In ambito medico la sua ricerca viene inserita per la diagnosi della trombosi venosa profonda, o per l’embolia polmonare. Tale esame è molto utile dunque per studiare patologie collegate alla coagulazione inappropriata o eccessiva nel sangue.
Perché si misura ed in quali casi
Questa proteina è un marcatore di laboratorio che indica la presenza o meno di coagulazione eccessiva. Valutare questo parametro è molto utile per diagnosticare importanti patologie, che a lungo andare possono determinare una coagulazione sovrabbondante. Questa proteina misura la concentrazione nel plasma.
Questo test di laboratorio viene richiesto in casi di urgenza, o quando si sospettano malattie importanti come:
- Trombosi venosa profonda
- Trombo-embolia polmonare
In parole semplici la sua valutazione è indicata quando il paziente mostra gravi sintomi che sono riconducibili ad una trombosi.
La sintomatologia che si manifesta è la seguente:
- Forte dolore ad una gamba, in un contesto che fa sospettare una possibile trombosi venosa profonda
- Gonfiore e colorazione anomale degli arti inferiori
- Forte mancanza di respiro che insorge improvvisamente in assenza di patologie cardiache o polmonari
- Tosse con presenza di sangue o anche forte dolore al petto
Per tali disturbi, al personale medico non interessa sapere o meno se un valore è patologico quando si parla di popolazione sana. Esso serve ad escludere che il paziente abbia in corso una malattia trombotica.
Questo test è molto utile ad escludere le malattie correlate. Oppure che possono determinare una inappropriata coagulazione del sangue. Stabilire e conoscere i livelli di questa proteina sono utili anche per la diagnosi di coagulazione tra vasi. Inoltre può servire anche a monitorare il trattamento farmacologico con intervalli regolari.
Il test può essere richiesto in concomitanza con la conta delle piastrine a supporto per una diagnosi corretta. D-Dimero però ha un limite, legato alla sua bassa specificità. Spesso valori elevati si possono riscontrare anche in presenza di un tumore. Oppure in gravidanza e dopo un intervento chirurgico. Infatti tale test indica la presenza di elevate quantità di prodotti di degradazione, ovvero delle proteine della fibrina.
I valori e i sintomi
In sintesi la valutazione di tali valori è indicata quando il pazienta lamenta gravi sintomi riconducibili ad un evento trombotico:
- Forte dolore ad una gamba in un contesto che fa sospettare una trombosi venosa profonda, come ad esempio un recente intervento chirurgico ortopedico, una neoplasia, oppure l’immobilizzazione.
- Gonfiore evidente e cambiamento della colorazione degli arti inferiori.
- Mancanza di respiro che si manifesta all’improvviso in assenza di patologie cardiache o polmonari sottostanti.
- Tosse persistente con tracce ematiche e dolore al petto
In queste applicazioni al medico non interessa essere al corrente se un valore è normale oppure patologico riferendosi ad una popolazione sana. Serve per lo più a valutare se è possibile escludere che il paziente abbia o possa sviluppare una malattia trombotica.
Il test dunque è utilissimo per escludere altre malattie importanti o una inappropriata coagulazione sanguigna.
La misurazione dei livelli del D-dimero può essere importante anche come supporto diagnostico nella coagulazione intravascolare disseminata, e dunque per monitorarne l’eventuale trattamento con intervalli regolari.
L’esame del D-dimero ha però un limite che è legato alla sua bassa specificità, ovvero quando si manifestano valori eccessivi, questi potrebbero essere la conseguenza di una gravidanza, oppure di un tumore, di un trauma o di una infezione.
I risultati del test possono o meno indicare un incremento significativo della formazione dei coaguli e della loro degradazione, senza indicarne la causa scatenante.
Per questo un esito positivo è del tutto suggestivo ma non diagnostico per una malattia trombotica.
D-Dimero elevato, le possibile cause
IL D-Dimero può aumentare in diverse circostanze, sia specifiche che aspecifiche, associate alla fibronolisi.
Condizioni patologiche e fisiologiche associate ad un aumento del D-Dimero comprendono:
- Età avanzata
- Gravidanza fisiologica o patologica incluso il puerperio
- Periodo neonatale
- Pazienti in ospedale o con disabilità nelle normali funzioni motorie
- Infezioni
- Neoplasie
- Traumi
- Interventi chirurgici
- Gravi ustioni
- Coagulazione tra vasi
- Trombosi venosa
- Embolia venosa
- Grave cardiopatia ischemica
- Patologia venosa degli arti inferiori
- Aneurisma
- Scompenso cardiaco
- Sindrome da stress respiratorio in forma acuta
- Emorragie
- Ematomi
- Patologie epatiche o anche nefropatiche
- Gravi patologie infiammatorie intestinali croniche o anche patologie infiammatorie croniche come la LES e l’artrite reumatoide
- Terapia per il trattamento della trombosi
Preparazione al test
Per effettuare il test del D-Dimero non è richiesta alcuna preparazione specifica al paziente.
Alcune condizione però possono influenzare la veridicità dei risultati. In tal caso la proteina diviene un test poco utile ai fini diagnostici.
I fattori che possono falsare i risultati sono:
- Età del malato, un incremento della proteina si manifesta nelle persone anziane
- Infiammazioni ricorrenti in forma acuta o anche Neoplasie
- Traumi gravi recenti
- Periodo post-chirurgico
In tali situazioni dunque i risultati clinici andranno interpretati dal medico con maggiore cautela.
Per dissolvere i prodotti della fibrina, specialmente del D-Dimero, viene utilizzato un dosaggio che serve ad indagare l’attività di coagulazione del sangue. Essa serve ad escludere, o meno, la presenza di patologie importanti. Ad esempio la coagulazione del sangue tra vasi, oppure la trombosi venosa e l’embolia polmonare.
Purtroppo sono molte le condizioni che possono aumentare i livelli nel sangue di D-Dimero. Proprio per questo è un esame con bassa specificità. Ma in presenza di risultati negativi, esclude con la massima certezza la presenza di trombosi venosa.
Fonti e bibliografia
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