all’esterno, gonfiandosi e provocando forte dolore e bruciore. Quando questo prolassamento è attivo, oppure vi sono presenti anche delle ragadi, il dolore si manifesta.

Di contro, le emorroidi esterne si determinano all’altezza degli sfinteri. Sporgono in maniera visibile, con un colore che oscilla dal rosso al bluastro. La loro consistenza è tipicamente morbida, ma quando si forma un coagulo diventano dure al tatto.

Cause delle emorroidi esterne

La causa specifica della comparsa delle emorroidi patologiche non è stata ancora individuata, ma i medici hanno comunque individuato molti elementi che possono concorrere alla loro comparsa.

Numerosi sono i fattori che possono determinare la formazione di emorroidi esterne e, in buona parte dei casi, si tratta di fattori favoriti dalla pressione in questa zona (come durante la gravidanza). A volte è possibile che le emorroidi esterne siano favorite da condizioni generali come l’obesità, o a fattori patologici temporanei come la stitichezza prolungata. È altresì possibile, ma è più raro, che le emorroidi esterne siano un sintomo precoce di un tumore o di un problema serio di circolazione. Molto più frequentemente, per fortuna, le emorroidi esterne sono una conseguenza di una debolezza congenita delle pareti vasali.

In tal senso, si noti come le abitudini alimentari siano tra le determinanti più frequenti della formazione delle emorroidi esterne. Pertanto, se avete l’abitudine a consumare dei pasti non regolari e magari contraddistinte dalla presenza di cibi particolarmente piccanti, se abusate di alcolici, di tabacco e di spezie, se amate la cioccolata e eccedete con alimenti difficili da digerire, è probabile che possiate andare incontro più facilmente a un simile problema.

Anche la mancanza di fibre nella dieta occidentale, a favore di cibi industriali raffinati, sembra concorrere all’emergere di questo problema. Una dieta povera di fibre infatti, peggiora il transito intestinale, e quindi aumenta le possibilità di insorgenza di stitichezza, che aumenta la pressione sanguigna a livello addominale. Per lo stesso motivo, nelle donne, la gravidanza spesso aumenta la pressione sanguigna nell’area addominale, favorendo l’insorgenza della malattia emorroidale.

Un’altra causa spesso additata come responsabile della comparsa delle emorroidi patologiche è la mancanza di esercizio fisico, che porterebbe ad una cattiva circolazione e alla formazione di coaguli, così come la sedentarietà degli uffici, con una posizione che favorisce il rallentamento del flusso sanguigno nell’area anale. Anche un’attività sportiva che si svolge da seduti, può provocare emorroidi ingrossate ed infiammate, specialmente se il corpo viene sottoposto a forti vibrazioni. In questo caso, la mente va subito alle gare automobilisti, ma anche a tutti quei lavori in cui si conduce un mezzo di trasporto. Una delle voci più ricorrenti infatti, è che i conducenti di mezzi pubblici, o privati, soffrano tutti di emorroidi, a causa delle lunghe ora passate al sedile, e delle vibrazioni del mezzo. Alcuni medici riferiscono come anche i colpi di tosse improvvisi possano causare la patologia.

Tra gli altri fattori, l’invecchiamento, che in genere determina ispessimento del sistema venoso, favorisce le emorroidi, ma il problema potrebbe essere causato per assenza delle valvole che regolano il flusso sanguigno nelle emorroidi, e quindi per un difetto genetico. La relazione tra emorroidi e stipsi invece, ha trovato meno favori negli ultimi tempi.

Per quanto riguarda gli episodi di emorroidi patologiche nelle donne in gravidanza, queste sono determinate dal feto, che agisce con una pressione sul ventre e quindi sui vasi sanguigni della parte addominale, ma anche a causa dei tanti cambiamenti negli ormoni che una gravidanza provoca. Le emorroidi patologiche, in questi casi, hanno una risoluzione naturale una volta partorito, e raramente vengono curate con terapie drastiche, come l’operazione chirurgica.

