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D-Dimero, una proteina da conoscere nei casi di coagulo sanguigno

Pubblicato da
Lorenzo

In ambito medico la sua ricerca viene inserita per la diagnosi della trombosi venosa profonda, o per l’embolia polmonare. Tale esame è molto utile dunque per studiare patologie collegate alla coagulazione inappropriata o eccessiva nel sangue.

Perché si misura ed in quali casi

Questa proteina è un marcatore di laboratorio che indica la presenza o meno di coagulazione eccessiva. Valutare questo parametro è molto utile per diagnosticare importanti patologie, che a lungo andare possono determinare una coagulazione sovrabbondante. Questa proteina misura la concentrazione nel plasma.

Questo test di laboratorio viene richiesto in casi di urgenza, o quando si sospettano malattie importanti come:

  1. Trombosi venosa profonda
  2. Trombo-embolia polmonare

In parole semplici la sua valutazione è indicata quando il paziente mostra gravi sintomi che sono riconducibili ad una trombosi.

La sintomatologia che si manifesta è la seguente:

  1. Forte dolore ad una gamba, in un contesto che fa sospettare una possibile trombosi venosa profonda
  2. Gonfiore e colorazione anomale degli arti inferiori
  3. Forte mancanza di respiro che insorge improvvisamente in assenza di patologie cardiache o polmonari
  4. Tosse con presenza di sangue o anche forte dolore al petto

Per tali disturbi, al personale medico non interessa sapere o meno se un valore è patologico quando si parla di popolazione sana. Esso serve ad escludere che il paziente abbia in corso una malattia trombotica.

Questo test è molto utile ad escludere le malattie correlate. Oppure che possono determinare una inappropriata coagulazione del sangue. Stabilire e conoscere i livelli di questa proteina sono utili anche per la diagnosi di coagulazione tra vasi. Inoltre può servire anche a monitorare il trattamento farmacologico con intervalli regolari.

Il test può essere richiesto in concomitanza con la conta delle piastrine a supporto per una diagnosi corretta. D-Dimero però ha un limite, legato alla sua bassa specificità. Spesso valori elevati si possono riscontrare anche in presenza di un tumore. Oppure in gravidanza e dopo un intervento chirurgico. Infatti tale test indica la presenza di elevate quantità di prodotti di degradazione, ovvero delle proteine della fibrina.

I valori e i sintomi

credit: stock.adobe.com

In sintesi la valutazione di tali valori è indicata quando il pazienta lamenta gravi sintomi riconducibili ad un evento trombotico:

  1. Forte dolore ad una gamba in un contesto che fa sospettare una trombosi venosa profonda, come ad esempio un recente intervento chirurgico ortopedico, una neoplasia, oppure l’immobilizzazione.
  2. Gonfiore evidente e cambiamento della colorazione degli arti inferiori.
  3. Mancanza di respiro che si manifesta all’improvviso in assenza di patologie cardiache o polmonari sottostanti.
  4. Tosse persistente con tracce ematiche e dolore al petto

In queste applicazioni al medico non interessa essere al corrente se un valore è normale oppure patologico riferendosi ad una popolazione sana. Serve per lo più a valutare se è possibile escludere che il paziente abbia o possa sviluppare una malattia trombotica.

Il test dunque è utilissimo per escludere altre malattie importanti o una inappropriata coagulazione sanguigna.

La misurazione dei livelli del D-dimero può essere importante anche come supporto diagnostico nella coagulazione intravascolare disseminata, e dunque per monitorarne l’eventuale trattamento con intervalli regolari.

L’esame del D-dimero ha però un limite che è legato alla sua bassa specificità, ovvero quando si manifestano valori eccessivi, questi potrebbero essere la conseguenza di una gravidanza, oppure di un tumore, di un trauma o di una infezione.

I risultati del test possono o meno indicare un incremento significativo della formazione dei coaguli e della loro degradazione, senza indicarne la causa scatenante.

Per questo un esito positivo è del tutto suggestivo ma non diagnostico per una malattia trombotica.

D-Dimero elevato, le possibile cause

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IL D-Dimero può aumentare in diverse circostanze, sia specifiche che aspecifiche, associate alla fibronolisi.

Condizioni patologiche e fisiologiche associate ad un aumento del D-Dimero comprendono:

  1. Età avanzata
  2. Gravidanza fisiologica o patologica incluso il puerperio
  3. Periodo neonatale
  4. Pazienti in ospedale o con disabilità nelle normali funzioni motorie
  5. Infezioni
  6. Neoplasie
  7. Traumi
  8. Interventi chirurgici
  9. Gravi ustioni
  10. Coagulazione tra vasi
  11. Trombosi venosa
  12. Embolia venosa
  13. Grave cardiopatia ischemica
  14. Patologia venosa degli arti inferiori
  15. Aneurisma
  16. Scompenso cardiaco
  17. Sindrome da stress respiratorio in forma acuta
  18. Emorragie
  19. Ematomi
  20. Patologie epatiche o anche nefropatiche
  21. Gravi patologie infiammatorie intestinali croniche o anche patologie infiammatorie croniche come la LES e l’artrite reumatoide
  22. Terapia per il trattamento della trombosi

Preparazione al test

Per effettuare il test del D-Dimero non è richiesta alcuna preparazione specifica al paziente.

Alcune condizione però possono influenzare la veridicità dei risultati. In tal caso la proteina diviene un test poco utile ai fini diagnostici.

I fattori che possono falsare i risultati sono:

  • Età del malato, un incremento della proteina si manifesta nelle persone anziane
  • Infiammazioni ricorrenti in forma acuta o anche Neoplasie
  • Traumi gravi recenti
  • Periodo post-chirurgico

In tali situazioni dunque i risultati clinici andranno interpretati dal medico con maggiore cautela.

Per dissolvere i prodotti della fibrina, specialmente del D-Dimero, viene utilizzato un dosaggio che serve ad indagare l’attività di coagulazione del sangue. Essa serve ad escludere, o meno, la presenza di patologie importanti. Ad esempio la coagulazione del sangue tra vasi, oppure la trombosi venosa e l’embolia polmonare.

Purtroppo sono molte le condizioni che possono aumentare i livelli nel sangue di D-Dimero. Proprio per questo è un esame con bassa specificità. Ma in presenza di risultati negativi, esclude con la massima certezza la presenza di trombosi venosa.

Fonti e bibliografia

  • A Test in Context: D-Dimer. Jeffrey I.WeitzMDabcJames C.FredenburghPhDacJohn W.EikelboomMBBS; Journal of the American College of Cardiology; Elsevier;2017
  • D-Dimer Testing: Laboratory Aspects and Current Issues. Jecko Thachil, Giuseppe Lippi, Emmanuel J. Favaloro; Hemostasis and Thrombosis; 2017
  • D-Dimer elevation and adverse outcomes. Rim Halaby, Christopher J. Popma, Ander Cohen, Gerald Chi, Marcelo Rodrigues Zacarkim, Gonzalo Romero, Samuel Z. Goldhaber, Russell Hull, Adrian Hernandez, Robert Mentz, Robert Harrington, Gregory Lip, Frank Peacock, James Welker, Ignacio Martin-Loeches, Yazan Daaboul, Serge Korjian, C. Michael Gibson; J Thromb Thrombolysis; 2015
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