L’alveolite è spesso una complicanza delle estrazioni dentali. Si traduce con un’infiammazione della cavità dell’osso dove hanno sede la radice dei denti. Si tratta dell’osso alveolare, che inizia a dolere in modo persistente e intenso. La condizione comunque può essere risolta in modo rapido e senza ulteriori problematiche mediche. Naturalmente può comparire anche senza l’estrazione del dente.
Post estrazione
Generalmente, quando si estrae un dente, le ore successive possono essere accompagnate dal gonfiore e da un certo dolore. Più raramente vi è la complicazione dell’alveolite, molto più dolorosa. Dopo un’estrazione, nella sede della radice del dente, lo spazio viene occupato dalla coagulazione del sangue che inizia naturalmente a fuoriuscire. Si forma quindi una sorta di tappo grazie alla coagulazione. Questa ha il compito anche di impedire ai batteri di entrare nella ferita.
La coagulazione precede la granulazione e quindi alla costruzione di nuovo osso.
Se la coagulazione non è ottimale, oppure viene a mancare il coagulo, l’osso rimane senza protezione. In questo caso aumentano i tempi di guarigione, la possibilità di infezione e il dolore. L’osso scoperto inizia a dolere e infiammarsi, portando all’alveolite, ovvero all’infiammazione dell’alveolo.
Questa infiammazione insorge dopo qualche giorno, nell’arco di 72 ore. Può essere accompagnata anche da febbre e alitosi, oltre che dal dolore e da evidenti segni esterni di tumefazione. Anche i linfonodi possono gonfiarsi, come reazione alla condizione clinica.
I fattori che inducono all’alveolite
L’estrazione del dente è di per se un evento traumatico. Alcuni dentisti, purtroppo, sono poco delicati nell’operazione, oppure il dente ha particolari problemi al distacco. Queste estrazioni traumatiche possono essere un fattore per lo scatenarsi dell’alveolite. Altri fattori possono portare all’infiammazione dell’alveolo. Il fumo, innanzitutto, tende ad infiammare le ferite all’interno della bocca.
Anche la parodontite cronica può scatenare l’alveolite, così come delle infezioni già attive prima dell’estrazione. Naturalmente l’igiene della bocca è fondamentale per evitare le infezioni, soprattutto in presenza di ferite. Pur non potendo agire direttamente con lo spazzolino sull’alveolo, è importante utilizzare dei disinfettanti consigliati dal dentista.
Quando il sanguinamento è eccessivo, il dentista dovrebbe procedere a chiudere l’alveolo con dei punti di sutura, in modo da aiutare la coagulazione. Non sempre questo è necessario, e la situazione va valutata individualmente.
La sutura va protetta con del collagene, in quanto questa potrebbe essere di per sé un motivo di infiammazione. Si tende infatti ad evitarla per non favorire la permanenza del cibo, trattenuto dalla sutura. Questo è spesso un motivo di infiammazione, e il dentista procede con la sutura solo in caso di reale bisogno.
Diagnosi e cura
L’alveolite viene diagnosticata con un’analisi visiva dell’alveolo, che compare vuoto, senza coagulo, oppure riempito dal cibo residuo alla masticazione. Le gengive adiacenti si presentano infiammate ma poco arrossate. Sono molto lisce e sensibili al contatto con i ferri del dentista, con forte dolore.
In caso di alveolite dovuta alle conseguenze di un’estrazione, la cura è molto semplice e veloce. Generalmente si prescrivono solo degli antidolorifici e degli antinfiammatori, anche se spesso si evita addirittura una cura farmacologica. L’alveolite si risolve in via naturale nella maggior parte dei casi, e solo se non vi è una guarigione spontanea, vengono prescritti i farmaci. Oltre ai farmaci, si interviene direttamente sull’alveolo.
Nel caso di intervento, è opportuno recarsi dal dentista per una pulizia e un raschiamento della zona interessata. Qui si va poi a applicare direttamente una medicazione. Per risolvere il dolore, durante il lavaggio dell’alveolo, il dentista procede a somministrare un’anestesia locale. Una volta lavato e raschiato l’alveolo, e applicata la medicazione. Il dolore e l’infiammazione scompaiono nell’arco di un paio di ore.
La prevenzione
L’alveolite è un’infiammazione e quindi si può prevenire con le normali regole igieniche di tutti i giorni. Nel caso di un’estrazione, si può far precedere l’intervento con la classica pulizia dei denti, che elimina il tartaro, spesso responsabile delle infiammazioni. Effettuate la pulizia a settimana precedente all’estrazione, per evitare complicazioni.
È utile anche utilizzare dei colluttori per diminuire sensibilmente il numero di agenti patogeni all’interno della bocca. I dentisti in genere consigliano dei colluttori con lo 0,20% di clorexidina, capace di combattere in modo efficace i batteri. Naturalmente, dopo l’estrazione, non va usata la parte operata per la masticazione.
Quando si deve affrontare un’estrazione, è opportuno interrompere qualsiasi terapia farmacologica a base di anticoagulanti. Questo proprio per favorire la formazione del coagulo sull’alveolo. Il vostro dentista o il vostro medico di base potrà chiarirvi i tempi di interruzione.
Nel caso il paziente fosse una donna sotto somministrazione di anticoncezionali, i medici raccomandano di prenotare l’estrazione in coincidenza con l’ultima settimana di mestruazioni. Questo per sfruttare la bassa presenza di estrogeni riscontrabile in questo periodo.