I sintomi delle emorroidi esterne

Le emorroidi esterne sono accompagnate da una serie di sintomi ben conosciuti, e contraddistinti principalmente da un dolore acuto durante le evacuazioni e quando ci si siede. Il tutto può peraltro essere accompagnato anche da sanguinamento, con perdite di sangue rosso vivo che può avvenire non solamente durante la defecazione.

Ad ogni modo, è anche vero che le emorroidi esterne non determinano spesso alcun disturbo: si tratta di un caso di “emorroidi cieche”, a volte limitato a qualche prurito o sensazione di pressione nella regione anale.

Riassumendo, si può tuttavia affermare come i principali sintomi delle emorroidi esterne siano:

  • sanguinamento rettale: è sicuramente il sintomo più comune, notabile nella defecazione;
  • dolore rettale: tipico delle emorroidi esterne, è piuttosto acuto durante i movimenti intestinali;
  • prurito e irritazione: comune a entrambe le forme di emorroidi (interne ed esterne), è causato dal muco che secernono le emorroidi, che irrita la pelle intorno alla zona anale e provoca prurito. Fortunatamente, con qualche rimedio farmacologico apposito è possibile cercare di alleviare il fastidio.

Come curare le emorroidi esterne

Spesso si può trarre giovamento dalla condizione di emorroidi esterne curando al meglio l’igiene anale, effettuando bagni freddi e da regolando le funzioni intestinali, al fine di evitare gli stati di stitichezza. In uno stadio più avanzato del disturbo, invece, si suole ricorrere a terapie farmacologiche che – soprattutto sotto forma di unguento – possano essere capaci di provocare una riduzione del volume delle emorroidi. Di solito solamente nelle ipotesi di emorroidi grosse ed estese si procede con una rimozione chirurgica.

In altri termini, il ricorso a pomate e unguenti è certamente molto utile negli stadi iniziali della malattia, soprattutto se si associano a una corretta igiene intima dopo ogni evacuazione. In presenza di emorroidi di livello più avanzato è invece necessario intervenire con metodi più drastici, come la legatura elastica, la laserterapia, la crioterapia. Nelle forme croniche (quelle più gravi) è invece quasi sempre il caso di ricorrere a un intervento chirurgico che possa risolvere a fondo e definitivamente il problema nella zona colpita, evitando così le ricadute.

La raccomandazione dei medici comunque, è sempre quella di associare alle terapie farmacologiche, anche un’alimentazione più sana, povera, in particolare, di cibi troppo manipolati, di carne e di carboidrati, ma ricca di fibre contenute nella frutta e la verdura. Le fibre infatti, rilassano il ventre perché favoriscono il transito intestinale, impegnandolo meno e quindi favorendo una migliore circolazione. Le feci inoltre, saranno più morbide, nonostante, come detto sopra, il fattore stipsi sia stato ridimensionato negli ultimi anni.

Interventi di risoluzione delle emorroidi esterne

Per fortuna di tutti coloro che soffrono di emorroidi esterne di livello particolarmente avanzato, è possibile rammentare come in questi anni la chirurgia abbia posto a punto delle metodiche poco dolorose e invasive. L’operazione dura infatti pochi minuti, e la ferita verrà protetta con microtamponi che possono dissolversi da soli, superando così il fastidio del vecchio tampone che poteva determinare ulteriori fastidi e dolori.

Il dolore post operatorio è generalmente affrontato con particolare comodità attraverso l’utilizzo di prodotti sedativi e lassativi. La degenza in ospedale è ridotta al minimo, tanto che oggi giorno di norma in una sola giornata, e con anestesia solo locale, si può effettuare l’operazione con buoni risultati, facendo poi ritorno a casa.

