In ambito medico la sua ricerca viene inserita per la diagnosi della trombosi venosa profonda, o per l’embolia polmonare. Tale esame è molto utile dunque per studiare patologie collegate alla coagulazione inappropriata o eccessiva nel sangue.
Questa proteina è un marcatore di laboratorio che indica la presenza o meno di coagulazione eccessiva. Valutare questo parametro è molto utile per diagnosticare importanti patologie, che a lungo andare possono determinare una coagulazione sovrabbondante. Questa proteina misura la concentrazione nel plasma.
Questo test di laboratorio viene richiesto in casi di urgenza, o quando si sospettano malattie importanti come:
In parole semplici la sua valutazione è indicata quando il paziente mostra gravi sintomi che sono riconducibili ad una trombosi.
La sintomatologia che si manifesta è la seguente:
Per tali disturbi, al personale medico non interessa sapere o meno se un valore è patologico quando si parla di popolazione sana. Esso serve ad escludere che il paziente abbia in corso una malattia trombotica.
Questo test è molto utile ad escludere le malattie correlate. Oppure che possono determinare una inappropriata coagulazione del sangue. Stabilire e conoscere i livelli di questa proteina sono utili anche per la diagnosi di coagulazione tra vasi. Inoltre può servire anche a monitorare il trattamento farmacologico con intervalli regolari.
Il test può essere richiesto in concomitanza con la conta delle piastrine a supporto per una diagnosi corretta. D-Dimero però ha un limite, legato alla sua bassa specificità. Spesso valori elevati si possono riscontrare anche in presenza di un tumore. Oppure in gravidanza e dopo un intervento chirurgico. Infatti tale test indica la presenza di elevate quantità di prodotti di degradazione, ovvero delle proteine della fibrina.
In sintesi la valutazione di tali valori è indicata quando il pazienta lamenta gravi sintomi riconducibili ad un evento trombotico:
In queste applicazioni al medico non interessa essere al corrente se un valore è normale oppure patologico riferendosi ad una popolazione sana. Serve per lo più a valutare se è possibile escludere che il paziente abbia o possa sviluppare una malattia trombotica.
Il test dunque è utilissimo per escludere altre malattie importanti o una inappropriata coagulazione sanguigna.
La misurazione dei livelli del D-dimero può essere importante anche come supporto diagnostico nella coagulazione intravascolare disseminata, e dunque per monitorarne l’eventuale trattamento con intervalli regolari.
L’esame del D-dimero ha però un limite che è legato alla sua bassa specificità, ovvero quando si manifestano valori eccessivi, questi potrebbero essere la conseguenza di una gravidanza, oppure di un tumore, di un trauma o di una infezione.
I risultati del test possono o meno indicare un incremento significativo della formazione dei coaguli e della loro degradazione, senza indicarne la causa scatenante.
Per questo un esito positivo è del tutto suggestivo ma non diagnostico per una malattia trombotica.
IL D-Dimero può aumentare in diverse circostanze, sia specifiche che aspecifiche, associate alla fibronolisi.
Condizioni patologiche e fisiologiche associate ad un aumento del D-Dimero comprendono:
Per effettuare il test del D-Dimero non è richiesta alcuna preparazione specifica al paziente.
Alcune condizione però possono influenzare la veridicità dei risultati. In tal caso la proteina diviene un test poco utile ai fini diagnostici.
I fattori che possono falsare i risultati sono:
In tali situazioni dunque i risultati clinici andranno interpretati dal medico con maggiore cautela.
Per dissolvere i prodotti della fibrina, specialmente del D-Dimero, viene utilizzato un dosaggio che serve ad indagare l’attività di coagulazione del sangue. Essa serve ad escludere, o meno, la presenza di patologie importanti. Ad esempio la coagulazione del sangue tra vasi, oppure la trombosi venosa e l’embolia polmonare.
Purtroppo sono molte le condizioni che possono aumentare i livelli nel sangue di D-Dimero. Proprio per questo è un esame con bassa specificità. Ma in presenza di risultati negativi, esclude con la massima certezza la presenza di trombosi venosa.