Successivamente a tale intervento, sarà necessario procedere a un breve periodo di attenzione e di medicamenti finalizzati a conservare in via asettica tale zona. Potrebbero essere consigliati alcuni comportamenti come, ad esempio, la degenza a letto con gli arti inferiori leggermente sollevati rispetto al tronco al fine di favorire il ritorno venoso, o ancora la somministrazione di analgesici e di sedativi, una corretta igiene anale e l’uso di blandi lassativi.

Un’attenzione specifica dovrà inoltre essere attribuita alla necessità di adottare un’alimentazione sana, corretta ed equilibrata. Anche per questo motivo il nostro consiglio non può che essere quello di parlarne con il vostro medico di riferimento e comprendere insieme a lui che cosa si possa fare per poter arrivare alla risoluzione di un problema che, ancora oggi, molti italiani sottovalutano e non desiderano condividere con il proprio specialista di fiducia.

Emorroidi interne: sintomi e cura

Le emorroidi interne sono, purtroppo, un problema piuttosto comune in tantissime persone che in maniera occasionale o frequente soffrono di dolori a questa delicata parte del nostro corpo. Si tratta infatti di “cuscinetti” vascolari che sono posti nel tratto finale del retto, con una funzione essenziale di contribuire al mantenimento della continenza fecale, agevolando il ricambio sanguigno.

Di norma la presenza delle emorroidi non viene avvertita nell’uomo. Tuttavia, come ben sanno coloro che hanno potuto soffrirne, quando cominciano a gonfiarsi diventano dolorose, dando origine alla malattia emorroidaria. Più comunemente, si parla di emorroidi per poter identificare il prolasso dei tessuti della mucosa rettale, dovuto dal cedimento delle emorroidi interne (“protagoniste” – se così si può dire – del nostro focus) e di quelle esterne.

Che cosa sono le emorroidi interne

Le emorroidi interne si distinguono da quelle esterne poiché le prime sono visibili mediante un esame endoscopico, essendo inserite all’interno dell’ano, leggermente al di sopra della c.d. “linea dentata”. Le seconde, le emorroidi esterne, sono invece delle protrusioni ricoperte da pelle molto sensibile, che crescono in prossimità dell’ano, e in seguito a coaguli di sangue diventano dure al tatto.

A loro volta, è possibile distinguere le emorroidi interne in:

  • emorroidi interne di I grado, delle quali di norma non ci si accorge in condizioni di normalità, salvo poi “scorgerle” in maniera indiretta mediante il sanguinamento. Non si tratta di emorroidi interessate da prolasso, e non viene percepito dolore dal paziente, nemmeno durante la fase di defecazione che, di solito, diviene quella più dolorosa;
  • emorroidi interne di II grado, che invece fuoriescono al momento della defecazione e, di solito, sono accompagnate da vistose sensazioni di sanguinamento e di dolore.

Quali sono i sintomi delle emorroidi interne

Le emorroidi interne sono una comune manifestazione nel canale anale, e possono essere il frutto di una lunga serie di cause e di determinanti. Di solito, i sintomi che compaiono nella forma più lieve sono rappresentati dall’arrossamento, dal dolore, dalla perdita di sangue, dall’infiammazione e dal prurito. Successivamente, è possibile osservare come durante le defecazioni, che mettono sotto sforzo la regione anale, i sintomi diventano più acuti, rendendo così più difficile una pronta guarigione.

Solo in pochi casi la malattia emorroidaria interna si presenta in maniera asintomatica.

Superata la prima fase, e con il passare del tempo, i sintomi che sopra abbiamo brevemente elencato divengono sempre più gravi, fino a diventare effettivamente invalidanti per le persone che sono purtroppo affette da questo problema. Peraltro, il dolore più intenso del “normale” deve essere una spia dell’evoluzione del problema, considerato che non è certo riconducibile al problema emorroidale in se, quanto alle sue complicazioni.

In particolare, una fase piuttosto acuta del problema emorroidale potrebbe determinare l’insorgenza di emorroidi congeste, contraddistinte da un eccessivo incremento del volume delle vene nella regione anale, con conseguente difficoltà del sangue a defluire. Anche a causa di ciò è possibile che si determini una sgradevole conseguenza, quale quella delle emorroidi interne prolassate. A volte, fortunatamente, il prolasso è temporaneo, e pertanto non è necessario fare alcunché (tranne, il riposo) per poter permettere alle emorroidi interne di tornare allo stato originario. A volte invece il prolasso è permanente.

Un’altra complicazione potenziale è quella delle emorroidi interne trombizzate, ovvero quando nelle emorroidi interne si forma un trombo, un coagulo di sangue.

Quali sono le cause delle emorroidi interne

Lungo è l’elenco delle potenziali cause delle emorroidi interne, fermo restando che a influenzare tale problema sono altrettanto estesi fattori di rischio come l’età avanzata, l’ereditarietà del fenomeno, lo stile di vita, l’alimentazione. Ricordato ciò, rammentiamo come tra le cause più comuni del problema vi siano l’aver condotto sforzi fisici eccessivi, i problemi di natura intestinale, la stitichezza, la diarrea cronica, i problemi di circolazione sanguigna, la sedentarietà, l’alimentazione poco corretta, l’abuso di lassativi, di alcolici e di tabacco.

Come si curano le emorroidi interne

Lungo è anche l’elenco di rimedi per la malattia emorroidale interna, con l’individuazione della terapia di riferimento che dipenderà dalla gravità della situazione. Nei casi più lievi, infatti, le emorroidi interne avranno una cura relativamente veloce, come abitudini alimentari corrette e una regolare attività fisica. Nelle ipotesi più gravi, invece, sarà necessaria anche la valutazione di un intervento di natura chirurgica. Naturalmente, tra questi due estremi potreste essere in grado – in compagnia del vostro medico – di individuare quel che fa per voi.

In particolare, uno sguardo di attenzione dovrà essere attribuito all’alimentazione corretta, un rimedio molto importante per curare le emorroidi interne. Cercate di evitare cibi come caffè, tè, bevande gassate, alcolici, e ancora spezie, formaggi con alto contenuto di grassi, cioccolato, alimenti salati e alimenti piccanti. Preferite invece alimenti ricchi di ferro, frutti rossi, agrumi, formaggi freschi, semi di lino, cereali integrali.

Vi è poi una lunga carrellata di rimedi naturali, come le tisane a base di ippocastano e di altre erbe naturali antinfiammatorie, antidolorifiche e lassative, lavaggi anali con acqua e bicarbonato (o con soluzioni che potete trovare in farmacia), impacchi con acqua fredda, pomate a base di argilla verde o di centella asiatica, bagni con acqua fresca, acqua alle prugne.

Intuibilmente, molto utili sono anche i rimedi di natura farmacologica, da impiegarsi in maniera specifica nel trattamento delle emorroidi interne. I principali farmaci di riferimento per il trattamento di tale malattia emorroidale sono quelli corticosteroidi e anestetici ad azione locale. Tenete tuttavia conto che questi farmaci non agiscono sulle cause, ma solamente sui sintomi, andando così ad alleviare i principali fastidi. Per questo motivo, se le emorroidi interne non guariscono con l’utilizzo dei farmaci, e vi è un peggioramento del quadro sintomatologico, si potrà valutare con il proprio medico l’intervento chirurgico.

Valutata la complessità del quadro, vi consigliamo di parlarne con il vostro medico di riferimento, evitando di sottovalutare un problema che potrebbe comportare delle complicazioni anche piuttosto significative. Meglio pertanto rimuovere ogni “fastidio psicologico” nel discutere con il proprio dottore di un simile problema, e individuare insieme a lui quali sono i migliori trattamenti che vi permetteranno di ritrovare una pronta condizione di benessere fisico.

Approfondimenti e credit

Lorenzo